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Il 12 dicembre 1969 una
bomba esplode nella Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana,
a Milano. Diciassette morti e 88 feriti.
Chi ha interesse a creare disordine e paura in Italia? Chi
desidera che la gente chieda uno Stato più repressivo? Molte
sono le
analogie con quello che era successo in Grecia nel 1967, quando i
Colonnelli avevano preso il potere con un golpe.
Le indagini per trovare i colpevoli sono caotiche e
contraddittorie. Finisce in carcere un anarchico, Pietro
Valpreda: resterà in carcere 3 anni e poi sarà definitivamente
assolto. Altre indagini seguono la "pista nera":
gruppi di neofascisti che lavorano in accordo con una parte dei
Servizi Segreti italiani. Si accertano responsabilità in
particolare dei Servizi Segreti che hanno certamente depistato
le indagini. Il processo finisce nel 2005 (!). Tutti assolti.
8-9
dicembre 1970: l'ex comandante fascista Junio
Valerio Borghese, con l'appoggio della destra, dei
vertici militari e di alcuni politici tenta un colpo di
Stato. Si sospetta che l'azione fosse sponsorizzata
dagli americani per impedire l'avanzata del Partito
Comunista in Italia. I vertici dei Servizi Segreti,
coinvolti nel colpo di Stato, sono gli stessi coinvolti nella strage di Piazza Fontana. Il golpe
comunque fallisce e non se ne parla più. Come non si è
parlato più del tentativo di colpo di Stato militare
del 1964, programmato con modalità simili a questo, nel
periodo in cui nasceva la prima coalizione di centro-sinistra. |
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Il
movimento degli studenti è sempre più diviso fra destra e sinistra,
neri o rossi, fascisti e comunisti. Si formano gruppi che fanno politica
extraparlamentare. Alcuni di questi gruppi non rifiutano la violenza. Lo
stato parla di "opposti estremismi". |
15 marzo 1972:
l'editore comunista Giangiacomo Feltrinelli muore per l'esplosione di
una bomba che voleva piazzare sotto un traliccio vicino a Milano. Dai
tempi di Piazza Fontana Feltrinelli era convinto che in Italia si stesse
preparando un golpe fascista filo-americano. Era entrato in
clandestinità e aveva stretti contatti con la guerriglia sudamericana
di Che Guevara e con i terroristi tedeschi della Rote Armee Fraktion.
Aveva anche finanziato le Brigate Rosse, un gruppo di estrema sinistra
italiano fondato nel 1970 da Renato Curcio e Alberto
Franceschini, gruppo che fino a quel momento non aveva mai comunque
commesso delitti. |
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La
violenza politica aumenta: il 17 maggio del 1972 viene ucciso il
Commissario Calabresi, indicato dal giornale Lotta Continua e dai gruppi di
sinistra come responsabile della morte di un anarchico di nome Pinelli.
Calabresi era completamente innocente, ma alla sua morte l'intero popolo
di sinistra festeggia la fine di un "servo del padrone". Nel
1997 (sì, 25 anni dopo!) sono stati condannati per il delitto Calabresi
tre esponenti di Lotta Continua: Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e
Giorgio Pietrostefani. Resta in prigione oggi solo Adriano Sofri, famoso
giornalista, intellettuale e scrittore che si è sempre proclamato
innocente. |
31 maggio 1972:
strage di Peteano. Una telefonata anonima segnala ai
Carabinieri una macchina sospetta. Tre carabinieri vanno a
controllare e la macchina esplode, uccidendoli. L'attentato è
compiuto da un'organizzazione neofacista, Ordine Nuovo. Ancora
una volta i Servizi Segreti tentano di depistare le indagini e
di attribuire la responsabilità a militanti dei gruppi di
estrema sinistra.
