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Degli
Horti
di Mecenate, i primi realizzati in quest'area dell'Esquilino,
rimane solo il cosiddetto Auditorium di Mecenate su Via Merulana,
scoperto casualmente nel 1874 durante i lavori di ampliamento della
strada.
Degli Horti Lamiani (2
nella
pianta del LANCIANI)
sappiamo che erano magnifici: addirittura alcune sale erano rivestite da
lamine di bronzo dorato con incastonate gemme colorate (agata, ambra,
cristallo di rocca, granati e altre) (a)
e c'erano pavimenti fatti con marmi costosissimi, come
l'alabastro (b).
Da qui proviene la statua bellissima della Venere esquilina, una
delle numerose sculture che abbellivano il complesso
(e che sono nei Musei Capitolini e nella Centrale
Montemartini).
Non sorprende che gli imperatori Caligola e Commodo, famosi per il loro
stile di vita lussuoso e lussurioso, passassero molto tempo in questo
luogo incantevole.
Sappiamo che nel XVII secolo sull'area degli Horti Lamiani è stata
costruita Villa
Palombara, poi demolita per far posto a
Piazza Vittorio. Recenti
scavi archeologici (2005-2006) effettuati nella
Piazza hanno permesso
il ritrovamento di un nuovo settore degli horti, finora
sconosciuto.
Bellissimi dovevano essere anche gli Horti Liciniani (1
nella pianta del LANCIANI),
nella zona nord-orientale dell'Esquilino, di proprietà dell'imperatore
Licinio Gallieno: è lo stesso imperatore citato nell'iscrizione sull'Arco
di Gallieno, accanto alla non lontana chiesa di San Vito. Gli storici
latini raccontano che l'imperatore amava risiedere qui con tutta la sua
corte, e questo indica che doveva trattarsi di un complesso molto vasto e
ricco. Ad esempio, apparteneva a un lungo portico degli horti
il grande mosaico pavimentale
con scene di caccia (c) rinvenuto nel 1904, durante i lavori di
costruzione del sottopassaggio ferroviario noto come "arco di
Santa Bibiana"
perché vicino alla
chiesa omonima. Era in ottimo stato di conservazione,
ma è stato asportato solo per 3/5 della sua estensione perché il resto è
rimasto sotto i binari ferroviari, che non potevano essere interrotti.
Rimasto per decenni nei magazzini, è stato "riscoperto" pochi anni fa e
dal 1997 è esposto nella
Centrale Montemartini. È datato agli inizi del IV secolo. |
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