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  Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma


 
 
   
 

 

 

 

ANTONIO CANOVA, Autoritratto come pittore, 1799 ca (Roma, Museo di Palazzo Braschi)
 
Autoritratto del grande scultore neoclassico Antonio Canova (1757-1822). L'artista si rappresenta mentre indica, sullo sfondo, il rilievo con la Morte di Adone, un gesso del 1797 conservato nella Gipsoteca di Possagno (a destra). Il ritratto è datato con sicurezza in base alla Biografia manoscritta di Canova. Inoltre, dal Catalogo cronologico delle sculture di A. Canova (1816) sappiamo che "lo scultore incominciando dall'anno 1780 fino al 1789, tratto tratto per solo suo piacere ha impiegato qualche ora in alcune pitture".
Canova, quindi, dipingeva 'per solo suo piacere' e non ha mai venduto nemmeno un quadro. Lui era, e si sentiva, uno scultore e la pittura era un'attività marginale.
 
 
Questo ritratto non è un'opera memorabile, come non lo sono in generale i dipinti di Canova che ci sono arrivati. Sappiamo però che gli piaceva falsificare i quadri antichi e divertirsi quando i suoi amici 'conoscitori' li scambiavano per opere autentiche. È quello che è successo con un perduto 'Autoritratto di Giorgione', eseguito con tale abilità tecnica da essere considerato, all'epoca, un originale del pittore veneziano (vedi).
Dei veri e propri 'divertissements' sono anche da considerare le tempere a colori su fondo nero eseguite tra 1798 e 1799 e divise in tre gruppi: Ninfe con amorini, Muse con filosofi e poeti, Danzatrici. Secondo il Cicognara (1823) Canova chiamava "ozii suoi que' disegni gentili", ispirati alle pitture romane di Ercolano, da lui molto amate.