Non ci piacciono
i proverbi: sono quasi sempre stupidi, conformisti, didascalici e moralisti. Vengono
usati di solito da chi deve
giustificare un comportamento evidentemente reazionario. E chi li usa, a
meno che non lo faccia ironicamente, non fa quasi mai una bella
figura: appare subito come una persona incapace di pensare con la
sua testa. Chi dorme non
piglia pesci, gallina vecchia fa buon brodo, donna baffuta sempre
piaciuta, sposa bagnata sposa fortunata, non c'è più la mezza stagione... Insomma, se diamo retta ai
proverbi dovremmo impegnarci e lavorare a lungo per sposare una donna di
ottant'anni, con i baffi e possibilmente in un giorno di pioggia perché in
estate ormai fa brutto tempo! Preferiamo i modi di dire e le sentenze latine.
Con grande sintesi esprimono concetti profondi che in italiano
richiederebbero lunghi giri di parole: come altro dire "ipse dixit",
"carpe dieme", "sutor, ne ultra crepidam", o "do ut des"? I modi di
dire latini rivelano sempre la
saggezza di una grande civiltà e certo per questo sono ancora vivissimi anche nell'italiano
di oggi. Eccone qui una
bella lista.
absit iniuria
verbo o
verbis Letteralmente: si passi sopra l'ingiuriosità
della parola. Questa espressione si usa quando si vuole attenuare
un'affermazione che potrebbe suonare offensiva per chi ascolta o anche quando si
è usata una parola "inopportuna" per meglio esprimere un concetto.
Significa in sostanza: mi si consenta l'uso di questa parola, sia detto senza
voler offendere nessuno, tra virgolette. È un adattamento
dell’espressione di Livio absit invidia verbo.
- La seconda guerra mondiale si può considerare storicamente
positiva - absit iniuria verbo! - perché ha provocato poi una coscienza europea
che forse impedirà nuove guerre
ad
abundantiam Significa in aggiunta, in più, come se non bastasse quello che già
abbiamo. Viene dal linguaggio giuridico in cui indica prove
che si aggiungono ad altre prove che sarebbero di per sé già sufficienti.
- Non solo ha perso il
posto di lavoro, ma, ad abundantiam, il terremoto gli ha distrutto la casa
ad calendas
graecas Anche in italiano si può dire alle calende greche: i greci,
nel loro sistema di scansione del tempo non avevano le "calende". Quindi i
latini dicevano ad calendas graecas per esprimere l'idea di qualcosa che
non succederà mai.
- Abbiamo rimandato il
nostro incontro. A quando? Mah! Ad calendas graecas!
ad
majora! Formula di augurio e di saluto:
a successi più grandi.
Si usa naturalmente con chi ha già
avuto dei successi e punta a cose ancora più grandi.
ad personam
Proprio per una persona: si usa per un atto che non ha un obiettivo
sociale o generale ma è fatto chiaramente per un preciso individuo.
- Le leggi che
sono state varate dal governo favoriscono il Presidente del Consiglio: sono
leggi ad personam
alea iacta est Anche in italiano si usa la formula Il dado è tratto. È la celebre
frase pronunciata da Giulio Cesare prima di
attraversare con i suoi soldati il fiume Rubicone per marciare verso Roma: si
usa per dire che ormai si è compiuto un passo decisivo, che non si può più
tornare indietro.
apertis verbis
Con parole chiare: si dice prima di spiegarsi chiaramente, precisando
che non si vogliono usare parole diplomatiche. In italiano si può anche usare la
formula in poche parole, te lo dico chiaramente.
audaces fortuna
iuvat Anche in italiano si dice la fortuna aiuta gli audaci. È un modo per
incoraggiare chi sta rischiando molto. Meno comune la formula completa: audaces fortuna iuvat timidosque repellit, la fortuna aiuta gli audaci e respinge i
timidi.
aut Caesar, aut nihil
Letteralmente o Cesare, o nulla! Motto di Cesare Borgia, detto il
Valentino, figlio ambiziosissimo di papa Alessandro VI. Con questa espressione
si vuole sottolineare la propria determinazione a raggiungere l'obiettivo più
alto. Come dire: o tutto o niente!
castigat ridendo mores Non viene dalla latinità classica questa espressione che invece è stata coniata
nel Seicento a proposito di Arlecchino che, nelle opere teatrali,
con il suo umorismo colpisce i costumi e le cattive abitudini della gente.
