Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Giulia Grassi
 

PIÙ COMPLOTTI CHE CEROTTI: IL DURO MESTIERE DI IMPERATORE

 
Quanti imperatori romani sono morti nel proprio letto? Quanti, invece, di morte violenta? Quando governare era un mestiere pericoloso.
 

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L'impero romano è ufficialmente iniziato con Ottaviano Augusto nel 27 a.C.; nel 476 d.C. la parte occidentale di esso è crollata mentre quella orientale, l'Impero bizantino, durerà fino alla conquista turca del 1453.
Nei cinquecento anni della sua storia sul trono si sono seduti 105 imperatori, contando anche gli usurpatori che magari hanno regnato poco tempo (come Salonino, 30 giorni nel 259). Anzi, 106 se inseriamo nell'elenco Caio Giulio Cesare, seguendo l'esempio dello storico latino Svetonio.
Molti di loro, circa il 70%, sono morti di morte violenta: uccisi (raramente in guerra) o suicidi. Una percentuale massima nel III secolo, quando si sono seduti sul trono più di trenta imperatori, e minima nel II secolo, quando hanno regnato solo cinque sovrani (più quattro usurpatori dal regno brevissimo). Per fortuna dopo la morte si veniva divinizzati, come rimarcò ironicamente il grandissimo Vespasiano poco prima di spirare, uno dei pochi, nel suo letto:
"Ah! Mi sa che sto per diventare un dio" (79).
Raccontiamo qui alcune di queste morti eccellenti, cominciando appunto con Giulio Cesare, il primo morto ammazzato. Seguono gli imperatori della dinastia giulio-claudia, con l'invidiabile media di tre su cinque (che diventano quattro su cinque se si considera che Tiberio, creduto morto e quindi sostituito da Caligola, quando si riprese dal delirio venne soffocato tra le coperte, per evitare problemi col nuovo imperatore eletto). Poi le pecore nere delle rispettive famiglie, Domiziano (Flavi) e Commodo (Antonini). Infine, gli imperatori Severi, anche loro finiti nel sangue. E poi basta, ché altrimenti non la finiamo più!

 
GIULIO CESARE (Curia di Pompeo in Campo Marzio, 15 marzo 44 a.C.)













 
 
VINCENZO CAMUCCINI,
La morte di Cesare
, 1798
 
Cesare è seduto nella Curia del Teatro di Pompeo (oggi Largo Argentina), dove a quell'epoca si riuniva il senato. Cimbro Tillio lo afferra per la toga, alle spalle, trattenendolo e Gaio Casca vibra il primo colpo di pugnale, ferendolo alla gola. Cesare reagisce, ferisce al braccio il suo assalitore e si alza in piedi. Mentre i senatori fuggono terrorizzati, i congiurati lo circondano brandendo i pugnali: allora Cesare rinuncia a difendersi, si avvolge completamente nella toga coprendosi la testa e scivola dignitosamente a terra, sotto la statua di Pompeo, trafitto da ventitre pugnalate. Un solo lamento dopo il primo colpo e la storica frase rivolta a Marco Bruto mentre lo colpisce "Anche tu, Bruto, figlio mio (Tu quoque, Brute, fili mi!)".
Tutti i tirannicidi faranno una brutta fine, o uccisi o suicidi, magari con lo stesso pugnale usato per colpire Cesare.
 

CALIGOLA (Palazzo di Tiberio sul Palatino, 24 gennaio 41)
 
Il terzo imperatore, Caligola, è celebre per la crudeltà e follia. Viene ucciso dai pretoriani a ventinove anni, dopo tre anni dieci mesi e otto giorni di regno.
Mentre percorre, sembra per recarsi a pranzo, un criptoportico della domus Tiberiana sul Palatino Caligola viene affrontato da due tribuni, Cassio Cherea e Cornelio Sabino. La sua è una morte violentissima: colpito una prima volta cade a terra gridando "Sono ancora vivo"; allora i due lo finiscono con trenta colpi di spada e di pugnale.
Muoiono anche la moglie Milonia Cesonia, trafitta da un centurione, e la figlioletta Giulia Drusilla, scagliata violentemente contro un muro.
 

CLAUDIO (Palatino o Campidoglio, 13 ottobre 54)
 
Diventato imperatore per caso dopo l'assassinio di Caligola, muore improvvisamente dopo aver mangiato un piatto di funghi avvelenati. Subito i sospetti cadono sulla quarta moglie, Agrippina minore: la morte di Claudio apre la strada al figlio di lei Nerone, che infatti prende il potere a diciassette
anni (anche perché il figlio di Claudio, Britannico, viene assassinato subito dopo il padre).
Forse per zittire le malelingue, Agrippina fa costruire sul Celio un enorme tempio in onore del defunto, e divino, marito: il Claudianum (di cui oggi restano solo rovine).
 
