Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Roberto Tartaglione

 
STINCO DI SANTO
 
 I santi nella vita quotidiana e nella tradizione popolare italiana
 Link: Santi e santini; Un santo per tutte le stagioni, i mille volti di San Sebastiano;
Il diavolo e l'acqua santa, i santini e la pubblicità

Note sulle forme del congiuntivo e Esercizi con soluzione

 
Livello intermedio 1

   
Difficile dire se i santi siano presenti nella nostra vita di tutti i giorni. Certo però nella lingua parlata intervengono continuamente. 
Io per esempio so che non sono uno stinco di santo, ma, santo cielo!, mi piace starmene in santa pace a bere del Vin Santo mangiando magari un buon prosciutto San Daniele. 
Non so più a quale santo votarmi: la mia pace dura al massimo da Natale a Santo Stefano! E poi, passata la festa gabbato lo santo, devo tornare al mio lavoro che pare la fabbrica di San Pietro...
Non parliamo poi della vita sentimentale! Quella santa donna di mia moglie, che fa la dama di San Vincenzo, mi ha lasciato. Per anni siamo stati insieme, come San Rocco e il cane. Poi un giorno, a Santa Cruz de Tenerife, proprio la notte di San Silvestro, solo perché scherzando (forse avevo bevuto troppa Sangria) le ho detto che sembrava passato San Giuseppe con la pialla... ha chiesto il divorzio.
Fa niente, vuol dire che non le farò il regalo di San Valentino. E del resto non poteva durare perché noi due siamo sempre stati come il diavolo e l'acqua santa. Ma santa pazienza, io le donne non le capirò mai. Non ci sono santi!

 
    
 

I primi cristiani chiamavano "santo" tutto quello che era per loro "sacro" o benedetto da Dio. E ancora oggi quando parliamo di acqua santa, olio santo, settimana santa, venerdì santo, Santo Padre, anno santo, Terra Santa ecc. utilizziamo la parola in questo senso.

Dopo la fine delle persecuzioni dei cristiani, si definivano "santi" quelli che erano morti per non rinnegare la loro fede, quindi tutti i martiri.
Più tardi si chiamavano "santi" anche quelli che, sebbene non fossero morti come martiri, avevano condotto tutta una vita santa. Dopo morti perciò, non c'era dubbio che fossero andati in Paradiso. 
 
Nel medioevo nasce la tradizione dei santi protettori, quei santi in qualche modo "specialisti" per risolvere problemi particolari. Per questo per un mal di gola è opportuno che si preghi San Biagio (morto decapitato nell'anno 316) mentre per il mal di denti è consigliabile che uno si rivolga a Santa Apollonia (morta nell'anno 216, dopo aver subito terribili torture: pare che le abbiano cavato tutti i denti con le tenaglie!)
 
E non è che oggi la tradizione del Santo Protettore sia dimenticata! In macchina può far comodo avere un'immagine di San Cristoforo, protettore degli automobilisti (in vita sembra che Cristoforo fosse un traghettatore), mentre San Lorenzo (morto su una graticola, bruciato sul fuoco) protegge pompieri, cuochi e rosticcieri.

Non c'è poi città italiana che non abbia il suo Santo Patrono: i Santi Pietro e Paolo sono i patroni di Roma (e a Roma è festa il 29 giugno), San Gennaro è il Patrono di Napoli (e a Napoli è festa il 19 settembre); che il patrono di Venezia sia San Marco è poi facile da immaginare (festa il 25 aprile).
Ma anche paesi piccoli e sconosciuti hanno sempre il loro santo di riferimento e la loro festa in onore del patrono.

Nel medioevo, con la devozione ai santi, nasce anche il commercio delle reliquie: si dice che in giro ci siano circa 32 chiodi usati per la crocifissione, almeno tre corpi di Santa Maria Maddalena, una quarantina di prepuzi avanzati dalla circoncisione di Gesù, e tanti pezzi della croce che con tutto quel legno si potrebbe costruire una nave, ha detto qualcuno. 
Proprio il commercio di reliquie, insieme a quello delle indulgenze, è stato la causa dello scisma della chiesa protestante voluto da Martin Lutero.
Oggi la chiesa cattolica vieta assolutamente che si faccia commercio di reliquie o oggetti sacri (ancora di questi tempi, dopo la morte di papa Wojtyla qualcuno vendeva frammenti dei suoi abiti. Ma c'è poco da ridere: a Berlino hanno venduto e vendono ai turisti così tanti frammenti del muro da costruire un'intera città!).
 
C'è infine la tradizione dell'onomastico, la festa delle persone che hanno il nome che coincide con quello del santo del giorno nel calendario cristiano-cattolico. Quindi il 7 giugno è l'onomastico di tutti quelli che si chiamano Roberto e chiunque in quella data voglia farmi un regalo può farlo senza problemi...