Letteralmente significa punisce i costumi ridendo, e si usa
specialmente riferendosi allo spettacolo.
carpe diem Letteralmente afferra il giorno. Molto popolare questa espressione
che invita a non lasciarsi sfuggire le occasioni che possono capitare solo
una volta nella vita. Significa cogli l’attimo fuggente, goditi la
vita senza pensare troppo al futuro. La citazione viene da Orazio.
cave canem In italiano Attenti al cane! Era scritto sui mosaici dei giardini proprio come
oggi si scrive sui cartelli "attenti al cane". L'espressione però è così
popolare che, in senso figurato, oggi significa semplicemente fa'
attenzione, attento ai nemici, non commettere imprudenze.
condicio sine qua non È una condizione
indispensabile, senza la quale non c'è nessuna possibilità di
accordo.
- Ti
affiderò quel lavoro solo se mi garantirai che sarà terminato entro
l'anno. La data di conclusione è una conditio sine qua non
cui prodest? Letteralmente a chi
giova. Da una frase di Seneca, si usa oggi quando ci domandiamo
chi può trarre vantaggio da una determinata situazione o, ancora più
spesso, chi può essere il responsabile di un determinato crimine
(sempre calcolando chi può beneficiare delle sue conseguenze).
de gustibus non est
disputandum In italiano si dice tutti i gusti sono
gusti. Letteralmente significa sui gusti non si discute.
È un'espressione usata quando mostriamo "tolleranza" verso chi ha
gusti diversi dai nostri perché viene da esperienze o culture
diverse.
deus ex machina
Nella tragedia greca era la divinità che compare sulla scena quando
la situazione è diventata ormai irrisolvibile e che riesce quindi a
dare una soluzione a un intreccio. Per estensione nel mondo latino e
poi in quello contemporaneo deus ex machina è chi,
inaspettatatmente o improvvisamente, riesce a trovare il modo di
risolvere un problema complesso.
divide et impera Letteralmente
dividi e domina, per dominare hai bisogno di tenere divisi
fra loro i tuoi sottoposti, non permettere che si alleino fra loro contro di te. L’espressione,
attribuita talora a Filippo il Macedone, è probabilmente di origine medievale.
do ut des Letteralmente
do perché tu dia, faccio una cosa che può sembrare generosa
perché penso che potrò avere un vantaggio da questa mia azione. L'espressione
può essere sostantivata - Nel commercio e negli affari, si sa, è tutto un do ut des
dura lex, sed lex Letteralmente:
legge dura, ma legge! La legge deve essere sempre e
comunque rispettata, anche se può essere particolarmente pesante farlo.
errare humanum est,
perseverare autem diabolicum
Anche in italiano si dice
errare (sbagliare) è umano, ma perseverare è diabolico.
L'espressione si usa per
rimproverare chi dopo aver fatto uno sbaglio ed essere stato perdonato per
questo (infatti errare è umano, tutti possono sbagliare) poi continua a
ripetere lo stesso errore.
ex abrupto Significa
all'improvviso, di colpo, quando nessuno se l'aspettava.
ex aequo Formula molto usata nell'italiano di oggi, specialmente per indicare un
punteggio pari nello sport.
excusatio non
petita, accusatio manifesta Ci sono persone che si giustificano senza che nessuno le abbia mai accusate, o
altri che cercano di mostrare la loro innocenza anche se nessuno sostiene
ufficialmente che siano colpevoli. Queste persone, in qualche modo, fanno
pensare che siano realmente colpevoli di qualcosa. Per questo si dice loro excusatio non
petita, accusatio manifesta, cioè una scusa non richiesta equivale a una
accusa evidente.
hic et nunc Letteralmente significa
qui e ora e si usa per indicare che una cosa deve
essere fatta subito. Si riferisce anche a un qualcosa che deve essere esser
fatto in modo concreto.
