Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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Ottaviano Augusto (27 a.C.-14 d.C.) ha portato a Roma, per primo, gli obelischi: uno nel Circo Massimo, uno nella Piazza dell'Orologio solare e due (forse) davanti al suo Mausoleo. Tutti si sono conservati, ma nessuno si trova nel posto in cui lo aveva fatto collocare l'imperatore. I primi due erano veramente monumentali. Il grande obelisco di Ramses II (1279-1213 a.C.), preso a Heliopolis, era stato collocato sulla spina del Circo Massimo di Roma nel 10 a.C. Il Circo Massimo è il più grande edificio per gli spettacoli mai costruito: era lungo 640 metri, largo circa 200 e poteva contenere 300.000 spettatori (qualcuno dice addirittura 385.000!). Al centro c'era la "spina", lunga 340 metri, e intorno ad essa le quadrighe facevano i 7 giri della corsa. L'obelisco messo da Augusto era alto 24 metri e solo dopo quasi quattrocento anni era stato affiancato da un altro obelisco, ancora più altro, portato nel 357 d.C. da Costanzo II. Tutti e due sono sopravvissuti, in piedi, fino alla fine del VI secolo, quando sono stati abbattuti e si sono spezzati ognuno in tre pezzi. Sono rimasti a terra, sommersi da sette metri di detriti, fino a1587, quando papa Sisto V li ha fatti dissotterrare e li ha fatti collocare in altre zone della città: quello di Costante II a San Giovanni in Laterano e quello di Augusto a Piazza del Popolo. |
Piazza del Popolo aveva un aspetto molto diverso da quello attuale. Come indicano le incisioni dell'epoca (ad esempio quella di Israel Sylvestre, a sinistra), c'erano sul fondo l'antica porta flaminia con le mura aureliane, la chiesa di Santa Maria del Popolo e il convento degli Agostiniani sul lato sotto il Pincio, povere case, fienili e botteghe sul lato verso il Tevere. I papi del Rinascimento già avevano sistemato il Tridente (via del Corso, via di Ripetta, via del Babuino) e la funzione dell'obelisco messo da Sisto V era quella di centro prospettico, e scenografico, delle tre strade. |
L'aspetto della Piazza si
è poi trasformato nei secoli, ma l'obelisco è rimasto al suo posto,
ancora sul piedistallo antico, che infatti conserva sul lato verso il
Corso la dedica di Augusto: c'è scritto che l'imperatore, dopo aver
consegnato l'Egitto al popolo romano, ha dedicato l'obelisco al dio
sole. Il secondo grande obelisco di Augusto è un monolite di granito rosso, alto quasi 22 metri e ricoperto di geroglifici su tutti e quattro i lati, dell'epoca di Psammetico II (594-589 a.C.). Era collocato in una |
grande piazza che
ospitava l'Horologium Augusti (10-9 a.C.). Questo orologio solare si trovava nella zona settentrionale del Campo Marzio, che all'epoca di Augusto era completamente disabitata: c'era solo la via flaminia (oggi via del Corso), fiancheggiata da tombe monumentali, tra le quali una piramide (o forse due); non esistevano né le mura aureliane né la porta flaminia, realizzate circa 300 anni dopo (foto a destra). Era un enorme spazio libero scelto da Augusto per |
manifestare simbolicamente la sua potenza. Infatti, su un lato della piazza dell'orologio c'era l'Ara Pacis, l'altare marmoreo che celebrava l'età di Augusto come periodo di prosperità e pace dopo le lunghe guerre civili del I secolo a.C.; e, poco lontano, c'era il Mausoleo della famiglia, interamente ricoperto di traverino. Un complesso scenografico che sorgeva nel nulla, e che si presentava davanti agli occhi di chi giungeva da |
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nord,
percorrendo la via Flaminia. L’orologio solare occupava lo spazio compreso tra le odierne Piazza del Parlamento, Piazza San Lorenzo in Lucina, via del Giardino Theodoli e vicolo della Torretta. Si trattava di una grande piazza di metri 160 x 75, costituita da un ampio |
prato e da lastre di travertino, sulle quali erano segnati in bronzo le ore, le stagioni, i segni zodiacali e gli anni. L’obelisco era collocato al centro e aveva la funzione di gnomone, perché proiettava la sua ombra sulla meridiana segnata a terra: serviva da orologio e da calendario. Non solo: era orientato in modo da far cadere la sua ombra sull' Ara Pacis il 23 settembre di ciascun anno, giorno di nascita dell’imperatore e inizio dell’equinozio di Autunno. |
L'orologio
ha smesso di funzionare pochi decenni dopo la sua realizzazione, perché
la piazza veniva continuamente coperta dai detriti portati dalle
inondazioni del Tevere. L'orologio è finito così sotto terra, dov'è
ancora; solo qualche resto del quadrante è stato scoperto otto metri al
di sotto della chiesa di San Lorenzo in Lucina (foto a destra) e sotto
alcuni palazzi della zona. L'obelisco è rimasto in piedi forse fino all'XI secolo; poi è crollato, si è spezzato in cinque pezzi ed è stato coperto da detriti. È stato riscoperto nel 1502 e papa Sisto V aveva cercato, inutilmente, di rimetterlo in piedi. C'è riuscito Pio VI, nel 1794, che lo ha fatto collocare in Piazza Montecitorio, dov'è ancora oggi. |
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Anche l'Ara Pacis è finita sotto terra e, ritrovata per caso, è stata ricostruita là dove la vediamo oggi, vicino al Mausoleo di Augusto, che è l'unico monumento che ancora si trova al suo posto. Certo, è piuttosto malridotto e appare completamente spoglio, ma l'aspetto che aveva all'epoca di Augusto si può ricostruire in base alle descrizioni, in particolare a quella del greco Strabone. Ha un diametro di circa 87 metri (300 piedi romani) ed è il più grande sepolcro circolare conosciuto: il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant’Angelo, ha un diametro di soli 64 metri. Svetonio racconta che Augusto in Egitto aveva visitato la tomba di Alessandro Magno e probabilmente si è ispirato ad essa per la costruzione della tomba, che doveva ospitare la sua famiglia e i suoi successori. |
All'esterno
si presentava come una serie di cilindri sovrapposti rivestiti da lastre
di travertino e coperti fino alla cima
da alberi sempreverdi, mentre sulla sommità c'era la
statua di Augusto. Al centro si
apriva una porta preceduta da una breve scalinata e fiancheggiata da due
pilastri sui quali c'erano le tavole di bronzo con incise le Res Gestae (l'autobiografia
dell'imperatore); accanto c'erano due obelischi di granito rosa,
alti quasi 15 metri e senza epigrafe. Questi obelischi, che erano crollati nel Medioevo, sono stati riscoperti a metà del XVI secolo. Nel 1587 Sisto V ha collocato uno dei due a Piazza dell'Esquilino, davanti all'abside della chiesa di Santa Maria Maggiore. Invece Pio VI ha collocato l'altro a Piazza del Quirinale nel 1786: lo vediamo ora inquadrato dalle colossali statue dei Dioscuri. Alcuni studiosi ritengono che questi due obelischi non sono egizi e non sono stati messi da Augusto, ma sono romani e sono stati innalzati forse da Domiziano, che era devoto ai culti egizi (al suo nome sono legati gli obelischi ora a Piazza Navona e Villa Celimontana) e pensava di essere sepolto in questo mausoleo, come suo padre Vespasiano. |