Secondo altri, ad avvelenarlo è invece l'eunuco Aiolo, durante un banchetto con i pontefici sul Campidoglio.

Il Claudianum: Plastico di Roma Imperiale

 
NERONE (Casa del liberto Faonte fuori Roma, 19 giugno 68)
 
Cattivissimo, ma forse meno di quanto ci hanno raccontato gli storici antichi.
Alla notizia dell'arrivo di Galba, eletto imperatore dalle truppe, Nerone fugge da Roma, trovando riparo nella casa del liberto Faonte, tra le vie Salaria e Nomentana. Qui i suoi compagni lo esortano a suicidarsi, per non cadere in mano al nemico. Dopo aver dato disposizioni sul suo funerale e aver esclamato la celebre frase riportata da Svetonio - Quale artista muore con me! - si ficca una spada nella gola aiutato dal suo segretario Epafrodito. Ha solo trentadue anni.
Sulla via Cassia c'è un monumento funebre che la fantasia popolare riteneva essere, erroneamente, la Tomba di Nerone: la zona porta, ancora oggi, questo nome.
 
DOMIZIANO (Palatino, 18 settembre 96)
 
Ultimo della dinastia flavia, governa per quindici anni, mostrando col passar del tempo un carattere sempre più violento, dispotico (si proclama dominus et deus, signore e dio) e crudele.
Il complotto per ucciderlo è molto vasto, organizzato da membri del senato, dei pretoriani e della sua stessa famiglia (Stefano, intendente della cugina Flavia Domitilla e, sembra, sua moglie Domizia Longina). Materialmente viene ammazzato da Stefano, che lo pugnala per otto volte mentre è seduto alla sua scrivania. E poiché Domiziano si difende con forza, per finirlo è necessario l'intervento di alcuni inservienti dello stesso imperatore.
Il Senato lo dichiara hostis publicus (nemico pubblico) e ne decreta la damnatio memoriae, con distruzione delle sue immagini (click).
 

COMMODO (domus Vectiliana al Celio, 31 dicembre 192)
 
Commodo come Herakles (dagli Horti Lamiani) Figlio del 'filosofo' Marco Aurelio, diventa imperatore a diciannove anni, regnando con violenza ed eccessi tali da far ritenere che fosse, quasi certamente, pazzo.
Alla congiura per ucciderlo, la prima dopo quasi cento anni di imperatori morti per cause naturali, partecipano senatori e funzionari di palazzo, ma la parte del leone la fanno la concubina preferita Marcia e il suo 'personal trainer' Narcisso.
Marcia lo avvelena durante un banchetto serale, nella casa sul Celio (domus Vectiliana) dove Commodo preferisce risiedere. Ma l'imperatore vomita l'abbondante cena, e il veleno. Allora i congiurati pagano Narcisso, che quella stessa notte lo strangola mentre giace quasi privo di conoscenza: nel suo letto secondo alcuni storici, nella vasca da bagno secondo altri (una specie di contrappasso, dato che anni prima aveva fatto cuocere in un forno uno schiavo perché gli aveva preparato un bagno troppo caldo).
Non date retta a Gladiator...

 
GLI IMPERATORI AFRICANI: I SEVERI
 

La dinastia dei Severi, originaria di Leptis Magna (nell'odierna Libia), vanta un record di sovrani morti ammazzati: ben quattro su cinque (solo il fondatore, Settimio Severo, muore nel suo letto). E di madri ammazzate assieme ai propri figli.

Muoiono assassinati i due figli, ed eredi, di Settimio Severo.
Geta viene ucciso dal suo stesso fratello Caracalla, tra le braccia della loro madre Giulia Domna nelle quali cerca, inutilmente, rifugio (19 dicembre 211). Caracalla, vizioso e crudele, viene a sua volta ucciso l'8 aprile del 217 mentre è in viaggio da Edessa a Carrhae (Mesopotamia): il sicario è Marziale, un ufficiale della guardia del corpo imperiale, che gli taglia la gola mentre lo aiuta a salire a cavallo (dopo che l'imperatore si è fermato a fare pipì).
La loro madre
Giulia Domna, che molti critici sostengono aver lei effettivamente governato l'impero attraverso la forte influenza esercitata sul marito prima e sui figli poi, pochi mesi dopo l'assassinio del figlio superstite si lascia morire di fame.