- Una prima lezione di
lingua straniera deve essere fatta seguendo un criterio di hic et nunc: bisogna
parlare di oggetti presenti in classe come tavoli e sedie, non di concetti
astratti che uno straniero non capirebbe
hic manebimus optime Letteralmente:
qui rimarremo ottimamente. Dice Tito Livio che questa
frase è stata pronunciata dal condottiero romano Camillo rivolto ai Senatori che
volevano scappare dalla città invasa dai Galli nel 390 avanti Cristo. Oggi l'espressione è usata da chi non ha la minima intenzione di abbandonare il
suo posto anche se le circostanze sono sfavorevoli.
- Quando i
parlamentari parlavano delle possibili dimissioni del Presidente della
Repubblica Sandro Pertini, lui dichiarò ai giornali: "Dimettermi io? Hic
manebimus optime!"
hic sunt leones Nelle antiche carte geografiche romane c'era questa espressione per indicare le
zone inesplorate dell'Africa: qui ci sono i leoni. Oggi usa, quasi sempre
scherzosamente, per indicare un pericolo, un luogo pieno di nemici a cui è
meglio non avvicinarsi.
- Quando sono entrato
nella sala dove dovevo fare l'esame ho pensato: hic sunt leones.
homo homini lupus Letteralmente:
l'uomo è lupo per l'altro uomo. Originariamente era una
citazione da Plauto. Significa che l'uomo si comporta come un lupo nei confronti
dei suoi simili ed è una "amara" considerazione sulla violenza e sulla
aggressività propria degli esseri umani.
in dubio pro reo Nel linguaggio giuridico questa formula sostiene che
in caso di dubbio il
presunto colpevole deve essere assolto (in caso di dubbio a favore del
colpevole) per non rischiare mai di punire un innocente. Nel linguaggio comune si usa per dire che non si è presa una decisione drastica
perché non si era sicuri al cento per cento della situazione.
- Molti paesi
sostengono che - se non ci sono prove certe sulla produzione di armi di
distruzione di massa da parte dell'Iraq - non si può dichiarare guerra a Saddam
perché in dubio pro reo.
in saecula saeculorum Formula religiosa che significa
nei secoli dei secoli, così sarà per
sempre.
in vino veritas
Espressione molto popolare che si trova in diversi autori latini:
nel
vino c'è la verità.
ipse dixit Letteralmente
lui lo ha detto. Questa espressione è molto antica e pare
che la usassero già i pitagorici per segnalare alcune affermazioni fatte dal
loro maestro Pitagora. In realtà l'espressione si consolida nel Medioevo
riferita a Aristotele. Ipse dixit perciò oggi significa: l'ha detto lui e non si
discute e viene riferita a una altissima autorità riconosciuta da tutti (o,
ironicamente, a qualcuno che non conta niente).
lupus in fabula Letteralmente
il lupo nel discorso. Praticamente si usa per dire eccolo qui, arriva proprio mentre parliamo di lui. C'è anche un modo di dire
italiano che ha più o meno lo stesso senso ed è parli del diavolo e spunta la
coda!
maiora premunt Letteralmente:
ci sono cose più urgenti da fare. Quando qualcuno è
molto preso dal suo lavoro o da un impegno particolare e vogliamo fargli capire
che è il momento di dedicarsi ad altre questioni, molto più importanti e
urgenti, possiamo dirgli maiora premunt.
mala tempora
currunt Letteralmente: corrono brutti tempi. Con questa espressione possiamo
lamentarci di come vanno le cose in generale nella nostra società o nel mondo
contemporaneo. Anche questa frase (come molti di questi detti latini) si può naturalmente usare
in modo ironico e scherzoso:
- Il cinema americano
non produce più film western? Ah, mala tempora currunt!
mater semper certa est,
pater nunquam
Letteralmente la madre è sempre certa, il
padre non lo è mai. Il senso è chiaro e l'espressione è usata quasi sempre
in modo ironico.
melius est abundare quam deficere Letteralmente
meglio abbondare che avere mancanza di qualcosa, meglio
troppo che poco. Si usa per giustificare il fatto di aver forse esagerato un
po'.
