Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma 

 
 
 

 
 
 
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Giulia Grassi
  

Santa Maria Maggiore e Piazza dell'Esquilino  


 
 

ANTONIO TEMPESTA, Pianta di Roma, 1593

 
La basilica di Santa Maria Maggiore si trova sulla cima del cispius, che è una delle tre alture (con oppio e fagutal) del colle Esquilino: la storia di questo luogo è perciò molto antica, e complessa (vedi: La Stazione Termini - viaggio nel tempo).
La pianta del Tempesta riproduce l'area nel 1593. Ci appare irriconoscibile, se la paragoniamo alla situazione odierna: al posto dei palazzoni ottocenteschi e delle automobili che intasano le strade ci sono ampi giardini, chiese, casali di campagna e ville. A sinistra c'è Villa Peretti, con i suoi splendidi giardini (sostituiti dalla Stazione Termini e dalla parte iniziale di via Cavour). In basso, al centro, la piccola chiesa di Santa Pudenziana, che si affacciava sull'antico vicus patricius (che oggi si chiama via Urbana, in onore di Urbano VIII Barberini). Al centro, isolato in un grande spiazzo (l'odierna Piazza Esquilino), c'è l'obelisco fatto innalzare da Sisto V Peretti. 

E poi la Basilica di Santa Maggiore, vista non di fronte ma dalla parte posteriore. Nel 1593 era molto diversa. Mancano l'abside e la scalinata, opera di Carlo Rainaldi (1669-1675). La cupola a sinistra è quella della Cappella Sistina (di Sisto V..., non c'è mica solo la "sistina" del Vaticano!), e quindi manca la gemella Cappella Paolina (di Paolo V Borghese), costruita a partire dal 1605. Mancano, naturalmente, anche le fiancate monumentali, che verranno realizzate tra 1605 e 1743. La facciata, che non vediamo, è ancora quella della chiesa paleocristiana, perché l'attuale sarà realizzata da Ferdinando Fuga solo dopo il 1745. Infine, non intravediamo nemmeno la Colonna di fronte alla basilica, perché vi sarà collocata solo all'epoca di Paolo V. 
La Basilica, una delle quattro basiliche patriarcali di Roma, ha quindi subìto numerose trasformazioni. Le sue origini risalgono a Sisto III, che l'ha fatta costruire dopo il Concilio di Efeso del 431 (nei mosaici dell'arco trionfale, all'interno, la Madonna è infatti celebrata come Theotokos, Madre di Dio, come stabilito appunto in quel concilio). È un edificio maestoso, a tre navate, con colonnati di spoglio (provenienti cioè da un edificio antico) e mosaici anche sulle pareti della navata centrale; è chiaramente ispirato alla solennità delle grandi basiliche civili romane (come la Basilica Ulpia nel Foro di Traiano).

Santa Maria Maggiore è stata costruita vicino al Macellum Liviae, un grande mercato di epoca augustea forse situato tra questa e la non lontana chiesa di San Vito; ed ha sostituito un precedente edificio (i cui resti sono stati rinvenuti al di sotto di essa). Qui, in epoca romana c'erano infatti molte domus aristocratiche: i loro splendidi pavimenti di marmi policromi sono poco al di sotto dell'asfalto moderno e ogni tanto riemergono (ad esempio nel 1999, durante i lavori di risistemazione di Piazza di Santa Maria Maggiore, davanti alla chiesa).