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Il
'Fontanone del Gianicolo' è uno dei simboli visivi di
Roma: è il protagonista delle sequenze iniziali del film
di Paolo Sorrentino La grande bellezza (2013),
vincitore di numerosi premi internazionali tra cui un
Oscar nel 2014.
Il Fontanone domina la terrazza del Gianicolo da
oltre
quattrocento anni: è stato realizzato tra il 1610 e il
1614 da Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio come 'mostra'
dell'acqua Paola, l'acquedotto fatto costruire da papa
Paolo V Borghese (1605-1621), zio del più famoso
cardinale Scipione Borghese.
Nella forma prende spunto dagli archi
trionfali antichi ed utilizza largamente marmi di
spoglio, presi al
Foro
Romano,
dal Tempio di Minerva al Foro di Nerva
e dalla
Basilica
costantiniana di San Pietro
in Vaticano: proprio Paolo V stava demolendo quanto
rimaneva della chiesa medievale, ormai totalmente
sostituita dalla nuova chiesa rinascimentale.
Sull'attico del Fontanone l'iscrizione dedicatoria ci
informa che il nuovo acquedotto riutilizza un
acquedotto romano in disuso, l'aqua Alsietina
(cioè dal lago Alsietino, oggi Martignano), chiamata
anche 'Augusta' perché destinata alla Naumachia
fatta costruire a Trastevere dall'imperatore Augusto.
Forse per questo era un'acqua pessima, addirittura
ritenuta pericolosa per la salute.
In realtà oggi sappiamo che l'acquedotto antico riutilizzato era un altro, l'aqua
Traiana, dal nome dell'imperatore che lo aveva fatto
costruire nel 109-110 per dissetare i poveri
trasteverini. Era lungo circa 57 chilometri e correva
per lo più sottoterra; solo nell'ultimo tratto era su
arcate, in parte ancora conservate. Venne abbandonato
intorno al IX secolo.
L'acquedotto raccoglieva l'acqua di diverse sorgenti
attorno al lago di Bracciano. E proprio nell'ultimo
decennio le ricerche di archeologi e speleologi hanno
cercato di individuare il caput aquae di esso,
vale a dire la sua sorgente originaria.
Un gruppo di archeologi pensa di averlo trovato nella
zona del 'Fosso della Fiora'. Hanno scoperto un ninfeo
di epoca romana, riutilizzato nel medioevo come chiesa
cristiana e collegato a una rete di canali e condotte
d'aqua. E nel 2010 hanno comunicato la scoperta:
Trovato il caput aquae dell'acquedotto di Traiano!
Altri archeologi hanno invece identificato il caput
aquae originario a Pisciarelli, nella zona del
'Fosso di Bocca Lupo', poco più a sud del precedente. La
scoperta è stata resa pubblica nel 2015.
Al momento non sappiamo come stanno realmente le cose.
Sappiamo però che Paolo V ha riutilizzato le strutture
antiche per portare l'acqua nelle case di Trastevere e
del Borgo vaticano. Ma le sorgenti intorno al lago di
Bracciano non erano più così ricche come in epoca
romana, e quindi dal 1673 nell'acquedotto sono finite
anche le acque del lago, peggiorando la qualità
dell'acqua. E la nascita dell'ironico modo di dire Valere
quanto l'acqua Paola.
Per saperne di più
Il trionfo dell'acqua. Acque e acquedotti
a Roma. IV sec. a.C. - XX sec., catalogo della mostra,
2 volumi, Roma 1987, I, pp. 113-119 (P. Virgili),
225-231 (C. Cancellieri), 231-235 (C. Benocci), 250-254
(M.G. Tolomeo); C. BRUUN, Frontinus, Pope Paul V and
the Aqua Alsietina/Traiana Confusion,
«Papers
of the British School at Rome»,
69, Centenary Volume (2001), pp. 299-315;
L. QUILICI,
Acqua traiana: alla fonte di un
acquedotto celebre,
«Archeologia Viva», n. 150 (novembre/dicembre 2011),
pp. 38-46; E. O’NEILL, L’Acquedotto di Traiano tra il
ninfeo della Fiora e il Lago di Bracciano, in
Atlante tematico di topografia antica,
a cura di S. Quilici Gigli, L. Quilici,
24, Roma
2014, pp. 1-18; G. FILIPPI, E. FELLUCA, C. RANIERI,
Dall'«aqua
Traiana»
all'Acqua dei Papi. Alla scoperta delle antiche sorgenti,
Sala Conferenze, Musei Vaticani, Giovedì 12 marzo 2015;
G. FILIPPI, E. FELLUCA, C. RANIERI,
L’acquedotto perfetto, «Archeo» (2015), 366, pp.
42-49; R. TAYLOR,
G. ISIDORI, E. O’NEILL, M. O’NEILL, K. RINNE, New
Wine for Old Bottles: New Research on the Sources of the
Aqua Traiana, «The Waters of Rome», 9 (January
2016), pp. 1-28.