memento mori Parola d'ordine dei frati Trappisti che, nei loro conventi, dovevano ripetersi
continuamente il memento mori, cioè l'espressione che in italiano è ricordati che devi morire per avere sempre presente davanti agli occhi
l'idea della morte e quindi il senso della vita che è destinata a finire.
mens sana in
corpore sano Letteralmente mente sana in corpo sano, espressione tratta da un
passo delle Satire di Giovenale. Oggi è lo slogan di molte palestre,
centri estetici, club sportivi che invitano a curare di più il proprio
corpo. Lo stesso slogan non è invece usato (ma dovrebbe esserlo) per
invitare la gente a curare di più la propria mente.
minus habens
Letteralmente che ha meno, cioè minorato, stupido.
Si tratta di un modo elegante e per questo molto duro, perdire deficiente a
qualcuno (in effetti, se dico "deficiente" o "stupido", forse sto scherzando; se
dico "minus habens" intendo proprio sottolineare un problema neurologico)
mirabile dictu
Incredibile, mirabile a dirsi. Espressione quasi sempre scherzosa per
manifestare un'esagerata sorpresa. Come dire: non ci posso credere.
- Sei arrivato
puntuale, mirabile dictu!!!
mors tua vita mea Formula molto usata che letteralmente significa
la tua morte è la mia vita.
Al di là del senso letterale che suona così drammatico, si usa quando in una
competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci sarà un solo
vincitore. Mors tua vita mea significa in sostanza che la tua sconfitta
equivale alla mia vittoria, quindi me la auguro senza rimorsi.
nemo propheta in patria Letteralmente
nessuno è profeta nella sua patria. L'espressione è tratta
dai Vangeli e oggi si riferisce a chi, pur avendo detto o fatto qualcosa di
importante non viene apprezzato da chi gli sta vicino, dai suoi familiari,
concittadini o connazionali. Anche in questo caso gli usi ironici o scherzosi
possono essere numerosi.
nomen omen Letteralmente: nel nome c'è il presagio (di quello che sarà la persona).
C'è un altro modo di dire simile: nomina sunt consequentia rerum,
cioè i nomi
sono conseguenza delle cose, per cui il nome che uno porta
è conseguenza di quello che è (questa segnalazione ce l'ha fatta la nostra
lettrice e amica Rita Pasqui).
Quando il cognome di qualcuno di noi,
per ironia della sorte, ricorda alcune nostre caratteristiche, ecco che torna
questa citazione. Può essere il caso di un pittore di strada che si chiami
Michelangelo, di un criminale che si chiami Giuda eccetera. Che ne penseranno
quelli che portano cognomi come Schifani, Maroni, Casini o Pera?
non plus ultra
Si dice che non plus ultra (cioè
non più oltre) fosse scritto sulle Colonne d'Ercole per indicare che al di
là non si poteva andare perché il mare era ignoto. Oggi invece si usa per dire
che non c'è niente di meglio, che non è possibile fare meglio e, in italiano,
l'espressione è sostantivata.
- Questo libro è il
non plus ultra della letteratura contemporanea
obtorto collo Letteralmente: con il collo storto, nel senso di preso per il collo. Fare
una cosa obtorto collo significa perciò farla contro la propria volontà,
costretti da qualcuno o qualcosa.
omnia munda
mundis Letteralmente tutto è puro per i puri, espressione derivata dall’Epistola
di S. Paolo a Tito (I, 15), che deve la sua fortuna alla citazione di Manzoni nei Promessi Sposi (VIII, 78).
