SCUDIT,
SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI
ITALIANO PER STRANIERI |
Materiale:
n. 86 -
Data: 16.06.2002 -
Livello: intermedio 2 (B2) -
autore: Roberto Tartaglione - Giulia Grassi
LA STRANA
STORIA
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Strana storia quella
dell'Inno Nazionale italiano. Il testo lo ha scritto nel 1847 un ragazzo genovese di vent'anni, Goffredo Mameli. Un altro genovese, Michele Novaro, lo ha messo in musica poco dopo. Sono gli anni del Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'Italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione. Goffredo Mameli è un giovanissimo poeta e combattente (un eroe romantico?) che partecipa entusiasticamente alle battaglie di quegli anni. Nel 1849 è a Roma, dove è nata la Repubblica Romana. A Roma combatte al fianco di Garibaldi contro i francesi e, ferito ad una gamba, muore per la cancrena, all'età di 22 anni.Il canto di Mameli-Novaro (noto con il nome di "Fratelli d'Italia" dalle parole del primo verso) fu subito accettato dai giovani combattenti del Risorgimento come il loro Inno nazionale.
Chiaramente a noi moderni il testo sembra molto retorico e
la musica sembra una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata
da una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo, appassionato e
composto poi da un giovanissimo combattente per la libertà, sembrava il più
adatto a simboleggiare la giovane Italia rivoluzionaria.
Tuttavia i "limiti artistici" di quella composizione portarono lo stesso Mazzini, nel 1848, a chiedere a Mameli di scrivere un nuovo inno.
Questo sarebbe stato musicato da Giuseppe Verdi e
sarebbe dovuto diventare la "Marsigliese" della nuova Italia.
Il risultato pare che sia stato catastrofico: la più brutta musica scritta da Giuseppe Verdi e un testo assolutamente non appassionante. Insomma, "Fratelli d'Italia" resta così il simbolo del Risorgimento italiano. Durante il Fascismo "Fratelli d'Italia" va un po' fuori moda: i fascisti infatti preferivano cantare le loro marce. Nel 1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide che "provvisoriamente" quella musica poteva essere adottata come Inno Nazionale. Provvisoriamente: perché prima di tutto si doveva trovare un'altra musica, magari più bella, adatta a rappresentare lo Stato Italiano. E qualche problema c'era anche perché il testo avrebbe potuto disturbare il Papa (Mameli evidentemente non aveva una grande simpatia per il Vaticano).
Ma si sa: in Italia niente è più definitivo delle cose
provvisorie. E "Fratelli d'Italia" è rimasto lì per molti decenni.
Fino agli anni Novanta l'Inno Nazionale si cantava e si suonava solo nelle manifestazioni ufficiali (molto ufficiali) e soprattutto prima delle partite di calcio internazionali. I partiti di destra, anche se durante il fascismo l'Inno di Mameli era stato un po' emarginato, avevano cominciato ad amarlo perché era il simbolo della Patria. La sinistra lo amava molto meno.
Negli anni Novanta arriva sulla scena politica italiana la
Lega Nord, il partito di Umberto Bossi. Questo partito, con le sue idee di
autonomia e di indipendenza dell'Italia del nord, naturalmente non può amare i
simboli dell'unità d'Italia, la bandiera tricolore e l'Inno Nazionale. E il
massimo della confusione arriva quando la Lega Nord va al governo con Berlusconi
e la destra: nella stessa coalizione ci sono i ministri ex fascisti (che
difendono fortemente la bandiera e l'Inno Nazionale) e Umberto Bossi (che dice
che per lui la bandiera è solo un sostituto della carta igienica). Qualcuno (la
sinistra della destra!!) propone allora una soluzione per mettere d'accordo
tutti: sostituire l'Inno di Mameli con il "Va' pensiero" del "Nabucco" di Giuseppe Verdi,
certamente più bello musicalmente.
E la sinistra allora che fa? Fa un bel dispetto alla destra che è alleata di Bossi e comincia a rivalutare "Fratelli d'Italia", anche se il ritmo di quella marcetta non le era mai piaciuto. Così nelle manifestazioni politiche e sindacali della sinistra succede che al posto dell'Internazionale o di Bandiera Rossa, si canta Fratelli d'Italia! Per fortuna Carlo Azeglio Ciampi, il Presidente della Repubblica, ha una idea geniale: affida a dei grandi musicisti, Salvatore Accardo, Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, Zubin Mehta, il compito di dirigere l'Inno di Mameli. E, grazie alla bravura di questi direttori d'orchestra, l'Inno Nazionale diventa decisamente bello (mai sentita la bellissima versione di Accardo?).Mamma mia, che confusione! E non è finita. Scandalo! Il Ministro delle Comunicazioni (di estrema destra) dice che quella versione rock è offensiva ("Solo in Italia succedono queste cose!" grida il ministro; solo in Italia? E la versione dell'Inno Americano fatta da Jimi Hendrix con la chitarra elettrica? E l'Inno Inglese "rifatto" dai Sex Pistols?). La televisione accetta subito il consiglio e cambia la sigla.
Basta, basta! Siamo disperati.
4 dicembre 2017:
L'inno di Mameli (il nome ufficiale in realtà è "Il canto degli
italiani") viene riconosciuto finalmente dallo Stato Italiano come
inno nazionale. |
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