I
nomi delle vie e delle piazze di Roma ci dicono molte cose sulla storia
millenaria della città.
Certi nomi sono legati al territorio, ad esempio al Tevere.
Via
del Velabro (R. XII - Ripa) ricorda le alluvioni che per
secoli hanno allagato questa e altre zone vicino al fiume: Velabrum
viene da velus, palude.
Via Arenula
(R. VII, VIII, IX,
XI - Regola, Sant'Eustachio, Pigna, Sant'Angelo) ricorda la sabbia
(o "rena", dal latino arenula) delle spiaggette lungo
le rive del Tevere, dove solo fino a cento anni fa i romani facevano il
bagno. Stessa origine per
Via della Renella (R. XIII -
Trastevere) mentre alla riva (latino ripa) del Tevere
alludono Via di Ripetta,
Lungotevere Ripa etc.
I nomi di altre vie
ricordano la decadenza di Roma nel Medioevo, quando la città era
spopolata (era scesa da un milione a settantamila abitanti), con pascoli
e orti dentro le mura aureliane e i monumenti antichi abbandonati e in
rovina. Via Capo le Case (R. III e IV - Colonna e Campo Marzio)
indica che ancora nel XV secolo lì finivano le abitazioni e cominciava
la campagna; del resto, la chiesa lungo la via, dedicata a Sant'Andrea,
era detta delle fratte (cioè "delle frasche",
ramoscelli con foglie).
Via di Monte Caprino
(R. X - Campitelli) testimonia
l'abbandono del
Campidoglio: sul colle sacro di Roma, per mille anni
dominato dal Tempio di Giove Ottimo Massimo, nel Medioevo pascolavano
capre e pecore. E così era nell'antica zona monumentale dei Fori
Imperiali: Via Caprareccia e la scomparsa
Via delle Capre
(R. I - Monti) hanno la stessa origine. Del resto, l'area del
Foro Romano (R. X - Campitelli) era detta
Campo Vaccino
perché ospitava il mercato delle vacche e dei cavalli. Infine,
Piazza dei Calcari (R: IX - Pigna) è un antico
toponimo (in un documento del 1023 la località e detta ad calcaria)
che ricorda la presenza di numerose fornaci di calce: i "calcarii"
facevano la calce polverizzando i marmi dei numerosi monumenti antichi
della zona (!), abbandonati e in rovina dopo la fine dell'impero romano.
Il nome di alcune vie richiama feste e tradizioni.
Vicolo della corda
(R. VII - Regola) ricorda il palo per il
supplizio della corda che si trovava nella vicina Piazza Campo de'
Fiori. Vicolo della Cuccagna (R. VI - Parione) ricorda un
gioco che si teneva due volte l'anno nella vicina
Piazza
Navona: l'albero
della cuccagna era un palo liscio e unto di grasso con in cima polli
e altri cibi, il premio di chi riusciva ad arrampicarsi e prenderli.
Via
del Corso (R. II, III, IV, IX - Trevi, Colonna, Campo Marzio e
Pigna), anticamente Via Flaminia e Via Lata, ricorda le
corse dei
cavalli berberi che qui si sono tenute dal Carnevale del 1466 fino alla
fine del XIX secolo. L'origine di
Via Panisperna (R. I - Monti)
non è chiara, ma è forse
legata ai frati della chiesa di San Lorenzo, che distribuivano ai poveri
panis et perna (pane e prosciutto).
Qualche volta però
il nome di una strada può ingannare.
Largo di Torre Argentina
(R.
