Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi

 
LA STAZIONE TERMINI, VIAGGIO NEL TEMPO
(seconda parte)
  

 

La storia della stazione più grande di Roma in un viaggio a
ritroso nel tempo
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Vedi anche Piazza della Repubblica

   

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Secoli VI/VII - XVI (Medioevo e dintorni)

Per tutto il Medioevo e fino alla costruzione della Villa del Cardinale Peretti, dal 1576, la zona dove oggi si trova la Stazione Termini era distante dalla città vera e propria perché i romani vivevano soprattutto nel Campo Marzio, a Trastevere e intorno al Vaticano. Qui invece era aperta campagna, con zone collinari, stradine tortuose, orti e vigneti. Qua e là c'erano dei casali rurali, spesso costruiti utilizzando precedenti strutture antiche: all'epoca dell'impero romano, infatti, questa zona era densamente abitata, ed era stata protetta dalle mura aureliane. Ma i barbari avevano saccheggiato le case e i monumenti, e distrutto gli acquedotti: col tempo era diventata una zona disabitata, e solo due opere monumentali antiche sopravvivevano, le Terme di Diocleziano e l'aggere (terrapieno) delle mura repubblicane (quelle che tutti chiamano "mura serviane").
 
Etienne Du Perac, 
Pianta di Roma
, 1577


1.
Colosseo
2. Basilica di Santa Maria Maggiore
3. Terme di Diocleziano
4. Mura Aureliane con i Castra Praetoria (oggi: Castro Pretorio)

S. Area oggi occupata dalla Stazione Termini

 

Secoli I - VI/VII d.C. (da Roma imperiale agli inizi del Medioevo)

In epoca imperiale la zona era molto vivace. C'erano, naturalmente, le Terme di Diocleziano, le più grandi di Roma e del mondo romano, costruite tra il 298 e il 306. Anche se completamente saccheggiate e in parte distrutte, le possiamo ammirare ancora oggi. La zona della Stazione Termini vera e propria (edificio e binari) era invece occupata da numerosi horti, enormi residenze aristocratiche caratterizzate da giardini, fontane, laghi, sculture...: insomma, gli antenati delle ville rinascimentali e barocche, come villa Montalto-Peretti. Ad esempio, gli Horti Liciniani e i più antichi Horti di Mecenate.

Dove oggi c'è Piazza dei Cinquecento, c'era invece un quartiere del II secolo d.C. C'era tutto: abitazioni di lusso (domus) e palazzi di 2-3 piani con appartamenti in affitto (insulae); magazzini e negozi (taberne), tra cui una fullonica (lavanderia); strade asfaltate e anche un balneum, cioè un piccolo edificio termale.
  

 Veduta dall'alto di
 alcune stanze della
 domus, con mosaici
 pavimentali e affreschi
 sulle pareti














                Particolare di
             una stanza con
       mosaici e affreschi

È possibile visitarlo? No, perché non esiste più. Tra il 1939 e il 1950, anno dell'Anno Santo, qui ci sono stati grandi lavori urbanistici: la Stazione Termini di Mazzoni, Piazza dei Cinquecento e la prima linea metropolitana della città (oggi linea B). Scavando per fare i lavori, sono tornati alla luce i resti del quartiere, con stanze affrescate e pavimenti a mosaico, e oggetti della vita quotidiana. Tutto è stato misurato, fotografato... e poi distrutto! Si sono salvati i mosaici e pochi resti di affreschi. Solo le fotografie, come quelle che vedete sopra, ci raccontano la storia di questo quartiere scomparso.

E non è finita...