IL
SACRIFICATO
- Cerca di capirmi Giuliana, io lo
dico per te, non per me, eh.
Sarò fatto male, ma io sono fatto così, ho il senso
della responsabilità.
E ho, sì, e ho il rimorso di averti fatto perdere
questi cinque anni.
-
Quasi sei…
- Ah, sei, ancora peggio allora. E
per una donna sono gli anni migliori fra l’altro.
Figuriamoci… quando ti ho conosciuto eri quasi una
bambina. Avevi poco più che vent’anni. Anche se… sì insomma, se vogliamo essere giusti
vero… le tue esperienze le avevi già avute ma…
- Con un uomo che voleva sposarmi!
- Certo. Certo! Ed è appunto per
questo che mi sento doppiamente colpevole!
-
Colpevole di cosa? Io non rimpiango
niente, lo sai! Io sono contenta!
- Ah, adesso! Ma più tardi? Quando
non sarai più così giovane?
Quando dovrai fare un bilancio della tua vita? Tu
fatalmente finirai per chiederti: “Va bene va bene,
vediamo: Roberto che cosa mi ha dato?” E ti dovrai
rispondere “niente” perché purtroppo questa è la
verità. Non
ti ho dato niente, Giuliana.
- Ma perché dici così? Io sono
contenta con te! Noi
siamo insieme da sei anni e io vorrei… essere con te
altri cinque, altri dieci, tutta la mia vita!
-
Certo…
- Se mi ami ancora…
- Ma come “se ti amo”, andiamo! E
ti pare che starei qui a parlare con te, a cercare di
convincerti, per il tuo bene? Andiamo! Ragiona un po’
Giuliana!
- E’ vero… scusami. Sei tanto
buono, Roberto.
-
No, no, non è questione di bontà guarda. E’
questione che anche tu hai diritto ad avere una tua
vita, una tua casa, tutte quelle cose che io purtroppo,
con la migliore buona volontà, non ti posso dare. Eh.
Lo dico per te, Giuliana. E scusa… in fondo per le le
cose vanno bene come stanno. Ragiona un momento: io
vengo a casa tua, sì, quando mi pare. Mi offri il
pranzo, mi ficco a letto, faccio i miei comodi… no?
Giuliana… dai, non fare il broncio!
Fai un sorrisino a Robertuccio tuo eh?
Plipliplipli…Eh, scusa, io che ci rimetto? Niente!
Anzi, per me la situazione è ideale. Ho moglie, figli e
in più…
- Hai figli? Bambini? Come? Da quanto
tempo?
- Eh… sta per arrivare… eh sì,
è questo che… ti volevo dire.
Sì: mia moglie è incinta.
- Sono contenta per te.
- Eh… contenta… altra
responsabilità… altre preoccupazioni… e poi sapessi
che umiliazione, soprattutto
adesso, ogni sera dover cercare delle ragioni, delle
scuse… l’ufficio,
il lavoro… per strappare questi pochi minuti
con te. No
vedi, è un giro di menzogne che mi avvilisce che mi
esaspera capisci, che non posso più sopportare… non
per me eh, per te eh, tesoro, per te.
Per te che meriti tanto di più,
Giuliana. Tanto di più. Che avresti il diritto di avere
un uomo tutto per te, non uno che può darti soltanto i
ritagli di tempo, come purtroppo faccio io.
Tu ti devi far sposare, eh. Hai più diritto di tante a
una sistemazione!
E io questo purtroppo non te lo posso più dare. Grazie, se fossi scapolo…
- Scusa, due anni fa tu eri scapolo,
stavamo già insieme da tanto tempo, perché non hai
sposato me? Invece hai preferito sposare un’altra
donna. Rispondi, perché non hai sposato me?
- Ecco, ecco. Ah perché, mi chiedi
il perché?
- Eh sì.
- Ah ah, ma perché ti amavo troppo,
no Giuliana? Perché avevo paura, paura di renderti
infelice! Ma non lo vedi? Non lo vedi che razza di
marito sono io? Abbi pazienza: sto qui con te mentre mia
moglie mi crede in ufficio, mia moglie che, te l’ho
detto, aspetta un bambino… andiamo! Che vergogna!