VIII e IX - Sant'Eustachio e Pigna) non ha niente a che fare né con
la torre al centro dell'area (detta Torre del Papito) né con lo
Stato sudamericano. Argentina deriva da Argentoratum, nome latino
di Strasburgo, la città del vescovo Giovanni Bucardo (Burckard) che
aveva chiamato così una torre del suo palazzo, ancora esistente a via
del Sudario. Via Florida (R. XI e IX - Sant'Angelo e Pigna)
non richiama lo Stato degli U.S.A. ma qualcos'altro: il fatto che nel
Medioevo la strada si concludeva a Campo de' Fiori (Florida da
"flora"); oppure che vi abitavano molti fiorentini (Florentia
è il nome latino di Firenze); o la famiglia Froridi, cui apparteneva il
medico accusato di aver causato la morte di Clemente X. Mentre la
Salita
del Grillo (R. I - Monti) non ricorda l'insetto parlante del
romanzo "Pinocchio" ma l'antica famiglia aristocratica che qui
possedeva un palazzo. Qualche altro esempio?
Via delle Carine (R. I - Monti) non
indica che qui abitavano ragazze di aspetto gradevole, ma deriva
dall'antica strada romana Carinae: chiamata così o perché
c'erano due enormi sassi che somigliavano alle carene di una nave (carinae,
appunto) o perché qui abitava la nobile gens Carina (due
appartenenti alla famiglia sono stati imperatori nel III secolo).
Via
Leccosa (R. IV - Campo Marzio) non è legata alla presenza di
gustose pasticcerie piene di dolci ma al fango che copriva la strada
quando il Tevere straripava (in dialetto romanesco "leccosa"
significa "limacciosa"); o, secondo altri, alla città
cipriota di Leucosia perché Nicolò Orsini, che era vescovo di Cipro,
qui aveva un palazzo.
Il
nome Via
Sessoriana (R. XV - Esquilino) non ha nessuna relazione con
il sesso ma deriva da
Sessorium, un grande palazzo sede imperiale
tra III e V secolo; e anche se qui ha abitato il vizioso Elagabalo
(morto ammazzato e buttato nel Tevere da Ponte Emilio nel 222) la parola
è legata a sedeo e indica "soggiorno", quindi il luogo
di residenza degli imperatori. Tanto più che in seguito qui ha abitato
Sant'Elena, la madre dell'imperatore Costantino, che ha trasformato un
ambiente del palazzo nella Chiesa di Santa Croce. Infine,
Viale dei Romanisti
(Q. XXIV - Don Bosco), non
celebra i tifosi della squadra di calcio della Roma ma gli studiosi e
amatori di cose romane. I tifosi però si possono consolare con
Via
della Pilotta (R. II - Trevi), che prende il nome da un gioco
di origine romana in cui i giocatori si disponevano a triangolo e che
era fatto con palle dette pilae triagonales. Dopo tanta confusione, non sembra suscitare dubbi
Via delle
Zoccolette (R. VII - Regola). A Roma "zoccola"
significa prostituta e "zoccolette" erano chiamate le
orfanelle ospitate nel Conservatorio dei Santi Clemente e Crescenzio.
Perché? Per indicare che le orfane che uscivano dall'istituto raramente
trovavano lavoro o marito, e quindi erano destinate a prostituirsi o
perché le orfane erano figlie di donne vedove o, peggio, senza marito,
che le tenevano in istituto mentre loro facevano le zoccole? Non si sa.
Quello che è certo, è che una piazza ricorda una celebre "donna
di piacere" fiorentina, Fiammetta, morta a Roma dopo trentatré anni
di 'lavoro' e molto apprezzata dal vizioso Cesare Borgia: il palazzetto
dove, si dice, ha abitato si affaccia su
Piazza Fiammetta (R.
V - Ponte). Niente paura, però. Esiste anche
Via delle Vergini
(R. II -
Trevi). E Via delle Mantellate (R. XIII - Trastevere),
come erano chiamate le Suore Serve di Maria che avevano il convento su
questa strada e indossavano un ampio mantello nero; per secoli il loro
convento è stato usato come carcere femminile, ne parla anche una delle
più famose canzoni popolari romanesche...
Ah, quante storie e quanta vita nei nomi delle strade di Roma! |