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Gli artisti francesi vengono a Roma con una
borsa di studio fin dal 1663, anno della creazione della
Accademia di Francia a Roma.
La prima sede dell'Accademia è stata a Palazzo Mancini, poi
si è trasferita a Villa Medici, sul
Pincio. La villa è appartenuta alla
famiglia fiorentina dei Medici ed è un bellissimo esempio di
architettura manierista della seconda metà del XVI secolo, con
stanze dipinte, opere d'arte e splendidi giardini. Attualmente la
villa è proprietà francese.
Per secoli, generazioni di artisti vincitori di un "Grand Prix de
Rome" hanno passato alcuni anni a Roma a studiare senza avere
problemi economici: erano i pensionnaires, ospitati nelle
stanze dell'Accademia.
La formazione romana degli architetti era piuttosto
complessa. Non solo avevano la possibilità di vedere direttamente i
monumenti, ma avevano a disposizione una biblioteca, dovevano
seguire un corso di archeologia e avevano perfino l'opportunità di
finanziamento di scavi archeologici.
Alla fine del loro soggiorno quadriennale dovevano inviare un lavoro
fatto su un monumento o un'area urbana di particolare interesse:
disegni, sezioni e rilievi architettonici, ricostruzioni (restituzioni)
del monumento integro. Questi erano gli envois, materiale da
"inviare" alla commissione esaminatrice.
Ma negli envois gli architetti non sempre propongono
ricostruzioni scientifiche dei monumenti, anche quando si basano su
studi diretti e accurati delle costruzioni antiche.
A molti, infatti, interessa lo studio dell'architettura in sé, e
quindi lasciano spazio alla loro immaginazione, a una personale idea
dell'architettura romana, all'ispirazione del momento.
Ad esempio, la ricostruzione del mausoleo di Adriano (oggi
Castel Sant'Angelo) proposta qui sotto da E. Vaudremer è poco
verosimile (ed è totalmente diversa da quella che fanno gli
archeologi di oggi, che si basano solo sui risultati scientifici
degli scavi e sulle notizie storiche). Ma è nonostante questo - o
forse proprio per questo - molto affascinante.
Perciò quella che emerge dagli envois non è una Roma
storicamente verosimile, ma è una ipotesi di città. O meglio, sono
molte ipotesi di città, tante quanti sono gli artisti che hanno
visto, amato, disegnato le sue rovine ... e che l'hanno reinventata
attraverso l'immaginazione.
E.
VAUDREMER, Il mausoleo di Adriano, 1857:
1.
Facciata in scala 1:100, stato attuale (m 1,28x2,31);
2.
Restituzione del mausoleo, facciata in scala 1:100 (m 1,34x2,33);
inchiostro di china e acquarello su carta incollata su tela. |
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H.-M. D D'ESPOUY, Basilica di Costantino, 1889:
1.
Prospetto longitudinale nello stato attuale (m 1,05x1,50 - matita e
acquarello su carta incollata su tela);
2.
Restituzione |
della
sezione trasversale (inchiostro di china e acquarello su carta incollata
su tela) |
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C. MOYAUX,
Il Tabularium e i monumenti posti ai piedi del Campidoglio, 1865-66;
1.
Prospetto nello stato attuale (m 0,98 x1,22);
2.
Restituzione del prospetto (m 0,98x1,23): inchiostro di china e acquarello
su carta incollata su tela |
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