Nel primo episodio del
film Caro Diario (1993), Nanni Moretti va a zonzo con la
sua |
Vespa
per le strade di Roma. È estate, la città è deserta: il
regista può girare per le strade assolate e riscoprire, quartiere dopo quartiere, palazzo dopo palazzo, la
sua città: "Sì, la cosa che mi piace più di tutte è
vedere le case, i quartieri. Anche quando vado nelle altre
città l'unica cosa che mi piace fare è guardare le case". |
|
|
Per primo attraversa il
quartiere della Garbatella, nato intorno al 1920 come quartiere operaio
nella periferia a sud di Roma: è un esempio di città-giardino, con bellissimi villini mono o
bifamiliari,
ognuno col suo giardinetto privato. Villini apparentemente simili tra
loro ma in realtà differenti nei particolari, nella scaletta esterna,
nella loggia o nel portico su colonnine, nei tetti, tutti ricoperti da
tegole e fantasiosi comignoli.
|
Dal
1927, dopo l'apertura di via della Conciliazione davanti a S.
Pietro, sono andati ad abitare alla Garbatella anche gli sfrattati del centro
storico, in quattro grandi condomini costruiti per loro. Secondo
alcuni, può diventare un nuovo Trastevere. "Il quartiere
che mi piace più di tutti è la Garbatella - dice Nanni
Moretti -. E me ne vado in giro per i lotti popolari. Ma non mi
piace vedere solo le case dall'esterno, ogni |
|
tanto mi piace vedere anche come sono fatte dentro. E allora suono a un
citofono e faccio finta di fare un sopralluogo, che sto preparando un
film...". |
|
Continuando a gironzolare senza meta
Moretti finisce a Spinaceto, quartiere periferico a sud-ovest
di Roma, un chilometro al di fuori del Grande Raccordo Anulare. È nato
all'inizio degli anni '70 come "quartiere dormitorio", con
grandi "palazzoni" e palazzine (e niente altro!).
Dagli anni '80 si è arricchito di negozi, centri commerciali con uffici
e aree verdi, ma fra i romani ha ancora una cattiva reputazione, di
quartiere degradato ai confini del mondo. E Moretti dice: "Spinaceto,
un quartiere costruito di recente. Viene sempre inserito nei discorsi
per parlarne male: "Ma qui mica siamo a Spinaceto!", "Ma
dove .
|
abiti,
a Spinaceto?". Poi mi ricordo che un giorno ho letto anche
un soggetto che si chiamava Fuga da Spinaceto; parlava di
un ragazzo che scappava da quel quartiere, scappava di casa e
non tornava mai più. E allora andiamolo vedere Spinaceto! ...
Spinaceto, pensavo peggio. Non è niente male." |
|
|
Infine,
passando in vespa lungo la via Cristoforo Colombo, Moretti arriva a Casal Palocco,
un quartiere residenziale tra Roma e il mare di Ostia. È stato
costruito a partire dagli anni '50, con ville e villini non di rado
progettati secondo criteri 'hollywoodiani', cioè con ampi
giardini, palme, copertura a tetti di paglia (almeno in
origine) e spazi interni vari e articolati; edifici che oggi sono per lo
più invisibili dietro muri e siepi. La costruzione di ville e di spazi
commerciali e ricreativi è
proseguita negli anni successivi e molti romani si sono spostati
verso questa zona, alla ricerca di
|
spazi verdi e
tranquillità. Tuttora è considerato un quartiere borghese e conservatore,
abitato da "figli di papà".
Moretti non lo ama: lo spaventano
le villette coi giardini,
chiuse come fortezze, con grossi cani da guardia dietro ai
cancelli.
Non capisce perché molti romani hanno voluto abbandonare la capitale
per andare a vivere in quartieri tranquilli ma senza personalità. |
"Passando accanto a
queste case, sento un odore di tute indossate al posto dei vestiti, un odore di
videocassette, cani in giardino a far la guardia e pizze già pronte dentro
scatole di cartone. Ma perché sono venuti quaggiù trent'anni fa? [rivolto
ad un signore che scende dalla macchina] Scusi, ma perché siete venuti ad
abitare qui a Casal Palocco?"
- Signore " Ma guardi che
verde, la tranquillità..."
- Nanni " Sì, il verde
ma...voi...sono sicuro una trentina di anni fa...no?...siete venuti qua.
Sessantuno..."
- Signore "Sessantadue"
- Nanni " Ecco...trent'anni
fa Roma era una città meravigliosa"
- Signore "Ma qui è diverso"
- Nanni "Qui è
diverso...anche ora. Ma Roma allora era BELLISSIMA, capisce? Questo, mi
spaventa. Cani dietro i cancelli, videocassette, pantofole..." |
|
|
L'ultima tappa del suo
giro
è il prato dove, nel 1975, venne ucciso lo scrittore e regista Pier Paolo
Pasolini, sul litorale di Ostia. Un luogo desolato,
polveroso e abbandonato, come il monumento a lui dedicato,
scrostato e in rovina.
"Non so perché, ma non ero mai stato nel posto nel
quale è stato ammazzato Pasolini".
E anche questo è Roma.
|
|
|