SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI
A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI


 

Materiale: n. 312  -  Data: 01.06.2018  - Livello: elementare 2 (A2) - autore: Giulia Grassi

LE FACCE DI MICHELANGELO

Vecchie e nuove interpretazioni di alcuni personaggi dipinti da Michelangelo nel 'Giudizio Universale' della Cappella Sistina
Su Michelangelo vedi anche in Matdid: Burocrazia e genialità; Il gigante terribile; Il Giudizio Universale nella cappella Sistina; Piazza del Campidoglio
Esercizi su forme e uso degli aggettivi gli aggettivi derivati da nome di regione, gli aggettivi santo, buono e quello, troncamenti ed elisioni, la posizione degli aggettivi)

 

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Nel 2014 sei milioni di visitatori sono entrati nella Cappella Sistina, al Vaticano, per vedere gli affreschi di Botticelli, Perugino, Ghirlandaio e, soprattutto, di Michelangelo.
Michelangelo ha lavorato nella Sistina due volte: tra 1508 e 1512 (affreschi sulla volta) e tra 1536 e 1541 (Giudizio Universale). Credete di sapere tutto sui questi dipinti?
Prendiamo tre esempi nel Giudizio Universale e vediamo se è vero...

San Bartolomeo

Questa è forse la rappresentazione più famosa di San Bartolomeo, uno dei dodici apostoli.
La sua morte è stata orribile: prima lo hanno spellato vivo, poi gli hanno tagliato la testa.
Michelangelo, infatti, rappresenta il santo con il coltello usato per spellarlo nella mano destra mentre nella mano sinistra tiene la pelle strappata dal suo corpo.
Un medico calabrese, Francesco La Cava, novant'anni fa, ha riconosciuto nel volto deformato della pelle  l'autoritratto dell'artista. E questa identificazione è oggi accettata dagli storici dell'arte.
Ma perché questo terribile autoritratto nella pelle di un santo spellato vivo?

Per alcuni studiosi la chiave per capire questo fatto è il volto di San Bartolomeo: il santo somiglia infatti allo scrittore Pietro Aretino, grande nemico di Michelangelo; i due avevano duramente litigato, anche sul 'Giudizio'. E quindi la scena può significare questo: l'artista si rappresenta 'spellato vivo' dagli attacchi velenosi dell'Aretino.

Altri, invece, danno una spiegazione più psicologica: Michelangelo è ormai ultrasessantenne, dipinge in quel volto il suo stato d'animo, l'enorme fatica fisica e spirituale necessaria per portare a termine il grande dipinto.

 

Minosse

Minosse, il giudice infernale, è rappresentato da Michelangelo in modo particolare. Ha lunghe orecchie d'asino, simbolo di stupidità, e un serpente intorno al suo corpo nudo morde i suoi testicoli. È certamente un modo poco rispettoso di dipingere questo essere che, secondo Dante, decide in quale parte dell'Inferno devono andare le anime dei dannati (Inferno, canto V).

Giorgio Vasari (Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568) scrive che Minosse ha il volto di Biagio da Cesena, il Maestro di Cerimonie di papa Paolo III Farnese. Biagio aveva criticato i nudi dipinti da Michelangelo, secondo lui troppi e non adatti a quel luogo santo. E Michelangelo si era vendicato così.

Secondo alcuni critici moderni, però, non si tratta di Biagio da Cesena, ma di uno dei figli del papa, Pierluigi Farnese. Era un uomo depravato e crudele: aveva stuprato ucciso un giovane vescovo, Cosimo Ghieri e Michelangelo voleva forse rappresentarlo in questa figura demoniaca.

In realtà noi non sappiamo come stanno le cose. Chi ha rappresentato veramente Michelangelo? Biagio da Cesena o Pierluigi Farnese? Forse nessuno dei due.
Ma una cosa invece è certa: oltre vent'anni dopo i nudi del 'Giudizio' sono stati censurati.

 

Vergine Maria 

Un altro autoritratto di Michelangelo è stato 'scoperto' nel 2016. È l'ultimo in ordine di tempo, dopo quello riconosciuto nel 2009 nell'affresco con la 'Crocifissione di San Pietro' (1546-1550) nella Cappella Paolina al Vaticano.

È un autoritratto difficile da vedere: è dipinto di profilo nella parte posteriore del velo della Vergine Maria. Un profilo che «l’appoggio della mano destra della Vergine rende pensoso» e che si può paragonare al famoso ritratto in bronzo di Michelangelo fatto da Daniele da Volterra (a destra).

Per gli autori della scoperta, questo è «l’autoritratto più segreto e singolare» fatto dall'artista. E il doppio volto
(Vergine-Michelangelo) esprime il concetto della Madre di Dio come Janua Coeli, Porta del Cielo.
L'analisi dell'autoritratto è inoltre lo spunto per ri-esaminare la personalità di Michelangelo e le sue relazioni con cultura dell'epoca.

 

Per saperne di più
San Bartolomeo: F. LA CAVA, Il volto di Michelangelo scoperto nel Giudizio Universale: un dramma psicologico in un ritratto simbolico, Bologna 1925;
H.W. PFEIFFER, La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro, Milano 2010, p. 230; A. PAOLUCCI, Michelangelo e il volto sfigurato, «Avvenire», 30 ottobre 2014.
Minosse: A. FORCELLINO, Quel che si nasconde nella figura di Minosse,
«Arte&Carte», 1 ottobre 2007.
Vergine: M. GRASSO, P. CARLONI,
"L'uno e l'altro volto": Michelangelo, Vittoria Colonna e la Vergine del Giudizio Sistino, Roma 2016.