Sergio
Leone è figlio di Vincenzo Leone (in arte, Roberto Roberti), un pioniere del cinema italiano.
Nel suo primo film western, Per un pugno di dollari (1964), si
firmerà come "Bob Robertson", proprio in onore del padre.
Andava di moda in quegli anni firmarsi con un nome americano: il western
all'italiana era ancora poco credibile e un po' di "americanità"
conferiva un certo prestigio. Lo stesso Ennio Morricone, autore di
celeberrime colonne sonore, in quel film si firma Don Savio; e Gianmaria Volonté, uno dei più grandi attori
italiani, in quel film si firma John
Wells.
Così l'intera produzione:
Regia: Bob Robertson (Sergio Leone)
Fotografia (Technicolor): Jack Dalmas ( Massimo Dallamano)
Montaggio: Bob Quintle ( Roberto Cinquini)
Scenografia: Charles Simons ( Carlo Simi)
Musica: Don Savio ( Ennio Morricone)
Produzione: Harry Columbo ( Arrigo Colombo) e George
Papi ( Giorgio
Papi)
Attori: Clint Eastwood e John
Wells (
Gianmaria Volonté)
Già questo fatto segnala come all'inizio l'invenzione del western
italiano avesse il carattere del gioco.
"Per un pugno di dollari" era il rifacimento in chiave western
di un film di Akira Kurosawa,
Jojimbo (in italiano: La
sfida del Samurai): per questo motivo è stato accusato e condannato
per plagio. In effetti, Leone e i produttori non pensavano di
realizzare un capolavoro e avevano totalmente copiato la storia dal film
giapponese, trasformando un Samurai in un pistolero del West.
Le invenzioni di questo primo western di Leone non stanno quindi nella
trama, ma nella realizzazione: girato con pochissimi mezzi (era costato
solo 120 milioni di lire, pochissimi soldi anche allora, considerando
che gli incassi sono stati di circa 3 miliardi), il film è pieno di
tensione, di violenza e brutalità pura, di vera cattiveria dei
killer, di protagonisti cinici e ironici; non ci sono interpreti
femminili, non ci sono possibilità di distinguere troppo buoni e
cattivi, il bene dal male; la colonna sonora, realizzata con chitarre,
è sorprendentemente originale. E il montaggio è serratissimo e le
lunghe sequenze sono piene di silenzi ricchi di contenuto. Le
inquadrature passano da grandi aperture a feroci primi piani (nei film
di Leone la camera si ferma spesso su un dettaglio della faccia dei
protagonisti: il sogno di ogni
attore - ha detto Claudia Cardinale - che
vorrebbe sempre essere inquadrato in primo piano!).
La trilogia del dollaro di Leone continua con Per
qualche dollaro in più, in pratica il seguito del primo, con gli
stessi attori più Lee Van Cleef, e poi con Il
buono, il brutto il cattivo con Clint Eastwood, Lee van Cleef e Eli
Wallach: film che è riconosciuto come una vera e propria pietra miliare
nella storia del cinema western.
Nel 1968 esce Cera una volta il West, film grandioso e
costosissimo dove fra i protagonisti compare anche Henry Fonda, in un
ruolo per lui inedito: il cattivo. Il film è un vero capolavoro ma
forse non ha il successo che merita. Quei 25 minuti di titoli di testa
(sì, 25 minuti!) e quei 15 minuti di totale silenzio all'inizio del
film (sì sì, 15 minuti in cui i protagonisti non parlano!) hanno
spaventato i distributori americani, che hanno tagliato molte sequenze
della pellicola. E hanno reso quasi incomprensibile la storia. Ma la
versione originale è una vera lezione di cinema.
Con Giù la testa Leone
conclude il suo periodo western. Dopo si dedicherà alla lavorazione del
suo capolavoro assoluto "C'era una volta in America", che ha richiesto 10 anni di
preparazione e 3 di lavorazione.
Sergio
Leone è morto improvvisamente nel 1989, mentre stava preparando un film
sulla battaglia di Leningrado.
La sua filmografia:
- "Gli ultimi giorni di
Pompei", 1959
- "Il colosso di
Rodi", 1960
- "Sodoma e Gomorra"
di Robert Aldrich (Leone è regista della
seconda unità e delle scene di battaglia), 1962
- "Per un pugno di
dollari", 1964
- "Per qualche dollaro in
più", 1965
- "Il buono, il brutto,
il cattivo", 1966
- "C'era una volta il
West", 1968 (esiste una recente edizione
"C'era una volta il West - The director's cut" prodotta
da Tele
Più e il Centro
Sperimentale di Cinematografia)
- "Giù la testa",
1971 (esiste una versione integrale restaurata
prodotta da Tele
Più e il Centro Sperimentale di Cinematografia)
- "C'era una volta in
America", 1984
Una
sua frase celebre:
Mi
piace Clint Eastwood perché è un attore che ha solo due espressioni:
una con il cappello e una senza cappello
|