Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma


 
 
   
 

yyyyyy

 

 

RAFFAELLO, Autoritratto, tempera su tavola, 1506 ca (Firenze, Galleria degli Uffizi)
 
Dipinto di piccole dimensioni (cm 47,5 x 33) con l'autoritratto di Raffaello Sanzio (1483-1520) in età giovanile: è entrato agli Uffizi nel 1952 (click).
La data tradizionale, 1506, lo considera realizzato durante il soggiorno a Firenze (1504-1508), città dove l'artista era arrivato con una lettera di presentazione di Giovanna della Rovere per il Gran Gonfaloniere Pier Soderini: "Sarà lo esibitore di questa Raffaello pittore di Urbino, il quale avendo buon impegno nel suo esercizio ha deliberato stare qualche tempo a Fiorenza per imparare...".
Altri critici lo ritengono invece una copia - non è sicuro se di Raffaello o di un suo collaboratore - dell'autoritratto dipinto nella Scuola di Atene dentro la Stanza della Segnatura in Vaticano (
a destra), affresco datato al 1509-1510. Qui Raffaello 'interpreta' Apelle, mitico pittore greco (nato nel 370 a.C.) che lavorò per Alessandro Magno e, prima, per il padre di lui Filippo; questa identificazione non è casuale, visto che Giorgio Vasari ne Le Vite de' più eccellenti pittùri scultori et architettori (1568) scrive che Raffaello "studiando le fatiche de maestri vecchi e quelle de' moderni, prese da tutti il meglio, e fattone raccolta, arricchì l'arte della pittura di quella intera perfezione che ebbero anticamente le figure di Apelle e di Zeusi".
 
VATICANO
L'autografia del ritratto degli Uffizi è stata messa in discussione non poche volte. La questione è anche complicata dalla apparizione di un altro autoritratto di Raffaello, quasi identico a quello di Firenze e conservato in una collezione privata: una tavola grande cm 47,5x35,5 (a destra). L'identificazione come 'autoritratto' di Raffaello venne fatta nel 1984 da Gian Lorenzo Mellini, senza però provocare grandi conseguenze. Nel 2010 questa attribuzione è stata ripresa con forza da Claudio Strinati nel suo volume Raffaello universale, curato da Alessandro Vezzosi e con contributi di Agnese Sabato e Maurizio Seracini. Gli autori ricordano che le fonti citano più di un "ritratto di Raffaello di sua mano" e che nella tavola "tutto fa pensare a un autoritratto autografo: l'altissima qualità, la finezza dell'esecuzione, la tecnica, la vivacità e l'intensità psicologica".
E riecco ancora la domanda: chi ha copiato chi?
 

Nel 1921 Salvador Dalì, che ha 17 anni, dipinge l'Autoritratto con il collo di Raffaello. Anni dopo, ne La mia vita segreta, ricorderà: "Mi ero lasciato

crescere i capelli, ormai lunghi come quelli di una fanciulla e guardandomi allo specchio amavo assumere l'espressione di malinconia, l'affascinante atteggiamento di Raffaello nell'autoritratto". Raffaello forever.