Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma


 
 
   
 

 

 

 

GUIDO RENI, Autoritratto, olio su tela, 1603-1604 (Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica - Palazzo Barberini)
 
Autoritratto di Guido Reni (1575-1642), bolognese. L'artista si presenta di tre quarti, con lo sguardo dritto verso lo spettatore e, in primo piano, gli strumenti del suo lavoro: tavolozza e pennelli. Così, del resto, in quegli anni rappresentano se stessi altri pittori molto vicini a Guido Reni, come il collega di bottega Guercino (click per foto) e il loro comune maestro Annibale Carracci (click per foto).
È ancora giovane ed è arrivato a Roma da poco: deve ancora dimostrare in pieno le sue qualità. Eppure lo sguardo è fermo, l'espressione è decisa, in fondo non troppo diversa da quella nell'Autoritratto alla Galleria degli Uffizi (
a destra), dipinto nel 1636 quando era ormai una celebrità; forse solo un pizzico di arroganza in più, o semplicemente la consapevolezza del suo status.
 

 
Guido Reni è stato uno dei maggiori esponenti del classicismo seicentesco: fino all'Ottocento era considerato alla pari dei grandi maestri del Rinascimento. Il famoso poeta Giovan Battista Marino gli dedicò un madrigale, intitolato "Che fai, Guido, che fai?", dove per la prima volta usò espressioni come "forme angeliche" e "immagini di Paradiso", che
diventeranno tipiche in ogni scrittore che, successivamente, si sarebbe occupato della sua pittura.
Poi è arrivata la stroncatura da parte di John Ruskin, nel 1844, e sulla sua arte è calato il silenzio. Solo a partire dalla metà del Novecento la critica ha ricominciato a interessarsi a lui, e a rivalutare il suo mondo di bellezza ideale senza tempo.