Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Giulia Grassi

 
FESTIVAL DI SANREMO?
NO, GRAZIE
 
 

 Musica, intrattenimento radiofonico e televisivo, satira politica e di costume negli anni 70

 
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Gli anni Settanta sono stati anni di trasformazione e svecchiamento anche nel campo della musica, dell'intrattenimento radiofonico e televisivo, della satira politica e di costume.
Per capire come cambiarono, in quel decennio, i gusti del pubblico (e dei giovani in particolare), basta guardare i dati del Festival della Canzone Italiana o di Sanremo, la manifestazione canora più famosa, e contestata, d'Italia.
 
Il Festimal di Sanremo del 1975 Per tutti gli anni Sessanta le tre serate del festival sono andate in onda in diretta sia alla radio che in televisione: partecipavano i big della canzone italiana e si vendevano tantissimi dischi a 45 giri (circa 6 milioni di copie, tra 45 e 33 giri, solo nel 1964). Ma tra il 1973 e il 1980 la televisione trasmette in diretta solo la serata finale: i cantanti importanti snobbano la manifestazione e le vendite dei 45 giri calano a picco (nel 1975, anno 'nero' del festival, vendute appena 45.000 copie).
Solo negli anni Ottanta si ricomincia con la diretta televisiva dell'intera manifestazione, in concomitanza con quello che è stato chiamato "il riflusso". Oggi le serate del festival sono addirittura cinque, e tutte trasmesse in diretta.

Gli "anni bui" di Sanremo riflettono la crisi di cambiamento che in quel decennio investe ogni aspetto della società italiana.

I giovani impazziscono per una trasmissione radiofonica che si chiama Alto Gradimento, andata in onda tra il 1970 e il 1976. Un programma bizzarro, addirittura demenziale, assolutamente diverso da tutto quanto proponeva allora la radio: brani musicali non convenzionali si alternavano alle gag comiche di una galleria di personaggi surreali, il tutto coordinato dai due "presentatori" Renzo Arbore e Gianni Boncompagni e con un ritmo serrato. Molte battute, ripetute a mo' di tormentone, sono entrate nel linguaggio comune e chi allora aveva vent'anni ancora se le ricorda.

Renzo Arbore è anche l'autore di una trasmissione televisiva parimenti rivoluzionaria, L'altra Domenica (1976-1979), trasmessa la domenica pomeriggio sul "secondo canale" della R.A.I. Inventata per soddisfare un pubblico che non seguiva volentieri il programma che andava in onda già da anni sul "primo canale" (Domenica In), decisamente più tradizionale, aveva tra i suoi protagonisti un giovanissimo Roberto Benigni, che interpretava un surreale critico cinematografico (parlava di film che non aveva visto). La sigla finale, poi, era cantata dalle Sorelle Bandiera, tre vigorosi giovanotti travestiti da donna.
Il successo era stato travolgente e gli ascolti altissimi, tanto da preoccupare gli autori del programma concorrente, Domenica In

Insomma, all'epoca si sperimentava, altro che i noiosi e prevedibili format che ci vengono propinati oggi.

I giovani che si divertivano con queste trasmissioni difficilmente seguivano Sanremo. Ascoltavano la musica anglosassone, ma anche quella dei numerosi gruppi nati in Italia proprio in quegli anni: è italiano uno dei filoni più originali di quello che è chiamato Progressive Rock, tanto che alcuni di questi gruppi ottennero successo anche all'estero (ad esempio, la Premiata Forneria Marconi).
E poi i giovani ascoltavano, e suonavano alla chitarra, i brani dei cantautori. Ce n'era per tutti i gusti: canzoni "impegnate" che parlavano di problemi sociali e di politica, brani sperimentali nel testo come nella musica o di carattere più decisamente poetico. Ma anche la 'musica leggera' poteva essere di altissimo livello, come testimonia la produzione di Lucio Battisti.
 
La musica, come le trasmissioni di cui si è parlato, avevano in comune la voglia di cambiare, di sperimentare. Ma anche l'irriverenza. E, a proposito di irriverenza, non possiamo non citare un giornale satirico nato alla fine degli anni Settanta, Il Male (1977-1982), un giornale che ignorava l'idea del "politicamente corretto". Tanto è vero che le vignette satiriche e gli articoli, feroci e sarcastici, causarono un gran numero di denunce (molte per vilipendio della religione) e parecchi sequestri.
Geniale, in particolare, l'idea di falsificare la prima pagina dei quotidiani più famosi, inventandosi scoop demenziali: famosissima la pseudo-prima pagina del Paese Sera con la notizia dell'arresto dell'attore Ugo Tognazzi perché capo delle Brigate Rosse.
Attualmente non esiste niente di paragonabile, la satira politica è guardata con sospetto e la Chiesa è intoccabile.

Certo, viene da dire... si stava meglio quando si stava peggio.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Benigni a "L'altra domenica"