Lo
sappiamo benissimo: a chi studia l'italiano dei film western
all'italiana - o spaghetti-western - non importa assolutamente
niente. Un bravo studente di italiano si interessa di arte, oppure
di musica (dall'Opera a Eros Ramazzotti!), magari di moda o di
design, perfino di cucina, ma i film western... che stupidaggine!!
E poi il 75% degli studenti d'italiano è di sesso femminile: e da
quando in qua le donne guardano i film western?
Eppure c'è più Italia dietro un western all'italiana di quanta non
ce ne sia dietro gran parte dei "libri di italiano per stranieri"
che girano normalmente nelle scuole o nelle università. Lo so: è
difficile crederlo. Ma è proprio così.
La lettura di queste pagine è vietata a chi non ha mai visto un
film di Sergio Leone.
Nel 1964 alcuni registi italiani (Sergio
Leone prima di tutto, ma anche Duccio Tessari,
Sergio Corbucci, e un mare di altri registi che resteranno del
tutto sconosciuti) si mettono a tavolino e inventano il western
all'italiana. A parte alcuni veri e propri capolavori (come i film
girati da Leone e qualche altro), i film western all'italiana
si caratterizzano per:
La violenza:
è assoluta e senza freni: schizzi di
sangue a fiumi e pistolettate rumorosissime, tanto da costituire un
vero modello per la moderna cinematografia di Quentin Tarantino
(che per esempio fa svariate citazioni di Sergio Leone nei suoi
film, da Kill Bill, a Bastardi senza Gloria e
Django).
L'ironia:
tanta violenza non vuole nascondere
l'intento autoironico e sdrammatizzante: frasi come quella di Clint
Eastwood che in "Per un pugno di dollari" dice Vado sempre a
dormire presto la sera quando la mattina dopo bisogna sparare,
sono diventate vere e proprie icone del western all'italiana.
I titoli:
spesso sono frasi tratte dal film stesso, minacce sempre brutali e
violente: Dio perdona... io no, Dio li crea... io li ammazzo,
Preparati la bara, Hai chiuso, Sono Sartana il vostro becchino, Vado
l'ammazzo e torno - così popolare da essere diventato quasi un
modo di dire della lingua italiana -, Raccomandati l'anima a dio,
Se incontri Sartana prega per la tua morte, Vajas con dios, gringo
ecc.
I personaggi:
Decine di film su Ringo (copiato dalla tradizione
americana legata a John Wayne) con un paio di varianti come
Doringo
e Garringo; un'invenzione di grande successo
internazionale con Django, protagonista di una
quindicina di pellicole; numerosi film con Sartana e
Sabata. E, specie negli ultimi anni di successo del western,
un gran numero di protagonisti con il nome di origine religiosa:
Alleluja, Apocallisse Joe, Camposanto, Così Sia, I
quattro dell'Apocalisse, I 4 dell'Ave Maria, Oremus,
Provvidenza, Requiescant, Spirito Santo, Tedeum, Trinità.
Le musiche:
Dopo la prima colonna sonora western di Ennio Morricone (Per
un pugno di dollari, 1964), le musiche di tutti i film western,
italiani e stranieri, cambiano: strumenti come chitarre, trombe,
organi da chiesa, scacciapensieri e poi le melodie scandite da un
fischio o ritmate da colpi di frusta diventano normali.
Una certa elusione della censura:
Nell'Italia benpensante e tradizionalista degli anni Sessanta, si
tollera dal western quello che non si sarebbe tollerato da altri
film. La battuta finale di Il buono il brutto il cattivo (Eli
Wallach grida a Clint Eastwood: Sei figlio di una grandissima
put... e la parola va a confondersi con l'urlo della musica di
Ennio Morricone) diventa spunto per parecchi titoli di film:
Indio Black, sei un gran figlio di..., Monta in sella figlio di...,
Trinità e Sartana figli di..., ...e continuavano a chiamarli figlio
di..., Alleluja e Sartana figli di...; e fra i titoli
"inconsueti", non si può non ricordare l'imbarazzante Gli
fumavano le colt, lo chiamavano Camposanto.
I nuovi film western prodotti in Italia prendono le mosse dai film
storico-mitologici degli anni Cinquanta e Sessanta. L'unico modello
western di origine italiana a cui si possono ispirare è invece l'eroe di
un fumetto nato nel 1948, il personaggio di Tex Willer.
I film si possono dividere in alcuni filoni principali:
I film di
Sergio Leone
Sono certamente i più belli e i più famosi; ispirano tutto il
repertorio western all'italiana
Di Sergio
Leone ci occupiamo diffusamente in un
link a parte.
I film di ambientazione
western diretti da Sergio Leone sono: la trilogia del dollaro (Per un
pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto il
cattivo) e due film sull'autunno del West (Cera una volta il
West, Giù la testa).
I cosiddetti spaghetti-western
Si tratta di film che prendono le mosse dall'esperienza di Leone e si
sviluppano su strade diverse, a volte giocose, a volte truculente, ma
spesso di una certa qualità.
In questo gruppo Il ritorno di Ringo, di Duccio Tessari, 1966, un
film che riprende addirittura l'Odissea e trasforma in chiave western la
storia di Ulisse che torna a Itaca.
E poi Dio perdona... io no (1967) e I quattro
dell'Ave Maria (1968), di Giuseppe Colizzi, che inventano la coppia
Bud Spencer e Terence Hill.
E ancora, di Sergio Corbucci, Django (1966), un personaggio così
popolare che - racconta Pasolini - quando stava girando un film nello
Yemen i bambini del posto, scoperto che lui era italiano, lo chiamavano
Django.
Film western che sono prove d'autore
esperimenti di registi che hanno voluto esercitarsi in questo genere: e
fra questi alcuni nomi "insospettabili", autori che mai avremmo
immaginato a dirigere un western.
