Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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I monosillabi italiani
normalmente non hanno la necessità di riportare l'accento dal punto di
vista grafico. Per questo scriviamo ma, se, fa, ne ecc. Tuttavia in alcuni casi l'accento compare su alcuni monosillabi quando il monosillabo ha un doppio valore grammaticale (per cui l'accento segnala la sua esatta funzione). Ad esempio: |
da (preposizione) e (congiunzione) la (articolo o pronome) li (pronome) ne (pronome) se (pronome atono) si (pronome) te (pronome) che (pronome) |
dà (verbo
dare) è (verbo essere) là (avverbio) lì (avverbio) né (congiunzione) sé (pronome tonico) sì (avverbio) tè (sostantivo) ché (congiunzione rara) |
Da segnalare il fatto che i monosillabi non accentati prendono comunque l'accento quando costituiscono il secondo elemento di parole composte (giacché evidentemente la parola composta a quel punto si trasforma in una normale parola tronca). Il caso più evidente è quello del numero tre che nei composti darà un ventitré, trentatré ecc., così come la parola re darà il composto viceré. |
Un errore molto frequente
fra gli italiani (oltre a quello di mettere l'accento su monosillabi in
cui non va messo) è quello di mettere l'accento sulla finale di parole
che richiedono l'apostrofo. Si tratta di parole che hanno perso una vocale o un'intera sillaba finale: questa situazione determina la necessità di un apostrofo che segnala appunto la "mancanza" di qualcosa. In particolare l'apostrofo va scritto nell'espressione un po' (un poco) e su una serie di verbi all'imperativo:
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