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Non c'è trippa per gatti
(Nun c'è trippa pe'
gatti)
Modo di dire romanesco, ma molto usato In tutta Italia anche nella forma
non dialettale. La sua origine è collegata a Ernesto
Nathan, sindaco di Roma tra 1907 e 1913. Appena eletto, Nathan si è accorto che il bilancio del
Comune era in rosso (oh che strano!). Per risparmiare, ha eliminato
allora una spesa: la trippa per i gatti del Campidoglio.
Gli archivi del Campidoglio infatti erano pieni di topi e i
gatti gli
davano la caccia: per questo erano molto importanti e da molti anni
il comune di Roma gli comprava la trippa. "Ma - ha pensato il sindaco
- se i gatti
mangiano i topi, non mi spiego a che gli serve la
trippa!" Così ha cancellato la spesa della trippa dal bilancio
del comune, dicendo in dialetto romanesco: basta! Da
oggi nun c'è
più trippa pe' gatti! La frase è diventata famosissima e ancora oggi si usa quando si parla
di conti in rosso e di riduzione delle spese (di
spending review, come si dice troppo spesso
ultimamente). Insomma: i Comuni non hanno più
soldi? Non mi interessa: i soldi che hanno gli devono
bastare! Ormai, non c'è più
trippa per gatti. I professori vogliono stipendi più alti?
Mi dispiace, niente da fare: non c'è
trippa per gatti! Per estensione, significa anche che, in generale, nessuno ci regalerà niente, non
si può sperare nell'aiuto di qualcuno.
Fare il giro delle Sette Chiese
Significa andare in giro a lungo inutilmente,
andare da un luogo all'altro senza risultato. È un modo di dire che
ci arriva da una tradizione religiosa: il giro a piedi che facevano
i pellegrini a Roma per entrare in sette importanti chiese:
San Giovanni in Laterano,
Santa Maria Maggiore,
San
Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura,
Santa Croce
in Gerusalemme, San Lorenzo fuori le mura e San
Sebastiano fuori le mura. Un percorso lungo circa 20
chilometri. Se vi va di camminare è un bel percorso
anche oggi! E ancora oggi in città esiste "via delle Sette Chiese", una strada lunga
però solo
3 chilometri che collega la basilica di San Sebastiano
sulla via Appia con quella di San Paolo sulla via
Ostiense. (mostra
di più)
Essere
un Marcantonio/un bel pezzo di
Marcantonio Vuol dire essere un uomo alto e robusto,
di bell'aspetto. Probabilmente si parla di quel Marco Antonio (82-30
a.C.) amico di
Giulio
Cesare e famoso per la sua orazione funebre, raccontata dagli storici romani e
soprattutto dalla versione teatrale di Shakespeare (Giulio
Cesare, 1599). Ma è vero che Marco Antonio è famoso ancora di più per la sua storia
d'amore con Cleopatra raccontata in molti film e opere teatrali dove l'attore
che lo rappresenta è sempre... un bel pezzo di
marcantonio! Lo studioso
di cose romane Claudio Rendina dice invece che questa
storia non gli pare probabile: "essere un pezzo di Marcantonio" è
secondo lui collegato
a un altro Marco Antonio, Marcantonio Colonna, l'ammiraglio
protagonista della Battaglia di Lepanto del
1571, vinta dagli eserciti cristiani contro i turchi. Certo, il Marco Antonio di Giulio Cesare è più famoso, ma anche
questo doveva esse un bel pezzo di Marcantonio.
Essere
come la fabbrica di San Pietro La ricostruzione della
Basilica di
San
Pietro in Vaticano è durata per
più un secolo e mezzo. I lavori cominciano all'epoca di
papa Giulio II nel 1506 e la nuova basilica è
ufficialmente inaugurata da papa Urbano VIII Barberini nel 1626. La
piazza colonnata davanti alla chiesa è realizzata da
Gianlorenzo Bernini circa 30 anni dopo. Un bel po' di tempo,
no? Per questo, a Roma, dire che una cosa "pare la fabbrica di San
Pietro" significa che dura troppo, non finisce mai. Insomma: il
governo da trent'anni ci dice che vuole fare una nuova legge elettorale
e non la fa mai? Trent'anni non gli bastano? Ma questa legge è come la fabbrica di San Pietro!
Valere quanto
l'acqua Paola Si sa: a Roma arrivavano tantissimi acquedotti
e tutti portavano acqua di ottima qualità. Tutti... meno uno. L'Acqua Paola, che prende il nome da Paolo V Borghese (il papa
che nel Seicento aveva fatto costruire un acquedotto), non era troppo
buona. Se una cosa, quindi, vale come l'Acqua Paola significa che
le manca ogni qualità e perciò non vale niente. Per estensione si può dire anche di una medicina: se cura come
l'Acqua Paola è chiaro che il suo effetto non è molto speciale.
Vi conviene prenderne un'altra.
(mostra
di più)
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