Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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Quando si usa la lettera maiuscola, come si scrivono le sigle, dove va messa una virgola? In molti casi - a parte qualche norma generalizzata e accettata da tutti - queste decisioni dipendono dal buonsenso di chi scrive o dall'accordo preso fra gli appartenenti a un certo gruppo (tutti i giornalisti di una determinata redazione, tutti gli addetti a un determinato ufficio). Qui di seguito perciò diamo alcune informazioni su come si scrive: diverse volte però non si tratta di vere e proprie regole "regole", ma solo di suggerimenti. |
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È quasi
illeggibile un testo senza capoversi: in un buon pezzo giornalistico, ad
esempio, sarebbe bene andare a capo almeno una volta ogni 10 righe. |
Per come si scrive l'accento clicca qui. Per l'accento sui monosillabi clicca qui. In generale le vocali i, a, o, u, finali di parola, usano sempre l'accento grave: lunedì, città, oblò, virtù. La vocale e - finale di parola - usa l'accento grave quando ha una pronuncia aperta e in particolare: come terza persona del verbo essere (è), nei nomi propri (Giosuè, Mosè, Noè), nei nomi di origine straniera (tè, caffè, narghilè). La vocale e - finale di parola - usa l'accento acuto quando ha una pronuncia chiusa e in particolare: nei composti di che (perché, affinché, benché), nei composti di tre (venitré, trentatré, quarantatré); nei composti di re (viceré), nei monosillabi come sé, né e nelle terminazioni del passato remoto (poté). L'uso dell'accento
circonflesso è sentito come arcaico: il plurale di vario, proprio e
omicidio è vari, propri omicidi (e non varî, proprî e
omicidî) |
I nomi di città
con articolo (L'Aquila, Il Cairo, La Spezia, La Valletta) se sono
preceduti da preposizione prendono la preposizione articolata: andare al
Cairo, venire dall'Aquila. Non è tuttavia infrequente trovare anche
scritto andare a Il Cairo e venire da L'Aquila.
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L'articolo
davanti alle sigle deve tenere conto della pronuncia della sigla stessa. Quindi: lo Sdi, l'Onu, l'Sos, la Fifa, l'Fmi. |
Si usa per le parole straniere non ancora consolidate in italiano(a Roma c'è stato un black-out), ma in un testo specialistico per esempio sull'aeronautica non sarà necessario scrivere in corsivo quei termini comuni in quel determinato ambito scientifico come splash down. In corsivo vanno ancora espressioni latine (l'homo sapiens) o termini scientifici (felis cactus). Non si scrive in corsivo il titolo del capitolo di un libro o il titolo di un saggio su una rivista: va invece in corsivo il titolo di un libro, di un film, di una canzone o di un giornale. |
Il maiuscolo è il
carattere riservato ai nomi propri: quindi scriveremo Michelangelo,
Dante, Puccini. |
Il participio passato di un verbo composto si concorda con il soggetto se l'ausiliare è essere. Altrimenti finisce sempre con -o: sono andato, sono andata, siamo andati e siamo andate; ma ho mangiato e abbiamo mangiato. Se in una frase il complemento oggetto (l'accusativo) precede il verbo, in questo caso il participio si può concordare anche se l'ausiliare è avere: la casa che ho comprato / la casa che ho comprata. Per uno straniero (per evitare errori) è forse meglio scegliere di usare sempre la forma con la terminazione in -o. |
Attenzione ai derivati che possono avere qualche cambiamento rispetto alla parola di partenza: i derivati di aereo usano aero- (aeroporto, aeroplano) e i derivati di alcool usano alcol- (alcolismo, superalcolico). Nei derivati la -m di tram si trasforma in -n- (tranviario, tranviere). |
- Si può sempre dividere una consonante doppia:
ter-ra, spes-so, fac-cia. Anche il nesso cq si può dividere:
ac-qua. |
- Queste regole si seguono di norma anche nelle parole composte o
precedute da un prefisso (iper-con- super, sub, trans) eccetera. Quindi
i-pe-rat-ti-vo, su-bal-pi-no, tran-si-be-ria-na |
Sono sempre da evitare le parole di chiara origine burocratico-amministrativa ed è sempre preferibile il sinonimp più colloquiale.
