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Roma è la sola capitale europea ad
aver mantenuto, e in modo abbastanza completo, il circuito delle
antiche mura difensive. Gli sventramenti tardo-ottocenteschi e
quelli fascisti hanno devastato larghe zone della città (tra le quali il
Vaticano,
Piazza
Venezia, l'Esquilino) ma hanno risparmiato le mura
iniziate dall'imperatore
Aureliano nel 271 e completate dai suoi successori (entro il 289).
Costruite in economia, inglobando strutture preesistenti come ad
esempio la Piramide
Cestia o l'Anfiteatro
Castrense, erano lunghe |
18 km e alte circa 7 m. Furono
rinforzate una prima volta dall'imperatore Onorio (401-402), e poi
ancora nei secoli successivi, anche se raramente.
Porta Asinaria è una delle 14 porte
che si aprivano nelle mura. Nata come ingresso poco importante, con un'apertura (fornice) protetta solo da due torri
quadrate, è stata ben fortificata proprio da Onorio. È stata alzata
di livello, il fornice è stato allargato, ai lati delle torri
originarie ne sono state costruite due di forma
cilindrica, di tre piani e alte 20 metri; sono stati aggiunti una
controporta e un cortile di guardia (incisione del Dupérac, 1577, a
destra). Diventando così la più imponente porta della città.
Porta Asinaria stata murata nel 1574, in coincidenza con l'apertura
di Porta San Giovanni ad opera di papa Gregorio XIII. All'epoca era
già in buona parte interrata, e questo ha permesso la conservazione
della struttura, riemersa durante gli scavi effettuati tra 1951 e
1954. Dopo un restauro, la porta |
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viene riaperta dopo ben
quattro secoli: è il 21 aprile 1954, giorno del 'natale di
Roma'.
La conquista gota del 17 dicembre 546
Nel corso della lunga e terribile guerra greco-gotica (tra
bizantini e ostrogoti), i goti di Totila entrarono nella città,
che poi saccheggiarono, proprio da Porta Asinaria. Non perché
non fosse solida ma per il tradimento di alcuni soldati isauri,
che si erano accordati col nemico. Ce lo racconta lo storico
bizantino Procopio di Cesarea: "[...]Totila, appena si fece
notte, messo in armi tutto l'esercito, lo menò alla porta
Asinaria, ed ordinò a quattro Goti distinti per coraggio e
gagliardia di salire per le funi insieme agli Isauri sui merli,
cogliendo, s'intende, quel momento della notte in cui a quegli
Isauri toccava la guardia di quella parte delle mura, mentre
agli altri toccava il turno di dormire. Costoro, entrati dentro
alle mura, scesero dalla porta Asinaria senza che alcuno di loro
si opponesse e con le scuri ruppero il legno che, innestato nel
muro da ambo le parti, tien chiusi i battenti delle porte, come
pure tutti i ferramenti nei quali i guardiani, introducendo le
chiavi, chiudevano le porte o al bisogno le aprivano; e così,
spalancata a lor piacimento la porta, facilmente fecero entrare
in città Totila e l'esercito dei Goti" (La Guerra Gotica,
Libro III cap. XX).
La Marana e le sue mole (mulini)
Nell'incisione del Dupérac (sopra) davanti a Porta Asinaria si
vede un fiumicello attraversato da un ponte. Si tratta della
Marana (o Marrana), un canale idrico a cielo aperto
realizzato, secondo il Liber Pontificalis, da papa Callisto II
(1122): "[Callisto II]
deviò il corso
d’acqua per antiche condutture e lo condusse fino a Porta
Asinaria; e lì |
fece approntare un
lago per far
abbeverare i cavalli
e nello stesso corso
d’acqua costruì
anche molte piccole
mole" (vedi).
Nell'incisione dell'Acquaroni, del 1830 (a destra), si vede bene uno dei
quattro mulini che sorgevano qui (è la Mola
della Porta, citata
in un atto del 1397),
mentre alla gloriosa porta romana è addossato un fienile. La
mola è scomparsa nel corso dell'Ottocento, con i lavori di
urbanizzazione del quartiere San Giovanni. |
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