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Di Leonardo, geniale artista e scienziato toscano (1452-1519), si sono dette molte cose e le sue opere sono state interpretate nei modi più strani: il ritratto più celebre ed enigmatico da lui dipinto, Monna Lisa (La Gioconda), viene da alcuni considerato il suo autoritratto(!), e sull'Ultima Cena di Milano ne sono state dette di cotte e di crude (ultime della serie, le fantasie dello scrittore Dan Brown su Maria Maddalena e i Templari nel suo ingiustamente stravenduto "Il codice da Vinci"). Molto interessanti, e intriganti, sono invece le considerazioni di uno studioso italiano, Fabio Benzi, a proposito di un elemento essenziale della pittura di Leonardo: la rappresentazione dello spazio tridimensionale non attraverso le regole geometrico-matematiche della prospettiva lineare (inventata nel XV secolo da Filippo Brunelleschi) ma per mezzo della prospettiva aerea, ottenuta con colori sempre più sfumati per rappresentare in modo naturale gli oggetti in lontananza. È l'intuizione dell'esistenza dell'atmosfera (che Leonardo chiama "grossezza dell'aria"), che rende imprecisi i contorni delle cose lontane. Questo modo di dipingere è talmente personale, e diverso, da rendere immediatamente riconoscibili i suoi quadri rispetto a quelli dei pittori precedenti e contemporanei. Ma come gli è venuto in mente di usare il colore e la luce in questa maniera? La spiegazione di solito è questa: Leonardo era un attento osservatore della realtà e quindi nei suoi quadri l'ha riprodotta come la vedevano i suoi occhi, in modo naturale e non secondo astratte regole geometriche. Per Benzi si tratta di una spiegazione incompleta. Analizzando in particolare i paesaggi rocciosi dei quadri leonardeschi, misteriosi e senza precedenti nella pittura europea, fa un'ipotesi interessante: che l'artista possa essere stato suggestionato dalla pittura medievale cinese. I confronti che propone tra opere leonardesche e paesaggi cinesi realizzati tra XI e XIV secolo sono molto affascinanti, come si vede dalle immagini proposte qui sotto: |
Huang Khung-wang (1269-1354), Vagando tra le montagne di Fuchun, particolare di un rotolo (Taipei, Museo del Palazzo) | Leonardo,
Paesaggio, 1473 (Firenze, Uffizi, Gabinetto dei disegni e delle Stampe) |
Le
somiglianze, molto forti, fanno pensare che Leonardo possa aver
avuto tra le mani qualche album cinese di disegni, probabilmente
portato a Firenze da qualche mercante insieme a preziose porcellane
e a raffinate sete. La vista di queste immagini e l'osservazione diretta della natura possono aver concorso, insieme, alla elaborazione della pittura leonardesca, così personale e misteriosa. Un'ipotesi interessante. E un altro tassello che si aggiunge al mito di Leonardo, genio imprevedibile e curioso. |
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sinistra:
Fan K'uan (950-1050), Percorrendo i ruscelli e le montagne (Taipei,
Museo del Palazzo destra: Leonardo, La Vergine delle rocce, particolare del paesaggio (Parigi, Louvre) |