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ottobre 1973: Enrico
Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, parla
per la prima volta di possibilità di Compromesso Storico, una
sorta di Grosse Koalition con la Democrazia Cristiana, per
fronteggiare la difficile situazione italiana. Questa posizione
"moderata" dei comunisti spaventa la destra (e chi ha paura di
un ingresso dei comunisti al Governo) e sposta ancora più all'estrema
sinistra i giovani comunisti che mai accetterebbero un accordo con la
odiata Democrazia Cristiana. La lotta armata si avvicina. |
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1973-1974: Le Brigate Rosse di Renato Curcio, il
capo storico, compiono azioni più vistose. Rapiscono un
dirigente della Fiat e un magistrato di Genova. Si
tratta ancora di azioni dimostrative, senza spargimento di
sangue.
28 maggio 1974: strage a Piazza della Loggia, Brescia.
Durante un comizio dei sindacati, fatto proprio per condannare
il neofascismo, esplode una bomba. 8 morti e un centinaio di
feriti. Le indagini evidenziano che i responsabili provengono da
ambienti
di estrema destra in collegamento con esponenti dei
Servizi Segreti italiani. I colpevoli comunque non sono mai
stati scoperti.
17 giugno 1974: Il nucleo veneto delle Brigate Rosse uccide
due militanti del Movimento Sociale Italiano (il partito di
destra più vicino alle posizioni dei neofascisti). ll comitato
nazionale delle BR, pur rivendicando l'azione, se ne dissocia in
parte, sostenendo che il cuore della questione non è
l'antifascismo, ma l'attacco allo Stato. Renato Curcio definirà
l'accaduto come un "incidente di percorso non
programmato". Si tratta comunque del
primo fatto di sangue firmato BR, anche se il primo attentato,
organizzato a livello nazionale con l'intenzione di uccidere, è
del 1976.
4 agosto 1974: una bomba esplode sul treno Italicus,
sulla linea Roma-Monaco di Baviera, a pochi chilometri da
Bologna. 12 morti e 48 feriti. L'attentato è rivendicato da
Ordine Nero, gruppo armato neofascista. |
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Si
consolida la teoria della Strategia della Tensione: gruppi di
neofascisti, pezzi deviati dello Stato (Servizi Segreti e forse qualche
dipartimento militare), probabilmente protetti all'estero anche da
qualche Servizio Segreto straniero, compirebbero attentati e crimini per
esasperare l'opinione pubblica e sollecitare lo Stato Italiano a varare
leggi speciali e repressive. Tutto per fermare l'avanzata del Partito
Comunista che ha sempre più consensi. |
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8 settembre 1974: Renato Curcio e Alberto Franceschini,
capi storici delle Brigate Rosse, sono arrestati. Curcio
evade grazie all'azione di un commando guidato dalla sua
compagna, Mara Cagol, nel 1975, ma il suo ruolo nelle BR diventa meno
importante.
Nel 1976 è di nuovo arrestato e resterà in prigione fino ai
giorni nostri. |
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24 gennaio 1975: il neofascista Mario Tuti
(terrorista del gruppo Fronte Rivoluzionario Nazionale) uccide a
Empoli, durante una sparatoria, tre poliziotti.
13 marzo 1975: un giovane militante di destra, Sergio
Ramelli, viene ucciso da militanti di Avanguardia Operaia,
gruppo di estrema sinistra.
16 aprile 1975: uno studente di sinistra, Claudio
Varalli, viene ucciso durante una manifestazione da
militanti neofascisti del gruppo Avanguardia Nazionale.
17 aprile 1975: in una manifestazione di protesta per
l'uccisione di Claudio Varalli, un giovane di sinistra, Giannino
Zibecchi, è ucciso dai Carabinieri.
22 maggio 1975: la "Legge Reale" dà alla
polizia poteri speciali per combattere il terrorismo. Chi
sperava in una svolta autoritaria dello Stato ha una sua prima
soddisfazione.
1976-1978: decine e decine i morti provocati dall'
"attacco al cuore dello Stato" portato dalle
Brigate Rosse. Si colpiscono forze dell'ordine, magistrati,
giornalisti e tutti quelli che sono ritenuti "servi dello
stato delle multinazionali".