Carlo
Lizzani è per esempio regista di Un fiume di dollari, del
1966 e di Requiescant, 1967, film in cui compare
sorprendentemente come attore anche Pierpaolo Pasolini; di
Tinto Brass è
Yankee, del 1966; di Giulio Questi è Se sei vivo
spara, 1967, un film supercensurato per la sua violenza; di
Tonino Cervi e
Dario Argento è Oggi a me... domani a te, 1968; e di
Lina Wertmüller è
The Belle Starr Story del 1968; Django sfida Sartana, 1970,
è invece di Pasquale Squitieri.
Film western politici
Sono quelli che si occupano di guerra e di rivoluzione. Non va
dimenticato che siamo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta,
politicamente gli anni del 68, della rivoluzione culturale cinese e di
Che Guevara.
Fra i film con un chiaro riferimento politico o una evidente presa di
posizione sulla guerra e sulla rivoluzione, oltre a Il buono il
brutto il cattivo e Giù la testa di Sergio Leone ricordiamo
tre pellicole di Sergio Sollima ( La resa dei conti, 1966;
Faccia a faccia, 1967; Corri uomo corri,1968);
Quien Sabe? di Damiano Damiani, 1967; Tepepa, di Giulio
Petroni, 1969; Vamos a matar companeros di Sergio Corbucci,
1970;
Viva la muerte... tua, di Duccio Tessari, 1971.
Film western comici
Già in passato c'erano stati western comici (e anche parodie di
western). Ma nel '70 e nel '71 il regista E.B. Clucher raggiunge un
successo enorme con l'invenzione di Trinità.
Un nuovo tipo di western spaghetti che segna anche la "fine" di un
genere.
La coppia
Terence Hill e Bud Spencer raggiunge una fama internazionale tanto
grande quanto inaspettata: prima con Lo chiamavano Trinità
del 1970; e poi con Continuavano a chiamarlo Trinità del
1971.
Seguendo la vecchia tradizione del western all'italiana (già presente
nei primi film di Leone) tutti questi nomi "americani" sono in realtà di
personaggi assolutamente italiani: Terence Hill è Mario Girotti,
Bud Spencer si chiama Carlo Pedersoli e anche il nome del regista
E. B. Clucher
non è altro che il nome d'arte di Enzo Barboni.
La fine
del western all'italiana
All'inizio degli anni Settanta Sergio Leone ha detto: "Nel momento in
cui un titolo come Se incontri Sartana digli che è un uomo morto
viene storpiato dal pubblico e diventa Se incontri Sartana digli che
è uno stronzo, significa che l'autore è stato smascherato e che il
genere ha perso di credibilità".
Proprio con
un film prodotto da Sergio Leone (ma con la regia
Tonino Valerii), Il mio nome è nessuno, si conclude
nel 1973 l'epopea del western all'italiana.
Il film parla dell'incontro fra un eroe del West in stile Sergio Leone
(impersonato da Henry Fonda, già protagonista di C'era una
volta il West) e un eroe in stile Trinità (impersonato appunto da
Terence Hill). Giocato anche musicalmente su due piani (Henry Fonda
è accompagnato da melodie tipiche di Ennio Morricone, Terence Hill da
musichette molto più scanzonate, anche se composte sempre da Morricone),
il film si conclude con la partenza di Henry Fonda per l'Europa. Il suo
addio al West è il saluto a tutta una cinematografia.
ESERCIZI SULLE INTERIEZIONI
ESERCIZIO 1
Inserire le seguenti
interiezioni all'interno delle frasi che seguono:
ah ah
- ahi -
be' -
boh
-
eh! -
eh? -
eh eh - ehi! -
ehm -
humm
- ih ih
-
mah -
oh -
oh oh -
puah - sgrunf!
-
uh!
1. Qual è l'origine del modo?
___________
2. Quando arrivano i tuoi amici? _________ , che me ne importa?
3. Ieri sera sono andato a dormire presto. …_________,
veramente non tanto presto
4. __________ Scusate, posso dire una parola?
5. __________, che schifo!
6. __________, che male!
7. __________ ci devo pensare
8. __________, che ne sai tu della vita?
9. __________ Puoi ripetere? Non ho capito!
10. __________ che fantastica visione!
11. __________ Quanto mi fai ridere.
12. Sono furbo io ____________
13. Oggi mi sento davvero cattivo _________… e te ne
accorgerai!
14. _________ Adesso che è arrivato un poliziotto siamo
nei guai…
15. _________ che noia, mamma mia!
16. _________ Vieni qui tu!
17. ________ … anche stavolta arrivi in ritardo
ESERCIZIO 1
Trovare la giusta
definizione per igni interiezione:
Bang -
Bau bau - Brrr -
Bum - Cap clap - Chicchirichì -
Clang -
Coccodè -
Crash -
Drin -
Grrr -
Gulp -
Mble mble - Pant pant -
Rattle rattle
-
Ron ron -
Sgrunf
-
Sigh -
Slam -
Sob
- Splash -
Tic tac - Toc toc -
Uee uee
- Zzzzz
1. pianto, lacrima di sconforto
2.
battere i denti
3.
colpo di pistola
4.
sorpresa
5.
caduta in acqua
6.
grugnito
7.
fatica
8.
cervello che pensa e lavora
9.
rabbia
10.
dormire beatamente, ronfare
11.
dormire
12.
esplosione
13.
rumore di ferraglia
14.
un gallo
15.
freddo
16
l'orologio
17.
applauso
18.
sbattere la porta
19.
rottura
20.
squillo del telefono
21.
tristezza, delusione
22.
un cane
23.
una gallina
24.
bambino che piange
25.
bussare
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