Nel
1963-64 Pasolini gira Comizi d'amore, un film inchiesta sulla
sessualità. Su temi come il divorzio, la
prostituzione, l'omosessualità, il femminismo e la verginità,
intervista persone di tutta Italia, dal nord al sud, e di ogni estrazione
sociale: contadini, operai, ragazzi, militari, giocatori di calcio,
braccianti, qualche celebrità e alcuni intellettuali (fra questi
spiccano lo psicanalista Cesare Musatti e lo scrittore Alberto
Moravia).
Il quadro che ne esce è quello di un'Italia piuttosto confusa
nell'affrontare questi temi, propensa a rispondere per luoghi comuni
e certo condizionata da un forte perbenismo borghese e
cattolico.
La cosa più interessante, nel rivedere il film oggi, sta forse nel provare a
individuare dove la morale comune
sia davvero cambiata (per esempio il valore della verginità, oggi
certamente assai in ribasso) e quali opinioni più o meno
stereotipate persistano invece in qualche modo nella mentalità
comune.
Per questo proponiamo qui un'intervista fatta ad alcune operaie di
una fabbrica milanese sul tema della prostituzione, un argomento che
anche oggi è di grande attualità. E vi suggeriamo: provate a proporre in classe
lo stesso quesito posto da Pasolini (chiedendo perciò una risposta
non moralistica o religiosa). I risultati saranno certamente
interessanti.
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Davanti a una
fabbrica milanese
Dove si vede come
la morale borghese e cattolica non sembra sappia suggerire a delle
ragazze simpatiche e oneste le ragioni per cui sono oneste.
Pasolini
- Lei lavora qui signorina?
Operaia 1 - Sì
Pasolini - E si può sapere quanto guadagna al mese?
... Pressappoco...
Operaia 1 - ... Ecco, siccome è a cottimo quindi...
non è mai sempre la solita paga. Insomma oscilla sulle cinquanta, cinquantadue, a
seconda del cottimo.
Pasolini
- Bene. Lei sa che ci sono delle donne che lavorano di notte, nei
viali (lei mi capisce), che guadagnano tanto più di lei in modo non
onesto. E lei perché ha scelto la strada dell'onestà?
Operaia 1
- Guardi, sono stata abituata così secondo i miei genitori...
quindi...
Pasolini - La tentazione della ricchezza, l'idea di
guadagnare sei, sette volte di più?
Operaia 1 - Affatto
Pasolini - Ecco, vorrei sapere qual è la ragione per
cui voi avete scelto di guadagnare poco, o relativamente, lavorando
tanto, anziché quell'altra strada.
Operaia 2 - Perché è meglio un lavoro onesto che uno
disonesto.
Pasolini - E lei? Cosa dice?
Operaia 3 - Io dico che è così!
Pasolini - Cioè per onestà?
Operia 3 - Certo, per onestà, giusto.
Pasolini - Ma quali sono le ragioni che le impediscono
di cedere alla tentazione per guadagnare molto di più?
Operaia 4 - Perché mi piace fare la ragazza seria.
Pasolini - Ma perché? Perché è religiosa, per
ragioni morali... perché?
Operaia 4 - Eh, per tutto, ragioni morali, perché
sono anche religiosa.
Pasolini - E delle donne che invece sono disoneste e
hanno ceduto alla tentazione cosa ne pensa lei?
Operaia 4 - Penso che potrebbero far meglio ... fare
quello che faccio io invece che fare quel mestiere lì.
Operaia 3 - Io direi che non è mica giusto guadagnare
il pane in quel modo lì, no?
Pasolini - Sì, ma perché?
Operaia 3 - Eh, per me... la vedo una cosa fuori...
fuori uso... del normale voglio dire.
Operaia 5 - Attualmente è una vita che poi stanca
quella eh...
Pasolini - Ma voi le disprezzate le donne di quel
tipo?
Operaia 2 - No.
Operaia 5 - No.
Operaia 3 - Son furbe.
Altre informazioni su Pasolini nella lettura Pasolini,
l'intellettuale scomodo
e nei link presenti nella stessa lettura
Pasolini
e la pittura,
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Corsaro,
Pasolini
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