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Viene dal latino et cetera ed è spesso reso graficamente dalla forma abbreviata ecc. Prima di eccetera non c'è mai la virgola. |
Le domande si scrivono in carattere neretto e le risposte in tondo. |
Prima il nome e poi il cognome! Si dice Antonio Russo e non Russo Antonio: la forma in cui il cognome precede il nome è terribilmente burocratica e suona perfino comica (ricorda un verbale di polizia o un appello a scuola). |
I numeri fino a dieci
e i numeri cento, mille, mila, milioni e miliardi è bene
scriverli sempre per esteso (escluso naturalmente quelli che si
riferiscono a date e orari): nella sala c'erano otto persone, alle 8
del 2 aprile, sei miliardi di abitanti. |
I numeri telefonici
normalmente prendono un trattino per evidenziare prefisso nazionale e
prefisso cittadino: il telefono della scuola è 0039-06-4746914. Sempre in maiuscolo si scrivono i numeri che indicano decenni, secoli e millenni: gli anni Sessanta, il Duecento, l'anno Mille. |
Si scrivono in cifre o in
lettere seguendo gli stessi principi dei numeri cardinali. Nel caso si
decida di utilizzare le cifre queste saranno seguite dal segno °:
il 7° cavalleria del Generale Custer, il 1° marzo. |
Molti nomi stranieri si
scrivono in un determinato modo per tradizione consolidata: Gorbaciov,
Gheddafi, Putin. |
Per le regole che caratterizzano la punteggiatura italiana clicca qui. |
Si dice secondo il ministro e a seconda della situazione: è sbagliato dire o scrivere secondo la situazione. |
Si devono usare con molta moderazione: da evitare in un testo l'abbreviazione del "titolo onorifico". Quindi non "ho parlato con l'avv. Ferrari" ma "ho parlato con l'avvocato Ferrari". Le sigle si scrivono come i nomi di persona, cioè con l'iniziale maiuscola: l'Onu, la Nato, la Cisl. Se la sigla ha funzione di aggettivo allora si scrive con il carattere minuscolo: un deputato ds, il congresso dc. Si badi bene che non tutti seguono questa indicazione: l'Onu si trova spesso scritta con i caratteri maiuscoli (ONU) o anche con le lettere separate dal punto (O.N.U.). La regola principale resta comunque quella di adottare sempre lo stesso sistema: se si comincia a scrivere usando le sigle scritte in maiuscolo, be', si dovrebbe continuare così fino alla fine del testo. Fra le abbreviazioni più importanti ricordiamo:
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A meno che non sia
voluto, o funzionale per esprimere determinati concetti, è bene evitare
di usare due parole quando ne basta una. In particolare ci riferiamo a
certi stereotipi linguistici di tipo giornalistico: |
- Destini futuri (meglio
destini) - Concludere infine (meglio concludere)- requisiti richiesti (meglio requisiti) - protagonista principale (meglio protagonista) - Previsioni future (meglio previsioni) |
I nomi delle unità di misura, se sono scritti per esteso, sono nomi comuni e vanno scritti perciò con lettera minuscola (newton e non Newton), senza accenti o segni grafici (ampere e non Ampère). I simboli delle unità di misura vanno scritti in minuscolo, oppure, se deriva da un nome proprio di persona, con la prima lettera maiuscola (si scrive: Pa per i pascal, N per i newton, m per i metri). I simboli non sono mai seguiti dal punto. L'unità di misura, se non è accompagnata da un numero matematico si scrive sempre per esteso (Il kilometro è una lunghezza e non Il km è una lunghezza). |