1977 - È l'anno che nella memoria collettiva diventerà
famoso quanto il 68. Ribellione generalizzata nelle università,
studenti che gridano "né con lo Stato né con le
brigate rosse", manifestazioni per le strade, scontri
con la polizia, bombe molotov. Sparano i giovani e spara la
polizia: Giorgiana Masi, pacifica studentessa del Partito
Radicale, muore. Ma sono decine i morti in quell'anno. |
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16 marzo 1978: Aldo Moro, Presidente della
Democrazia Cristiana, sta andando in Parlamento dove deve nascere
il primo Governo di Unità Nazionale. Per la prima volta
il Partito Comunista non sarà all'opposizione e, anche se senza
ministri, farà parte della maggioranza. Quella mattina, con una
azione militare di altissimo livello, le Brigate Rosse uccidono
i cinque uomini di scorta e rapiscono Aldo Moro. Lo tengono
prigioniero fino al 10 maggio quando, dopo infinite trattative
con lo Stato, lo uccidono. |
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Il
rapimento e l'omicidio di Aldo Moro restano una delle
pagine più misteriose della storia italiana (insieme con
le stragi che facevano parte della strategia della
tensione). Ancora oggi infatti restano aperti molti
interrogativi. In particolare "perché" Moro è
stato rapito, perché lo Stato non ha trattato quanto
avrebbe potuto, perché le indagini sul suo rapimento sono
state sviate proprio quando si stava per liberarlo,
perché le BR lo hanno ucciso proprio mentre si cominciava
a trattare, dove sono finiti i documenti relativi alla sua
prigionia. I misteri sono tantissimi e sono ben illustrati
nel film "Il caso Moro" (1986), di Giuseppe
Ferrara.
Nasce in quegli anni la teoria del Grande Vecchio, cioè il
sospetto che dietro tutti i misteri italiani ci fosse
un'unica mente. Ma è solo una teoria. E resta una teoria
finché non verrà alla luce un altro organismo
misterioso, la Loggia
P2, un ramo supersegreto della
Massoneria. |
10 agosto 1978: il Generale dei Carabinieri Carlo
Alberto Dalla Chiesa è incaricato di dirigere tutta la
lotta contro le Brigate Rosse. Ci vorrà qualche anno, ma sotto
il suo comando le forze dell'ordine daranno al movimento
terroristico un colpo mortale.
1979-1982: Le Brigate Rosse continuano le loro azioni
violente ma in modo sempre più sanguinario e incontrollato.
Arrivano a uccidere perfino un militante sindacale di Genova,
Guido Rossa, inimicandosi definitivamente tutto il mondo del
lavoro. E puniscono con la morte il fratello di un brigatista
che ha collaborato con la giustizia: una tecnica di vendetta
quasi mafiosa. Decapitate del gruppo
dirigente compiono ancora attentati e omicidi, perfino in numero
superiore al passato. Ma la fine è vicina e dall'82 la loro
storia può considerarsi conclusa.
2 agosto 1980: non finisce però la strategia della
tensione. In una sala d'aspetto della stazione di Bologna
alle 10,25 esplode
una bomba: 85 morti e 200 feriti.
Sono ritenuti responsabili della strage alcuni terroristi di
destra, in particolare Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
I due, che pure hanno ammesso un gran numero di delitti, hanno
sempre respinto questa accusa. Anche in questo caso l'ombra dei
Servizi Segreti deviati e del Grande Vecchio è pesante. |
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Dopo l'82 stragi e misteri continuano, ma stavolta la firma
sarà quella della Mafia. |
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Nel
1981 si scopre l'esistenza di una loggia segreta della
Massoneria, la Loggia
P2, guidata da Licio Gelli. La
loggia sarà coinvolta in tutte le indagini sui misteri
d'Italia. Qualcuno ha addirittura pensato a Licio Gelli
come alla figura che potrebbe incarnare il Grande Vecchio.
Ma questo è un altro discorso... |
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