I puri non possono vedere il male e non si scandalizzano di niente. Si usa
contro i moralisti e i bigotti che sono sempre pronti a criticare e condannare
gli scandali altrui. Quindi è come dirgli: se tu fossi pulito non vedresti
così tanto il male!
omnia vincit amor
Da un verso di Virgilio l'amore vince ogni cosa. Un celebre quadro di Caravaggio (qui a fianco) si chiama proprio "Amore
vincitore" in omaggio a quel verso di Virgilio. Era così bello che il
proprietario, Vincenzo Giustiniani, lo teneva coperto, e lo faceva vedere ai
suoi ospiti solo alla fine, per paura che tutti gli altri quadri che possedeva apparissero
brutti rispetto a quello.
ora et labora
La massima di San Benedetto e dei suoi frati: prega e lavora.
o tempora o mores! Letteralmente
Che tempi, che costumi! Esclamazione prediletta di Cicerone
che criticava i tempi e i costumi dei suoi contemporanei (che tempi!,
diremmo anche oggi). Corrisponde un po' a mala tempora currunt.
panem et
circenses Letteralmente pane
e giochi del circo. Da Giovenale, che nelle Satire stigmatizza così i
due unici interessi del popolo romano che veniva manipolato da imperatori che
sapevano soddisfare appunto queste due esigenze, il mangiare e il divertirsi. Oggi si usa, più o meno come nell'antichità, riferito all'atteggiamento
demagogico dei dittatori o dei capi di governo che si guadagnano il favore delle
masse distribuendo queste facili ricette per la felicità.
pecunia non olet
Il denaro non puzza. Chiaro, no?
per aspera ad
astra Letteralmente: attraverso le asperità (le vie faticose) si arriva alle
stelle. L’espressione nasce forse riferita all'eroe mitologico Eracle che si
guadagna il cielo attraverso un cammino assai difficoltoso. Oggi il senso
dell'espressione è che la strada che conduce al
successo è piena di difficoltà e di ostacoli.
per os
Per bocca. Espressione latina che è ancora presente nelle ricette
mediche e nelle istruzioni per l'uso di alcune medicine per indicare che il farmaco deve essere assunto
per via orale.
post scriptum
Letteralmente scritto dopo. Abbreviato in P.S. è una formula
generalizzata per aggiungere qualcosa dopo aver firmato una lettera.
pro domo sua Anche questa espressione viene da Cicerone:
per la sua casa.
La frase indica una azione fatta nel proprio interesse (quindi interessatissima)
e non nell'interesse di altri e tanto meno della comunità.
- Il discorso fatto
dal Presidente era interessante, ma solo gli stupidi non hanno capito che era
tutto pro domo sua
qualis pater, tali
filius Quale il padre, tale il
figlio. I difetti del padre, molto spesso, si ritrovano nel figlio
quis
custodiet ipsos custodes? Chi sorveglierà i sorveglianti? Espressione tratta da Giovenale e spesso
usata in italiano in riferimento al sistema di garanzie e di controlli sui vari
poteri di un sistema democratico.
quousque tandem
Si tratta dell’inizio della prima Catilinaria, forse la più
famosa orazione di Cicerone: Quousque tandem, Catilina, abutere
patientia nostra? che significa Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra
pazienza? Quousque tandem (cioè fino a quando) è molto usato in italiano
moderno, spesso con valore
ironico scherzoso, per sottolineare che la nostra pazienza sta per finire (come
dire: per quanto tempo ancora andrà avanti questa storia?)
relata refero Letteralmente
riferisco ciò che mi è stato
detto. Si dice per prendere le distanze da un'affermazione (forse non vera)
che non è di prima mano. Come dire: così mi hanno detto, io non posso
garantire la verità di queste parole.
repetita iuvant Qualche volta veniamo rimproverati perché abbiamo detto più volte la stessa
cosa. In questo caso possiamo difenderci dicendo repetita iuvant, le cose
ripetute possono giovare, dire questa cosa una volta sola non basta. In senso scherzoso possiamo dire anche
repetita iuvant per ripetere
un'esperienza piacevole: per esempio se qualcuno ci fa notare che stiamo bevendo
il terzo o il quarto bicchiere di vino possiamo certamente fargli notare che repetita iuvant.
risus abundat in ore
stultorum Da Menandro viene questa frase che significa che il riso abbonda sulla bocca
degli stolti. Si usa per frenare qualche risata scema tipica dei bambini o
di alcuni conduttori televisivi.
semel in anno licet insanire Letteralmente:
una volta durante l'anno a tutti è permesso fare qualcosa di
pazzo. Una giustificazione per feste come il Carnevale o anche per azioni
fuori delle regole che tutti abbiamo il diritto di compiere (non spesso, però).
