Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Giulia Grassi

 
L'AREA DEL LATERANO NELL'ANTICHITÀ

 
L'aspetto del Laterano nell'antichità, prima della sua trasformazione in centro della Roma cristiana

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La attuale zona del Laterano, che si trova alle pendici sud-orientali del Celio, nei testi di epoca romana viene citata come campus caelimontanus o campus martialis. L'ultima denominazione è legata al fatto che qui si svolgevano delle corse di cavalli e di carri in onore del dio Marte (Equiria o Equirria) quando il luogo ufficiale di esse, il Campo Marzio, era allagato dalle inondazioni del Tevere (Ovidio, Fasti).

La presenza di acquedotti - quelli sotterranei dell'Appia, della Marcia e della Giulia e, soprattutto, quello monumentale claudio-neroniano che attraversava tutto il colle - favorisce in epoca imperiale lo sviluppo di un'edilizia residenziale di tipo aristocratico, con domus e horti provvisti di giardini, ninfei e terme private.
L'area era percorsa da due strade importanti. La via celimontana, che partiva dalle antiche mura arcaiche e repubblicane sulla cima del colle (in corrispondenza dell'Arco di Dolabella) e si dirigeva verso l'attuale zona di Porta Maggiore. E la via Tuscolana.

Al di sotto degli edifici moderni gli archeologi hanno scoperto non solo i resti di alcune di queste ricche residenze ma anche quelli di insule, strade, botteghe, caserme (ad esempio i castra nova equitum singularium, sotto San Giovanni in Laterano) e terme, come quelle costruite da Settimio Severo per la guarnigione della caserma, di cui rimane visibile un grande rudere vicino al Battistero lateranense (foto). E hanno ricostruito la topografia dell'area in epoca antica, topografia trasformata dagli interventi costantiniani (cattedrale e palazzo papale) e fortemente compromessa dal saccheggio operato dai Visigoti di Alarico nel 410.
Ma sull'identificazione di una serie di ritrovamenti
ancora oggi gli studiosi dibattono ferocemente. È il caso, ad esempio, della domus Faustae e dei possedimenti dei Laterani, così fastosi da aver dato il nome alla zona.

Il campus romano
 

Il termine campus indicava uno spazio aperto e libero, ma entro limiti determinati, posto al di fuori delle mura cittadine.
In epoca repubblicana aveva una funzione principalmente militare: era il luogo dove in particolare i giovani, riuniti in organizzazioni, dette Collegia o Iuventutes, "effettuavano un addestramento paramilitare, dedicandosi all'esercizio fisico e ad esercitazioni di tipo marziale" in quanto era considerata fondamentale "la promozione dell'attività fisica e della coscienza della virtus nei giovani appartenenti al ceto elevato" (A. Borlenghi,
2008).
Col tempo il campus assunse anche una connotazione puramente ludica, essendo destinato al tempo libero e all'esercizio fisico di persone di ogni età.
Il caso più emblematico è il Campo Marzio a Roma.
 

 
Complesso Ospedaliero San Giovanni - Addolorata

 
L'attuale Complesso Ospedaliero San Giovanni - Addolorata nasce dalla fusione di diverse strutture sanitarie dislocate nel tempo lungo le pendici del Celio. Nel corso di lavori di ristrutturazione dei vecchi reparti e di costruzione di nuovi sono emersi molti resti antichi, nei quali gli archeologi hanno cercato di riconoscere le ricche residenze citate nelle fonti scritte.

Nell'area dell'Ospedale Addolorata, fondato agli inizi del XX secolo sulla sommità del Colle vicino alla chiesa di Santo Stefano Rotondo, si collocano i resti della domus Valeriorum, la casa dei Valeri, identificata in questo luogo fin dal XVI secolo. Le varie campagne di scavo, condotte fino al 2005, hanno permesso di ricostruire la storia del complesso

architettonico nelle sue varie fasi, che vanno dalla fine dell'età repubblicana al V secolo, quando la proprietà venne devastata dai Visigoti (410). Gli ultimi proprietari vendettero per un prezzo ridicolo la domus, che divenne un ospizio (lo Xenodoxhium Valerii o a Valeriis).
Negli scavi del 2005 è stato scoperto un grande corridoio, con pavimento in mosaico e pareti affrescate, che si affacciava con delle finestre su un viridarium, cioè un giardino (M. Barbera, S. Palladino, C. Paterna in FOD&R 2005).

 
Sempre nel complesso ospedaliero, ma nell'area dello storico Ospedale San Giovanni, è venuta alla luce un gran numero di nuclei edilizi di vario tipo nei quali si sono riconosciuti i resti degli horti di Domizia Lucilla (madre di Marco Aurelio): aree a giardino, portici,
strutture residenziali e una vasta zona di tipo produttivo con impianti per la preparazione e conservazione del vino (enopolio) e una serie di botteghe tra cui una fullonica (tintoria) lungo una strada.
Si è così capito che nel corso del tempo (I-IV secolo) questo complesso residenziale, nato come lussuosa dimora patrizia, venne ristrutturato per assolvere anche nuove funzioni di tipo commerciale (F. Astolfi in Forma Urbis, 2002).

 

   
Domus romane sotto la sede dell'I.N.P.S.

Sono all'origine di un vero conflitto fra gli studiosi i resti monumentali scoperti su via dell'Amba Aradam tra 1962 e 1965, in occasione della costruzione di un edificio per l'I.N.P.S. Dagli scavi sono emerse due residenze, disposte su terrazze naturali, costruite separatamente in età giulio-claudia (27 a.C. - 68 d.C.) e unite in un unico edificio residenziale forse tra fine III - inizi IV secolo. Alcuni dei vani presentano decorazioni ad affresco, di varie epoche; in particolare è importante la megalografia (ciclo di affreschi raffigurante personaggi celebri a grandi dimensioni) sulle pareti di un corridoio lungo 27 metri, datata agli inizi del IV secolo.
S.M. Scrinari, che ha diretto lo scavo, ha interpretato i resti come le abitazioni dei protagonisti della congiura antineroniana del 65, Calpurnio Pisone e Plauzio Laterano: a sud la domus dei Pisoni, a nord la domus dei Laterani (Aedes Lateranorum), entrambe confiscate da Nerone. Ritiene, inoltre, che quest'ultima sia divenuta proprietà di Fausta, la moglie di Costantino e che sia quindi quella domus Faustae in Laterano nella quale si svolse il concilio del 313 e che Costantino avrebbe donato al papa per farne la sua sede: il primo nucleo del palazzo papale.
 
 

 

 
 

 

 

 

 
Queste interpretazioni sono state contestate da molti studiosi e ancora oggi la questione è aperta (M. Sapelli in Domus romane, 2005), tanto più che c'è chi ha identificato il luogo delle egregiae aedes dei Laterani più a nord-est, nell'area archeologica sotto la basilica di San Giovanni in Laterano.
Un bel rompicapo...