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Caravaggio, tutti lo sanno, è
stato un grande pittore, anticonvenzionale e innovatore. Proprio per
questo suscitava scandalo, e alcune sue opere sono state rifiutate dai
committenti.
Una delle accuse più frequenti che gli facevano i critici era che i suoi quadri
non avevano "decoro"
perché troppo realistici.
E quindi le scene non sembravano episodi religiosi, ma
rappresentazioni di vita quotidiana: in effetti
un contemporaneo di Caravaggio, Joachim von Sandrart, ha interpretato la
Vocazione di San Matteo
(1600-1601) nella Cappella Contarelli (San Luigi dei Francesi, Roma),
quando Gesù
chiama Matteo per essere uno dei suoi apostoli,
come una scena di gioco, descrivendo Matteo
come un giocatore d'azzardo in
una taverna (foto a destra).
I personaggi religiosi, proseguivano i critici, erano dipinti come persone comuni, e quindi senza la dignità e l'autorevolezza che, secondo
le indicazioni della
Chiesa, dovevano caratterizzare i santi. È,
in effetti, il caso della pala d'altare della stessa
Cappella Contarelli, con
San Matteo e l’Angelo:
quella che vediamo oggi, infatti, è la seconda versione della pala,
realizzata dopo il rifiuto della prima. Di quest'opera rifiutata
(a)
possediamo solo fotografie perché era
conservata a Berlino ed è andata perduta nel 1945, durante la Seconda
Guerra Mondiale. Il biografo Giovanni Baglione racconta che i frati
tolsero la pala dalla cappella perché
"quella figura [San Matteo]
non haveva decoro, né aspetto
di santo, stando à sedere con le gambe incavalcate, e co' piedi rozzamente esposti al popolo...”
(Le vite de’
pittori, scultori, architetti e intagliatori..., Roma 1642).
Matteo, perciò, non aveva un “aspetto
di santo” perché era
seduto con le gambe accavallate, con i piedi rozzi e sporchi in evidenza;
calvo, con
i lineamenti duri e marcati da contadino e un corpo massiccio,
era inoltre presentato come un analfabeta,
guidato
materialmente dall'angelo nello scrivere il testo sacro.
Uno scandalo!
Nella seconda versione
(b)
Caravaggio
è meno estremista e raffigura San Matteo con "l'aspetto di santo": è vestito più dignitosamente
e, con la
penna in mano, guarda l'angelo che gli suggerisce cosa scrivere. I lineamenti
del volto sono sempre molto
naturali, ed è a piedi nudi, ma la composizione nel suo complesso è più solenne e meno brutale,
forse
anche perché la posizione del santo deriva da
una scultura antica realizzata da Lisippo,
Hermes che si slaccia un sandalo
(c).
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