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Nel 1564, un anno dopo la fine del
Concilio di Trento, viene decisa la censura dei nudi "scandalosi"
del Giudizio Universale
nella Cappella Sistina. Per fortuna Michelangelo era già
morto, il 18 febbraio di quello stesso anno. E, sempre per fortuna,
esistevano due copie dell'affresco fatte pochi anni prima, una di
Marcello Venusti (1549) e l'altra di Giulio Giovio (metà del
Cinquecento circa).
È stato un collaboratore ed amico di Michelangelo, Daniele da
Volterra, a coprire la nudità delle figure con le famose "braghe",
cosicché da allora è stato soprannominato il Braghettone
(anche se non è stato l'unico a mettere le mutande ai santi, e la
censura è continuata anche nei secoli successivi).
La maggior parte delle braghe è dipinta a tempera sopra l'affresco
originale, che quindi si è conservato al di sotto delle ridipinture.
Ma c'è un'eccezione: nel caso di Santa Caterina d'Alessandria e di
San Biagio, il Braghettone ha distrutto l'affresco di Michelangelo e
ha rifatto, sempre ad affresco, le figure. Perché?
Basta guardare i santi dipinti da Michelangelo (a sinistra,
dalla copia del Venusti) e quelli rifatti da Daniele da Volterra
(a destra): Santa Caterina era completamente nuda e San Biagio
era accovacciato alle sue spalle, in una posizione molto
indecente. Non bastava coprire i nudi con delle vesti, era altro
il problema!
Così, alla Santa è stato fatto un bel vestitino verde,
completamente nuovo, salvando la testa, le braccia e la ruota
del martirio, di mano di Michelangelo. San Biagio è stato
totalmente rifatto: ora non è più piegato sulla Santa e guarda,
molto devotamente, verso il Cristo giudice.
In fondo non è andata male, l'affresco poteva essere
distrutto.... Evidentemente Michelangelo era più vicino a Dio
dei suoi intolleranti censori.
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