sic et simpliciter Letteralmente:
così e semplicemente. Serve a corredare un'affermazione
chiara, magari un po' brutale, per sottolineare che le cose stanno così e che
non c'è niente di complicato da chiarire.
sine die Letteralmente: senza giorno. Se rimandiamo qualcosa
sine die
significa che la data in cui faremo quella determinata cosa è ancora da
stabilirsi. Diverso è rimandare la cosa ad calendas graecas perché in
questo caso l'espressione è ironica e significa lontanissimo nel tempo e forse
mai, mentre sine die significa solo che quella data dovrà essere fissata
con calma.
si parva licet
componere magnis Letteralmente se è permesso paragonare le cose piccole con le grandi.
L’espressione è tratta dalle Georgiche di Virgilio dove
il lavoro delle api è paragonato a quello dei Ciclopi che preparano i
fulmini. Usiamo questa formula quando per argomentare una nostra tesi facciamo
un paragone sproporzionato.
si vis pacem para
bellum Se vuoi la pace prepara la
guerra. È quello che potrebbe dire il Presidente Bush quando parla di
aumentare le spese militari per scoraggiare gli altri paesi a fare la guerra
davanti alla supremazia militare americana. Ma Bush non sa il latino.
sic stantibus rebus Stando così le cose.
Anche in italiano c'è l'espressione se le cose
stanno così che si usa per introdurre una conclusione inevitabile davanti a
certe premesse.
sic transit gloria mundi Letteralmente:
così passa la gloria terrena. L'espressione si può usare
davanti alla morte di un personaggio importante e famoso o ironicamente davanti
alla fine di una qualunque cosa.
sursum corda
La formula arriva direttamente dalla Messa latina: in alto i cuori!
Oggi funziona come incoraggiamento simile a su con la vita!
timeo Danaos et
dona ferentes Letteralmente temo i Danai (cioè i greci) anche quando portano
doni.
Queste parole sono state pronunciate da Laocoonte nell’Eneide per convincere
i troiani a non portare nelle mura della città di Troia il cavallo di legno
lasciato sulla spiaggia dai greci. E Laocoonte faceva bene a non fidarsi di quel
dono dei greci visto come è andata a finire la storia. Oggi l'espressione è usata per manifestare diffidenza verso chi ci fa un dono o
è gentile con noi quando sospettiamo che dietro a questo comportamento ci sia un
tranello teso da chi vuole danneggiarci.
tu quoque
Letteralmente Anche tu! Dalle parole pronunciate da Giulio Cesare
quando riconobbe Bruto tra i suoi uccisori: tu quoque,
Brute fili mi,
anche tu Bruto, figlio mio! Oggi si usa generalmente per manifestare sorpresa quando qualcuno fa
qualcosa che non ci saremmo mai aspettati. Il senso è sempre ironico e
scherzoso.
ubi maior minor cessat Letteralmente:
dove c'è qualcosa di più grande, la cosa piccola non conta.
In qualche modo corrisponde a maiora premunt, ma in questo caso la
sentenza ha una caratteristica di fatalità. Si dice in particolare a chi si
sente trascurato: serve a fargli capire che la questione che lo interessa non
può avere la nostra attenzione perché abbiamo dei problemi più importanti da
risolvere.
veni vidi vici
Celebre frase di Giulio Cesare: venni, vidi, vinsi. Si usa alludendo a
chi in brevissimo tempo è arrivato, ha capito un problema e lo ha risolto.
verba volant,
scripta manent Letteralmente le parole
volano, gli scritti rimangono. Come dire: meglio mettere per iscritto quanto
si è detto perché altrimenti si finisce con il dimenticare.
vox clamantis in deserto Letteralmente
voce che grida nel deserto, dai testi sacri. Significa che
si grida una verità un po' a vuoto, da soli e inascoltati.
vox populi vox dei Letteralmente
voce del popolo voce di Dio. Viene da un versetto della
Bibbia e sembra quasi uno slogan della democrazia: quello che il popolo vuole
rispecchia la volontà di Dio (ma se il popolo vuole panem et circenses?).
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