E se avessi sposato te, guarda, prima o poi… prima o
poi avrei ingannato te con un’altra… perché, già,
io mi conosco. Buono? Buono io? Ma andiamo, io sono una
carogna. Solo che ho il coraggio di riconoscerlo.
Buono… guarda, che le sposi o no le donne che stanno
con me prima o poi finiscono con l’essere delle
infelici. Ed è appunto per questo, per non rischiare di
renderti più infelice ancora che io, adesso…
- Tu vuoi lasciarmi…
- Ah io? A sono… ah ah ah, Ah perché
sono io che voglio lasciare te adesso? Ah allora io cosa
faccio, parlo parlo, parlo al vento, non mi capisci.
Abbi pazienza Giuliana, mettiti al posto mio. Eh,
magari, magari avessi il coraggio di dare un bel taglio
netto: “Giuliana: Giuliana lasciamoci”. Grazie,
andrebbe benissimo, la coscienza andrebbe a posto. Ma io
questo coraggio non ce l’ho. E non ce l’avrò mai.
Capito? Questa forza io… non ce l’ho. Dovresti
essere tu ad averla. Certo. Cerca di capire. Dovresti
essere tu a cercare di… dirmi “Sì Roberto, Roberto
lasciamoci”. Dovresti
essere tu capisci? Dai, non fare così, fai un sorrisino
a Robertuccio tuo sì? Così, brava.
Fatti forza.
- Andiamo?
- Sì.
- No, no guarda Giuliana, io sono
sicuro che se trovi la forza di lasciarmi,
in pochi mesi ti sistemerai, ti troverai
meglio… potrai essere felice. Il brutto sarà per me.
Sono io che mi devo rassegnare.
Ecco per esempio… quel tipo con cui eri
fidanzata cinque anni fa. Come si chiamava?
- Astolfo.
- Astolfo! Be’, potresti anche
riprendere con lui. In fondo dicevi sempre che era un
tipo buono, generoso,
comprensivo, se ti ha capito allora perché non ti
dovrebbe capire adesso.
Ma poi, per carità via. Le occasioni non ti mancheranno
certo. Hai tutte le qualità. Sei bella, buona, sai fare
l’amore… che c’è ti sei offesa? E’ un
complimento mica un insulto. Dai non fare quella faccia
da abbacchietto pasquale… lo sai che non la sopporto.
- Va bene Roberto, lasciamoci, è
finita. Sono io che te lo chiedo.
- Ah va bene. Va bene. Se è questo
che vuoi. Forse è meglio così, meglio per tutti. Sarà
duro eh? Sarà duro per me. Ma in fondo ho il mio
lavoro. E poi diciamolo: il piccolo borghese conforto di
poter finalmente guardare negli occhi di mia moglie
senza sentirmi colpevole.
- Non piangere Giuliana non piangere,
non rendere le cose ancora più difficili. Non piangere
ti prego.
- Non piango.
- Sei convinta almeno che se
prendiamo questa decisione è soltanto per il tuo bene,
per il tuo avvenire, nel tuo interesse? Sei convinta?
- Io capisco, Roberto
Vuoi salire a prendere qualche
cosa?
- No… no! Meglio di no. Non avrei
più la forza di lasciarti. Vai, vai Giuliana, non
pensare a me. Vai, vai! Senza voltarti!
Addio.
- Addio!
.............................
-
Tesoro!
- Sono qui amore!
- Finalmente una serata tutta per
noi. Ti ho un po’ trascurato eh questa settimana?
Mi dispiace!
- Roberto, ma io non ti ho mai detto
niente!
- Da oggi in poi avrò molto più
tempo per te! … scusa.
- E’ pronto, vieni?
- Ah scusa, do appena un colpo di
telefono.
- A chi telefoni?
- A mia moglie, scusami eh. Faccio
subito.
- Pronto? Ciao cara. Ti volevo dire
che ho un impegno di lavoro stasera. Mi dispiace farò
un po’ tardi, sì. No no no, non mi aspettare perché farò un po’… molto
tardi. Sì, scusami tanto eh? No, non fare il broncio.
No no no fare così… fai il sorrisino a Robertuccio
tuo. Fatto
il sorrisino? Grazie. Ciao cara.
Eccomi qua! Prego!
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