Anche la sorte degli altri due esponenti della dinastia, Elagabalo e Alessandro Severo, è legata a quella delle madri.
Elagabalo diventa imperatore a quindici anni: è il nipote di Giulia Maesa, sorella di Giulia Domna. La sua breve vita (muore l'11 marzo 222, a diciannove anni) è all'insegna dell'eccentricità e del vizio: si sostiene che abbia sposato, oltre alle cinque mogli, anche un uomo (Zotico); e che si prostituisca, depilato e truccato, nei bordelli e nello stesso palazzo imperiale. Muore assieme alla madre Giulia Soemia, per ordine della nonna Giulia Maesa: assassinati dai pretoriani nel proprio accampamento (castra praetoria), vengono decapitati e i loro corpi, denudati, trascinati per tutta la città prima di essere gettati via (quello di Elagabalo nel Tevere, dal ponte Emilio).
Alessandro Severo, suo cugino e successore, viene ucciso il 18 o 19 marzo del 235 anche lui assieme alla madre, Giulia Mamea (sorella della defunta Giulia Soemia e perciò figlia di Giulia Maesa); ha ventisette anni. Il delitto avviene a Mogontiacum (oggi Mainz/Magonza), una delle fortezze sul limes danubiano: secondo una fonte i due vengono uccisi nella tenda dell'imperatore dalle truppe, esasperate dall'incapacità del giovane effeminato sovrano.

Elagabalo soffoca i suoi ospiti con petali di rosa fatti piovere dal soffitto durante un banchetto
(L. ALMA TADEMA, Le rose di Elagabalo, 1888)

Subito le truppe eleggono imperatore Massimino Trace. Per l'Impero comincia un lungo periodo di anarchia, con il succedersi di decine di effimeri imperatori.
 

 















 

GLI IMPERATORI ROMANI
= morte violenta
* = estranei alla dinastia

 
 
Augusto come Pontefice Massimo
 
 
 
DINASTIA GIULIO-CLAUDIA

(27 a.C. - 68 d.C.)

Ottaviano Augusto
Tiberio
Caligola

Claudio

Nerone






ANARCHIA MILITARE
(68 - 69)
 
Galba

Otone

Vitellio


 


 

DINASTIA DEI  FLAVI
(69 - 96)

Vespasiano
Tito
Domiziano






IMPERATORI ADOTTIVI & DINASTIA  DEGLI ANTONINI
(96 - 192)

Nerva
Traiano
Adriano
Antonino Pio
Marco Aurelio
Commodo






ANARCHIA MILITARE
(192 - 193)
 
Pertinace

Didio Giuliano

Pescennio Nigro

Clodio Albino






DINASTIA DEI SEVERI
(193 - 235)

Settimio Severo
Caracalla

Geta

* Diadumeniano

* Macrino

Elagabalo

Alessandro Severo





ANARCHIA MILITARE CON
IMPERATORI ILLIRICI

(235 - 284)

Massimino Trace

Gordiano I

Gordiano II

Balbino

Pupieno

Gordiano III

Filippo I
l'Arabo
Filippo II

Decio Traiano

Erennio Etrusco

Ostiliano
Treboniano Gallo

Volusiano

Emiliano

Valeriano I

Gallieno

Salonino

Aureolo

Claudio II il Gotico
Quintillo

Aureliano

Tacito

Floriano

Probo

Caro
Carino

Numeriano






 
I TETRARCHI &
LA DINASTIA DEI CONSTANTINI

(284 - 363)

Diocleziano
Massimiano

Costanzo
Galerio
Severo II

Massenzio

Licinio

Massimino II

Valente

Martiniano

Costantino I il Grande
Costantino II

Costante

Costanzo II
* Magnenzio

* Vetranio
Nepotiano

Giuliano l'Apostata






IMPERATORI & DINASTIE
TRA ORIENTE E OCCIDENTE
(363 - 476)

Gioviano

Valentiniano I
Valente

* Procopio

Graziano

Valentiniano II


Teodosio I il Grande
Arcadio
* Massimo

* Vittore

* Eugenio

Onorio
Teodosio II
* Attalo
Costanzo III

* Giovanni

Valentiniano III

Marciano

Petronio Massimo

Avito
Maiorano

Leone I
Severo III

Anthemio

Olibrio
Glicerio
Leone II
Zeno
Giulio Nepote

Basilisco

Marco


Romolo Augustolo
(deposto nel 476)
 
 


 
Romolo Augustolo su una moneta (tremisse) d'oro