Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 4 settimane, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 

 

Giulia Grassi


MARCO DIDIO FALCO, UN INVESTIGATORE NELLA ROMA DEI FLAVI


In giro per Roma con Marco Didio Falco, l'irresistibile investigatore privato creato dall'inglese Lindsey Davis
 
 

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Marco Didio Falco è un investigatore privato protagonista di una serie di libri scritti dall'inglese Lindsey Davis. Vive nell'antica Roma all'epoca degli imperatori Flavi (69-96 d.C.) ed è un personaggio irresistibile: intelligente ma un po' cinico, autoironico, anticonformista e allergico al potere, bello e virile (che non guasta), canaglia dal cuore d'oro, naturalmente povero ma con grande dignità. Accanto a lui, una serie di personaggi altrettanto riusciti, primi fra tutti l'aristocratica fidanzata Elena Giustina e l'amico fraterno Petronio Longo.
Il primo romanzo è apparso nel 1989, l'ultimo è del 2010: 20 libri tradotti in 15 lingue. Le ragioni di questo successo internazionale? Il tono generale dei racconti, che è leggero, brillante, pieno di ironia e di battute, talora esilarante ma senza mai scadere nel grottesco o nel volgare. La complessità delle storie, che hanno un intreccio avvincente e con veri colpi di scena, tipico dei polizieschi di qualità. L'accuratezza delle ricostruzioni storiche e d'ambiente, che trasportano il lettore indietro di mille e novecento anni, a Roma ma anche nelle province del vasto impero: non a caso nel 2010 il comune di Roma ha conferito alla Davis il Premio Colosseo, dedicato alle personalità che promuovono il prestigio dell'Urbe all'estero.
Quello che segue è un itinerario nei 'luoghi' di Didio Falco nella città eterna.

 

San Saba (*) nella Pianta di Roma di Antonio Tempesta (1593)
Marco Didio Falco, scapolo di bell'aspetto, sbarca il lunario facendo l'investigatore privato. Fa una vita un po' sregolata e abita al sesto piano di un palazzone (insula) sporco e superaffollato dell'Aventino, sulla Corte della Fontana (è sempre in lite per l'affitto col proprietario Smaractus). È amico di Lenia, che gestisce una lavanderia (fullonica) al piano terra del caseggiato. Ma, soprattutto, è amico di Lucio Petronio Longo, conosciuto quando era nelle legioni in Britannia (Gran Bretagna), e che dirige la IV Coorte dei Vigili.
 
In effetti l'Aventino, uno dei famosi 7 colli di Roma e legato al mito di Romolo e Remo, è nato come quartiere proletario, dei plebei; solo in epoca imperiale è diventato aristocratico, con domus eleganti (qui ha abitato Traiano, prima di diventare imperatore) e un complesso termale molto elitario, le Terme di Decio. È difficile localizzare il palazzone di Falco, che deve trovarsi sul lato del colle verso la via Ostiense. Invece si può forse identificare il luogo della
caserma (statio) della IV coorte dei vigili dove lavora Petronio Longo, sul cosiddetto Aventinus Minor. Secondo gli archeologi, proprio tra le sue rovine alcuni eremiti venuti da Gerusalemme nel VII secolo fondarono un monastero dedicato a San Saba. La chiesa di San Saba è uno dei gioielli medievali di Roma.
 
Mentre è in missione in Britannia, per conto dell'imperatore Vespasiano, Didio Falco conosce Elena Giustina. È figlia del senatore Camillo, quindi una patrizia. Ed è colta, intelligente, ironica e ribelle. Inevitabilmente i due si innamorano e, sfidando le convenzioni sociali, decidono di andare a vivere insieme. Elena diventa anche una preziosa collaboratrice per Falco, che accompagna in alcune missioni nelle varie province dell'impero, prima da sola e poi assieme alle due figliolette, Giulia Giunilla e Sosia Favonia. Per vivere con il suo investigatore Elena abbandona la sua famiglia (il senatore Decimo Camillo Vero, la moglie Giulia Giusta e i fratelli Aulo Camillo Eliano e Quinto Camillo Giustino), che vive in una bella villa vicino a porta Capena, in una zona verde, tranquilla, con case signorili e appartate, però a due passi dal Palatino e dal Circo Massimo. Niente a che vedere, perciò, con le strade rumorose e affollate dell'Aventino (vd Vivere a Roma 2000 anni fa).
 
Porta Capena era una delle porte nelle antiche mura arcaiche e repubblicane di Roma (secc. VI-IV a.C.), quelle precedenti alle mura aureliane. Da qui iniziava la via Appia (antica), la più famosa delle strade romane; e qui passava una diramazione dell'acquedotto dell'aqua marcia. In questa zona c'era anche un bosco sacro dedicato alle ninfe Camene (lucus camenarum), con la fonte (sacra) di Egeria, la ninfa amata da Numa Pompilio, il secondo re di Roma: solo da questa fonte le Vergini vestali prendevano l'acqua da usare durante i riti nel tempio del foro romano. Oggi non esistono più né le mura né la porta né la fonte né l'acquedotto, ma il nome moderno Piazza di Porta Capena indica la zona di questo mondo perduto.
 
 

Porta Capena, con l'acquedotto, in epoca romana

 

L'attuale Piazza di Porta Capena (*)

 
Anche Didio Falco ha una famiglia: 5 sorelle (Maia, la più amata), 1 fratello (Festo, morto eroicamente in Giudea), una cognata scansafatiche (donna del suddetto Festo), e ben 17 nipoti. Quasi tutti vivono sull'Aventino, come pure l'energica mamma Giunilla Tacita. Il padre, Marco Didio Favonio detto Gemino, ha abbandonato la famiglia quando Falco era piccolo, ma rientra a poco a poco nella vita dei figli. Abita in una bella casa sulle rive del Tevere, di fronte al Gianicolo, e di mestiere fa l'antiquario ai Saepta Iulia, in Campo Marzio; è ricco, simpatico e somiglia a Falco (che si imbestialisce quando glielo fanno notare).
 
I Saepta Iulia si trovavano nel campo Marzio, vicino al Pantheon. Si trattava di grande spazio rettangolare circondato da portici (mt 120x300), nato con una funzione politica (le assemblee elettorali) ma trasformatosi nel tempo in un grande mercato di arte e antiquariato. Qui si aggiravano i collezionisti in cerca del capolavoro (vd L'arte tra corruzione e ossessione), talmente ossessionati da essere oggetto del sarcasmo degli scrittori satirici: come Mamurra, descritto da Marziale mentre si muove tra i tesori dei Saepta, tutto osservando e tutto criticando, e che dopo tanto cercare finisce per comprare "due calici per un asse" (Epigrammi, IX).
Quanto alle case lungo il fiume, della loro ricchezza è testimonianza la cd Villa della Farnesina, scoperta casualmente nel 1879 durante i lavori per la costruzione dei muraglioni sul Tevere: un edificio affacciato sul fiume, con stanze coperte di affreschi e pavimenti in mosaico, dove per un periodo abitarono Marco Vipsanio Agrippa e sua moglie Giulia, 
irrequieta figlia dell'imperatore Augusto (la villa non c'è più,    
ma gli affreschi sono conservati nel Museo Nazionale  Romano a Palazzo Massimo).
 
 

Modello ricostruttivo dei Saepta Iulia, vicino al Pantheon (*)  

Villa romana della Farnesina: modello ricostruttivo (->) e uno degli affreschi

 
Naturalmente i luoghi delle avventure di Didio Falco sono moltissimi, troppi per una sola lettura. A voi il gusto di ritrovarli nella Roma moderna.

 

   

 


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