Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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Piazza del Popolo |
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Piazza del Popolo deve il suo aspetto attuale a Giuseppe Valadier (1793-1824). Il suo destino è sempre stato legato a quello dell'antica via Flaminia (chiamata nel medioevo via Lata e poi Il Corso o via del Corso): è l'unica via moderna di Roma che ricalca esattamente il percorso dell'antica strada romana. Il suo nome è legato alla chiesa di Santa Maria del Popolo, che secondo la tradizione è stata costruita nell'XI secolo vicino alla "Tomba dei Domizi", un luogo infestato da demoni perché conteneva le ceneri di Nerone. In epoca romana questa era una zona periferica, piena di tombe: la chiesa di Santa Maria dei Miracoli ha sostituito un sepolcro a forma di piramide, e poco lontano c'è il Mausoleo dell'imperatore Augusto. Nella pianta del Tempesta vediamo Santa Maria del Popolo nel suo aspetto rinascimentale, dovuto alla ricostruzione del 1472. Accanto c'è l'antica Porta Flaminia, aperta nelle Mura Aureliane (III secolo), e che ha un aspetto diverso da quello attuale: fu restaurata infatti nel 1665 da Gian Lorenzo Bernini, per festeggiare l'arrivo di Cristina di Svezia, la regina diventata cattolica (l'iscrizione dice "FELICI FAUSTOQ(UE) INGRESSUI ANNO DOM MDCLV"). C'è poi l'obelisco, innalzato nel 1585 da Sisto V, e proveniente dal Circo Massimo, dove era stato collocato nel 10 a.C. dall'imperatore Augusto. Fin dal Medioevo questo era l'ingresso a Roma dei pellegrini che venivano dal Nord per visitare i luoghi santi della città. Ma anche l'ingresso di sovrani e di alte personalità che percorrevano trionfalmente i 1700 metri del Corso alla testa di magnifici cortei, per mostrare la loro ricchezza e potenza. A questa funzione di "rappresentanza" - che la piazza ha avuto fino alla fine del XIX, quando è stata sostituita da Piazza della Repubblica - si collegano gli interventi di monumentalizzazione dell'area. Nel XVI secolo i papi regolarizzano il Tridente, con l'obelisco che diventa il punto di raccolta delle linee prospettiche delle tre strade (le vie del Babuino, del Corso e di Ripetta). Nel XVII secolo c'è l'importante sistemazione urbanistica di Bernini e Carlo Rainaldi: restauro della Porta, regolarizzazione dello spazio della piazza, lavori di abbellimento dentro Santa Maria del Popolo, costruzione di due chiese gemelle agli spigoli del Tridente (Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in Montesanto). Infine l'intervento del Valadier, che crea due esedre gemelle e la trasforma in un anfiteatro: è la piazza degli spettacoli laici, contrapposta al colonnato berniniano di Piazza San Pietro, che è lo spazio delle celebrazioni religiose. La piazza aveva però anche una funzione puramente ludica: era infatti il palcoscenico delle celebrazioni del Carnevale. Da qui partiva la celebre corsa dei (cavalli) berberi, che si svolgeva lungo Il Corso fino a Piazza Venezia. |