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GIAN LORENZO BERNINI,
Autoritratto giovanile, olio su tela, 1623
ca (Roma, Galleria Borghese)
È il
primo degli autoritratti conosciuti di Gian Lorenzo Bernini
(1598-1680). L'artista è famoso soprattutto come scultore,
architetto e scenografo, ma sappiamo che si è dedicato molto anche
alla pittura: secondo le fonti, ha prodotto tra le 150 (Filippo
Baldinucci, 1682) e le 200 (Domenico Bernini, 1713) opere. E,
d'altra parte, pochi sanno che è stato anche direttore, tra 1630 e
1642, di una Accademia di
pittura al Palazzo della Cancelleria del cardinale Francesco
Barberini.
Nel quadro Bernini ha intorno ai 25 anni: è giovane, ma già affermato (sta
lavorando al Baldacchino bronzeo in San Pietro ed è da poco
diventato cavaliere). Nel piccolo ritratto (cm
39x31), però, non c'è nessuna insegna che indica la promozione
sociale. L'artista guarda dritto davanti a sé, con la sicurezza
venata di arroganza propria della gioventù e, nel suo caso, del
genio, senza quella ricerca di 'interazione' che si ritrova negli
autoritratti successivi. "Forse nessun altro quadro di Bernini è
così vivo e così feroce [...]: sembra di scorgere il muso di
un grande felino, immobile ma pronto a gettarsi sulla preda, con gli
occhi spalancati e accesi da una presenza inquietante" ha
scritto in maniera molto acuta Tomaso Montanari, curatore di una
importante mostra che ha fatto
il punto su
Bernini pittore (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica di
Palazzo Barberini, 19 ottobre 2007 - 20 gennaio 2008). Una mostra
che ha fatto arrabbiare collezionisti privati e curatori di musei:
Montanari, infatti, considera autografi di Bernini solo 16 quadri e
non i 50/60 che gli attribuiscono altri storici dell'arte (click).
Secondo il biografo Filippo Baldinucci
"Conobbe egli fin da principio che il suo forte era la scultura,
onde quantunque egli al dipignere si sentisse molto inclinato, con
tutto ciò non vi si volle fermare del tutto, e 'l suo dipingere
possiamo dire che fusse per mero divertimento".
Bernini ha dipinto quasi esclusivamente quadri di piccolo
formato, che realizzava per sé stesso. Si trattava, perciò,
di una produzione privata. Il fatto di non dover rispondere a un
committente, e quindi inevitabilmente alle convenzioni della società e
dell'arte 'ufficiale', gli permetteva una grande libertà
intellettuale ed artistica, che non aveva quando lavorava a
grandi commissioni di architettura e scultura. Nei suoi
quadri non dava importanza alla composizione e alla
narrazione ma all'impressione e all'emozione: dipingeva con
velocità, fissando sulla tela la vita dei suoi modelli
(grazie anche alla conoscenza della pittura di Velazquez).
Della sua grande capacità di introspezione è testimonianza
un Autoritratto estremo (Windsor Castle, The Royal
Collection), realizzato intorno al 1678, quando aveva 80
anni. È un disegno a carboncino e lumeggiature di biacca su
carta grigia, e Bernini si rappresenta con grande realismo:
un vecchio ottantenne, con le guance scarne ed occhiaie
profonde, ma con gli occhi ancora vivi e penetranti. Davvero
emozionante. |
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