Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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Nella
notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 alcuni ladri entrano nell'Oratorio
di San Lorenzo a Palermo, e rubano un grande quadro che sta sull'altare
maggiore dall'ottobre del 1609. È una tela della Natività coi Santi
Lorenzo e Francesco, ed è l'ultima opera dipinta in Sicilia dal Caravaggio
che, subito dopo, era partito per Napoli (nel luglio dell'anno seguente
l'artista morirà su una spiaggia di Porto Ercole, in Toscana). La notizia fa scandalo e tutti accusano tutti: perché un quadro così importante non era protetto? È possibile che nessuno abbia visto o sentito nulla? E chi può averlo fatto rubare? L'ultimo interrogativo è il più inquietante, anche perché si fa strada l'ipotesi che sia stata la mafia. A tutt'oggi, aprile del 2006, il quadro non è stato recuperato, e molti ritengono che possa essere andato distrutto già da molto tempo. Forse... Ma del "Caravaggio" perduto ogni tanto si parla, nel corso di questi lunghi trentasette anni. E oggi sappiamo molte cose. Sappiamo che uno dei ladri è stato Francesco Marino Mannoia, appartenente alla famiglia mafiosa dei Bontade e ora "collaboratore di |
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giustizia" o pentito.
In una udienza del 5 novembre 1996, relativa al "processo Andreotti",
Mannoia racconta come è avvenuto il furto: la tela è stata staccata
dalla cornice con una lametta da barba (!) e poi arrotolata per
trasportarla meglio. Aggiunge che queste operazioni l'hanno molto
rovinata e che quando l'acquirente l'ha vista si è messo a piangere.
Conclude affermando di aver distrutto il quadro, perché ormai
invendibile. |
Che
la mafia possa aver fatto distruggere un Caravaggio, per quanto
rovinato, pare incredibile. Del resto, notizie sul quadro riemergono di
tanto in tanto nel corso degli anni seguenti, e sempre in relazione alla
mafia. La notizia più clamorosa la racconta Giovanni Brusca,
altro mafioso pentito come Mannoia. Brusca dice che la mafia, dopo le leggi speciali antimafia seguite alla morte di Falcone e Borsellino nel 1992, ha cercato di "trattare" con lo Stato Italiano: opere d'arte trafugate, tra cui la tela di Caravaggio, in cambio della modifica del 41bis, un articolo di legge che impone ai mafiosi il carcere duro, impedendo loro ogni comunicazione con l'esterno. Pensateci, dicono i mafiosi, perché "una persona, per quanto importante, può essere sostituita. Un'opera d'arte, persa una volta è persa per sempre". Ma non se ne è fatto nulla, ovviamente. Pochi anni fa un altro pentito, Salvatore Cangemi, ha dichiarato che il quadro è ancora in possesso della mafia, che lo "espone" durante i |
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summit come simbolo del
suo potere. Se è vero, il quadro non è perduto, e può essere recuperato. In fondo, basta solo sconfiggere la mafia... |