Botticella è il nome romano che indica le carrozze turistiche trainate da
cavalli, molto caratteristiche nella capitale.
Ogni giorno possiamo vederle mentre, percorrendo le vie più trafficate
del centro, accompagnano i turisti verso gli angoli più belli di Roma.
Già il loro nome indica una finalità che al giorno d'oggi non è più
attuale. Botticelle deriva infatti da "botti": queste carrozze
portavano botti con diverse merci, quando non c’erano i mezzi
motorizzati e non esisteva altro modo per trasportare i carichi pesanti.
Diversamente dal passato, nella
Roma del 2011 non c’è nessun motivo per impiegare
animali per il trasporto di merci o di persone. Il
turista può infatti servirsi oggi di
moltissimi mezzi di locomozione confortevoli, rapidi e decisamente più
economici della "botticella".
I cavalli delle botticelle sono animali sottoposti a una condizione
di sofferenza continua e sono costretti a trainare ogni giorno carichi
molto pesanti (più di 800 kg!). Il ferro che hanno in bocca non gli dà
pace e le condizioni di lavoro sono pesantissime: l’animale viene
condotto lungo strade affollatissime, piene di smog, dove il rumore e la
velocità delle automobili in corsa lo terrorizzano.
L’incompatibilità tra la
natura di questi animali (paurosi e vulnerabili) e il traffico romano è
stata già causa di incidenti mortali. Se in epoche
passate i carretti percorrevano vie isolate e relativamente tranquille,
nella Roma di oggi questo mezzo di trasporto è assolutamente
anacronistico e crudele per il cavallo.
I vetturini possono inoltre trascurare l’animale, e farlo lavorare più di quanto è sopportabile.
Grazie anche al contributo di associazioni animaliste, si è infatti
documentato che spesso il Regolamento Comunale per la tutela degli
animali non è rispettato. Non far circolare i cavalli dalle 13 alle 17
nella stagione estiva, non percorrere salite, non andare al trotto e non
lavorare per più di 6 ore al giorno sono tra i divieti più violati,
insieme a quello che riguarda il numero massimo di passeggeri
consentito.
Una nota positiva: stanchi di guidare botticelle trainate da
cavalli affaticati, 11 dei 42 vetturini che operano a Roma hanno già
chiesto al dipartimento della Mobilità del Comune di convertire la loro
autorizzazione in una licenza per taxi.
In difesa dei diritti degli animali ha fatto sentire la sua voce anche
l’attrice Franca Valeri, che in una recente lettera inviata al
Messaggero lancia un appello per salvare i cavalli con «la testa un
po’ consunta verso terra, chiusa in un vecchio paraocchi».
«Roma – ha scritto la Valeri – non ha più spazio, né ponentino, per una
passeggiata in carrozza».
Una esagerazione? Allora
guardate voi stessi come vivono i cavalli nel centro di Roma:
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