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Giuseppe Garibaldi è uno
dei padri della Patria e sicuramente il personaggio più famoso del
Risorgimento italiano.
Tutti conoscono le sue battaglie per
gli ideali risorgimentali ma pochissimi sanno che è anche il fondatore
della prima associazione per la protezione degli animali in
Italia. Proprio così: il generale che combatte per mari e per monti tra
Europa e Sud America – ecco perché Eroe dei due mondi! – in
vecchiaia diventa sensibilissimo alla questione dei diritti animali. La
Regia società torinese protettrice degli animali, cioè
l’associazione che Garibaldi fonda a Torino nel 1871, si occupa infatti
di difendere gli animali dai maltrattamenti «come mezzo di educazione
morale e di miti costumi». Lo scopo dell’associazione è quindi
insegnare alle persone il rispetto verso le specie più deboli per creare
una società più rispettosa dei diritti di tutte le specie viventi,
inclusa quella umana. |
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Dopo il 1871 nascono moltissime altre
associazioni per la tutela degli animali e cambia anche la legge. In
Italia si punisce oggi con la prigione da tre mesi a un anno o con una
multa da tremila a cinquemila Euro chi “per crudeltà e senza necessità”
provoca sofferenze agli animali. La pena raddoppia se gli atti di
violenza provocano la morte dell’animale.
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Purtroppo però, ancora oggi, la legge
non garantisce il pieno rispetto degli animali. Abbiamo infatti una
cultura antropocentrica che considera gli animali come “oggetti utili,
necessari” all’uomo e non esseri viventi capaci di soffrire e provare
dolore.
Per la maggior parte delle persone è normale uccidere o far soffrire gli
animali per procurarsi cibo, vestiti, compagnia e divertimento. Dietro
lo sfruttamento degli animali ci sono sempre enormi interessi economici
(come la
vivisezione, un grande business per le case
farmaceutiche). |
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Insomma, se il progresso morale e
civile di una nazione si vede dal suo rapporto con gli animali, allora
l’Italia ha ancora molta strada davanti. Ma si sa, ognuno può fare un
passo verso il cambiamento, proprio come Garibaldi, che prima è un
cacciatore instancabile (uccide per divertimento anche diverse centinaia
di uccelli al giorno!) e poi un uomo mite che vive nel totale rispetto
di tutte le creature viventi. Diventa vegetariano e per stare in stretto
contatto con la natura si trasferisce in una fattoria con capre, pecore,
galline, conigli, asinelli e soprattutto con la sua amatissima cavalla
Marsala.
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«Proteggere gli animali contro
la crudeltà degli uomini,
dare loro da mangiare
se hanno fame,
da bere se hanno sete,
correre in loro aiuto
se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù
del forte verso il debole» |
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La «più bella virtù del forte» è
dunque il rispetto per il più debole. Ancora oggi le parole di
Garibaldi, pronunciate più di un secolo fa, restano un grande
insegnamento. |
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