SCUDIT,
SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI
ITALIANO PER STRANIERI |
Materiale:
n. 184_link -
Data: 30.09.2007 -
autore: Giulia Grassi
DOCERE
DELECTANDO
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Nella Roma antica non
esisteva niente di paragonabile a un sistema scolastico pubblico e con insegnanti stipendiati dallo Stato.
Gli analfabeti erano numerosi e poche persone erano in grado di leggere e capire scritti complessi. Eppure gran parte della popolazione doveva saper scrivere e leggere testi semplici, con formule standard: lo testimoniano il gran numero di iscrizioni sui monumenti, i messaggi di propaganda elettorale dipinti sui muri, le scritte commerciali (ad esempio quelle col costo dei cibi e del vino nelle osterie o quelle con le tariffe delle prostitute nei lupanari), gli annunci di spettacoli teatrali o di giochi gladiatori, le iscrizioni funerarie. Lo testimoniano anche i numerosi graffiti anonimi incisi sulle pareti di molti edifici, con frasi d'amore, insulti, testi osceni, minacce, imprecazioni: ne sono esempio i graffiti trovati nel Paedagogium del Palatino e quelli, naturalmente di contenuto osceno, sugli affreschi di una latrina del II-III secolo scoperta casualmente a Via Garibaldi, a Roma, nel 1963. E, infine, lo prova la diffusione degli acta diurna, pubblicazioni giornaliere nate per volere di Giulio Cesare. Sono gli antenati dei moderni quotidiani: riportavano sia informazioni sulla vita pubblica (discorsi dell'imperatore, delibere politiche, processi importanti) sia notizie di cronaca, come le vittorie nei giochi o i pettegolezzi sui personaggi più in vista della città (le fabulae et rumores di CICERONE... il gossip insomma). Dove si imparava a leggere e a scrivere? I figli degli aristocratici avevano un precettore, un maestro privato, preferibilmente greco. Ma tutti gli altri? Nello Stato romano non c'era una organizzazione scolastica "istituzionalizzata" e l'istruzione era per lo più affidata ai privati, in particolare per quel che riguarda l'istruzione di base. L'educazione scolastica di base, tra i 7 e i 15 anni, era detta ludus litterarius (PLAUTO): si imparava a leggere, scrivere e contare, e poco di più. La qualità era bassa. Non esisteva la figura del maestro di professione e chiunque poteva improvvisarsi magister e tenere lezioni nella propria casa, in locali di fortuna o, spesso, sotto i portici, nella confusione delle affollate strade cittadine. La paga? Era bassissima: GIOVENALE scrive che il vincitore dei giochi del circo poteva guadagnare in un giorno una somma pari allo stipendio annuale di un insegnante. Quanto ai metodi di insegnamento, altro che "docere delectando"! Secondo QUINTILIANO le lezioni, che si tenevano tutti i giorni dall'alba a mezzogiorno, erano ripetitive e noiosissime. Mantenere la disciplina e l'attenzione degli studenti non era semplice, cosicché molti docenti usavano la frusta (sferza)1. Affresco con scena di scuola: a sinistra, studenti seduti che scrivono; a destra studente frustato per punizione(Pompei, Casa di Giulia Felice)
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