SCUDIT,
SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI
ITALIANO PER STRANIERI |
Materiale:
n. 309_link -
Data: 01.03.2018 -
Livello: elementare 2 (A2) -
autore: Giulia Grassi
IL GIRO DELLE
SETTE CHIESE
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Il Giro delle Sette Chiese nasce ufficialmente il
giovedì grasso del 1552 per iniziativa di San Filippo
Neri (1515-1595).
In conclusione: anche se prendendo spunto da tradizioni precedenti, San Filippo Neri ha isolato la visita alle sette basiliche e l'ha 'istituzionalizzata', trasformandola in un percorso devozionale specifico e, soprattutto, collettivo, che coinvolgeva contemporaneamente grandi masse di fedeli. Perché proprio il martedì grasso? Si pensa «per creare un'alternativa alla popolazione, altrimenti presa dallo spirito selvaggio del grande Carnevale romano» (Gamrath). È stato un papa a consacrare questo pellegrinaggio, riconoscendo il Giro delle Sette Chiese come parte fondamentale del suo progetto di rinnovamento religioso: Sisto V Peretti (1585-1590), con la bolla Egregia populi romani pietas (13 febbraio 1586). In questo documento le sette basiliche romane vengono paragonate alle sette Chiese dell'Asia citate nell'Apocalisse (Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea) e considerate il simbolo dell'unità della Chiesa. Il pellegrinaggio collettivo che le riguardava assumeva così un ruolo particolare all'interno del fitto programma di processioni e celebrazioni pubbliche stabilito dal pontefice, eventi che coinvolgevano tutta la popolazione e rafforzavano l'idea di Roma «albergo della Religione». Al programma di rinnovamento religioso è strettamente collegato il suo piano di trasformazione urbanistica di Roma, realizzato anche grazie a un architetto di talento, Domenico Fontana (1543-1607). Un piano ambizioso, non completamente attuato ma che è stato la base per lo sviluppo successivo della città 'moderna' e modello per altre capitali europee. Il piano sistino prevede lunghe strade rettilinee che collegano le sette basiliche permettendo il transito di grandi folle nei pellegrinaggi e nelle processioni; nodo centrale dell’intero sistema è la Basilica di Santa Maria Maggiore, vicino la quale sorge la magnifica villa che Domenico Fontana aveva iniziato a costruire fin dal 1576. Le strade sfociano in ampie piazze, dei veri e propri points de vue evidenziati da antichi obelischi, che il papa fa ricollocare e che fungono da riferimento topografico (a Piazza San Pietro e San Giovanni in Laterano, all'Esquilino e a Piazza del Popolo). Analoga funzione hanno le due antiche colonne istoriate (di Traiano e di Marco Aurelio): è papa Sisto che le fa decorare con le statue di bronzo di San Pietro e San Paolo. Il papa interviene anche nei 'palazzi del potere': il Quirinale, i Palazzi Vaticani, i Palazzi Lateranensi (completamente rifatti). E fa costruire l'acquedotto Felice (dal suo nome di battesimo), che porta l'acqua al quirinale, al viminale e all'esquilino.
Sisto V è stato un papa straordinario che, nel suo breve pontificato (soli cinque anni), ha trasformato il volto della città. Il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), che di papi se ne intendeva, ha scritto che fra tutti quelli che fino a quel momento avevano avuto il ruolo di vicario di Dio, non s'era mai visto un papa rugantino (bullo, strafottente), tosto (duro, deciso) e matto come papa Sisto (senza bisogno di aggiungere 'V': Sisto è solo Sisto V). E che non sarebbe arrivato in tempi brevi un altro papa che avrebbe scelto come suo nome Sisto VI... E così è stato.
Ora, da cittadina romana: non
pretendo che l'attuale sindaca si autonomini 'Sista VI'
e che nei cinque anni di mandato faccia magari un decimo
di quello che ha fatto er papa tosto. Ce ne vorrebbero
cinquanta, di anni! Ma che riesca, almeno, a riformare
l'AMA o l'ATAC e a tappare un po' di buche nelle strade.
Sarebbe un miracolo?
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