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Il 1968 era passato
da poco e la società italiana stava cambiando: in particolare
sulla scena politica e sociale era arrivata una nuova figura, il
mondo giovanile.
Lo Stato, un po' vecchio e conservatore, borghese e perbenista,
sotto la spinta di questi nuovi movimenti giovanili comincia
una stagione di riforme.
Prima di tutto la scuola: quella elementare viene
completamente rivoluzionata (e diventa una delle migliori
d'Europa, con l'introduzione per esempio del tempo pieno);
scuole medie e superiori diventano meno selettive; le
"classi differenziali" per bambini con handicap
sono abolite e nasce l'insegnante di sostegno (1977); l'università
diventa di massa e per la prima volta anche i figli
dei non-ricchi
possono arrivare alla laurea.
Grande influenza su tutto |
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questo l'ha avuta il libro di Don Milani
"Lettera a una professoressa". Il libro di un prete
cattolico, non di un rivoluzionario estremista. |
Con una legge del 1975 si diventa poi maggiorenni a 18 anni e non più a
21; l'inglese sostituisce il francese come seconda lingua
studiata a scuola e i giovani cominciano a viaggiare (prima con
l'autostop, poi in treno e infine anche in aereo) e a conoscere
"l'estero".
Grandi cambiamenti riguardano i diritti civili
delle persone: fra il 1970 e il 1974 anche in Italia è
introdotto il divorzio, prima vietato (anzi, prima di
quell'anno era possibile |
divorziare solo attraverso
l'annullamento del matrimonio autorizzato dalla Sacra Rota,
cioè dal Vaticano); dal 1978 anche l'aborto non è più
un crimine e si può fare negli ospedali (prima avveniva solo
clandestinamente, praticato da "mammane" incompetenti
che spesso causavano la morte delle donne che chiedevano di
abortire). Il divorzio e l'aborto, due conquiste degli Anni
Settanta realizzate attraverso due famosi referendum popolari,
portano anche all'abolizione del delitto d'onore,
definitivamente abrogato con una legge del 1981.
Con
il femminismo si diffonde anche una nuova idea del ruolo
della donna: cambia il diritto di famiglia (la moglie
conquista gli stessi diritti del marito) e per la prima volta,
nel 1979, una donna diventa Presidente della Camera dei
Deputati, Nilde Jotti. |
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Cambia addirittura la considerazione dei
"diversi" nel mondo della psichiatria:
con la legge 180, chiamata "legge Basaglia" i manicomi,
che erano praticamente dei lager
con licenza di tortura, vengono definitivamente chiusi (1978).
Cambia radicalmente il diritto del lavoro con l'accettazione da
parte dello Stato dello Statuto dei Lavoratori (1970),
una serie di norme sulla tutela della libertà e dignità dei
lavoratori, della libertà e dell'attività sindacale nei luoghi
di lavoro e norme sul collocamento.
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Ma gli anni Settanta non sono solo anni di conquiste civili.
Anche la creatività e l'impresa hanno un forte impulso.
Se guardiamo a uno dei settori più importanti dell'economia
italiana, la moda, scopriamo che proprio in quel periodo
nascono le prime collezioni di Roberto Cavalli (1970), Laura
Biagiotti (1972), Armani e Rocco Barocco
(1974), Versace (1975), E emergono negli stessi anni
firme come Gianfranco Ferrè e Dolce e Gabbana.
Non male per uno Stato che si dice in crisi! |
E non parliamo del cinema,
altro punto forte della produzione italiana: fra il 1970 e il
1980 escono film di Vittorio de Sica (Il giardino dei
Finzi Contini), di Luchino Visconti (La caduta degli dei,
Morte a Venezia, Ludwig, Gruppo
di famiglia in un interno, L’innocente), di Elio Petri
(La classe operaia va in Paradiso, La proprietà non è più
un furto, Toto Modo, Indagine su un cittadino al di sopra di
ogni sospetto), dei Fratelli Taviani (Allonsanfan,
Padre padrone), di
Pierpaolo Pasolini (Il
Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una
Notte, Salò); di Federico Fellini
(I Clowns, Roma, Amarcord, Casanova) e di altri grandi registi come Ettore
Scola, Sergio Leone, Francesco Rosi, Mario Monicelli, Gigi Magni;
e nasce la giovane promessa del cinema italiano
Nanni Moretti
(Io sono un autarchico, Ecce Bombo).
Anche questo non male per un solo decennio di cultura. |
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Sempre negli Anni Settanta nascono le radio private e
soprattutto le
televisioni private: con un grande impulso
non solo allo spettacolo ma anche all'industria pubblicitaria
italiana, che diventa così fortissima.
Fra i nuovi giornali degli Anni Settanta bisogna poi
ricordare la nascita di La Repubblica che è oggi il
secondo giornale italiano per importanza. E poi Lotta
Continua (1969-1982), giornale comunista noto anche perché
molti dei giornalisti aderenti a quella linea estremista
ancora oggi sono personaggi pubblici di rilievo politico (Marco
Boato, Paolo Cento, Enrico Deaglio, Gad Lerner, Luigi Manconi,
Lidia Ravera, Adriano Sofri), e, cosa buffissima, spesso
passati nel campo totalmente avverso (Giuliano Ferrara, Paolo
Liguori, Carlo Rossella, Carlo Panella, Toni Capuozzo, Giampiero
Mughini, oggi tutti dalla parte di Berlusconi!).
Insomma, i terribili Anni Settanta non sono poi forse stati
così terribili. E se è vero che il terrorismo politico
ha sporcato di sangue quel periodo, viene da domandarsi: non ci
sarà un rapporto tra questa positiva spinta al rinnovamento e quell'esplosione di violenza che voleva paralizzare l'Italia?
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