Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

 
La storia della canzone italiana è piena di episodi di censura: in molti casi si tratta di censure applicate a testi irriverenti, dal linguaggio non proprio ineccepibile, poco rispettosi della morale comune o "pericolosi" politicamente. Altre volte il problema era invece di carattere sessuale.
Qualche esempio?
Eccolo qui.
 
La canzone La pansé, di Renato Carosone non può andare alla radio e tantomeno in televisione. Il doppio senso che si potrebbe trarre da quella domanda impertinente (me la dai?) è decisamente immorale. Siamo nel 1955.

Ah! che bella pansé che tieni,
che bella pansé che hai...
me la dai?
me la dai?
me la dai...la tua pansé?

 
La (bellissima) canzone - in napoletano - di Domenico Modugno
Resta cu' mme viene censurata dalla RAI. Il verso incriminato è nun mme 'mporta d'o ppassato, nun mme 'mporta 'e chi t'ha avuto..." (cioè "non mi importa del passato, non mi importa di chi ti ha avuto). Scherziamo? Mettiamo in dubbio l'importanza della verginità? Siamo nel 1957.

Nel 1959 la cantante Jula de Palma lancia al Festival di Sanremo una canzone dal titolo Tua. Il testo è accettabilissimo anche per i censori. Ma il modo di cantare di Jula de Palma (e il suo modo di pronunciare quel "Tua") è troppo, troppo sexy. La canzone non verrà trasmessa più in televisione cantata dalla conturbante Jula.
 

Più grave, anzi gravissimo, l'episodio che coinvolge di nuovo Domenico Modugno. Il disco con la canzone Nuda (titolo già osceno, evidentemente), viene ritirato dalla casa discografica. Il testo, del 1966, diceva: 
 
 
Languida, morbida, purissima. Nuda! Mia! 
Ti sento ancora tra le mie braccia, 
bevo il tuo respiro dolce morire! 
Nuda, nuda, dolcissimo ricordo di te.

 
Nel 1965 la censura richiede una modifica al testo della canzone di Fabrizio de André Città Vecchia. La strofa
  
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone 
forse quella che sola ti può dare una lezione; 
quella che di giorno chiami con disprezzo "specie di troia", 
quella che di notte stabilisce il prezzo alla tua gioia 

viene sostituita da 
 
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone 
forse quella che sola ti può dare una lezione; 
quella che di giorno chiami con disprezzo "pubblica moglie", 
quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.

 
Nel 1969 esce Je t'aime moi non plus della coppia Jane Birkin & Serge Gainsbourg: è una canzone francese e pochi capiscono il testo. Ma i vari sospiri che ritmano il canto sono comprensibili anche a chi a scuola non ha studiato il francese e provocano l'intervento della censura. Tuttavia il disco in Italia vende moltissimo.

Ancora una canzone di Fabrizio de André (testo di Paolo Villaggio) finisce sotto l'occhio vigile della censura nel 1970. Si tratta di Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers. È la storia di re Carlo che, tornato dalla guerra contro i Mori, si accorge di aver perso la chiave della cintura di castità della moglie. Il poveretto è così costretto ad andare a cercare sesso da qualche altra parte. Ma è bruttino (aveva un gran nasone e un volto da caprone) e alla fine decide di rivolgersi a una prostituta. La quale, dopo aver svolto il suo lavoro, presenta al re la sua parcella. E Carlo fa l'amara considerazione: 

  
È mai possibile o porco d'un cane, / che le avventure in codesto reame / debban risolversi tutte con grandi puttane? / Anche sul prezzo v'è poi da ridire, / ben mi ricordo che pria di partire / v'eran tariffe inferiori alle 3 mila lire!
  
Nel 1972 tocca a
Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni. Il verso
e la paura e la voglia di essere nudi  
si trasforma miracolosamente in 
e la paura e la voglia di essere soli

E anche il verso legato a lui e lei sulla spiaggia con
mani sempre più ansiose di cose proibite  
diventa 
mani sempre più ansiose e scarpe bagnate
(in effetti sulla spiaggia succede).
 

Un paio di anni dopo sarà Riccardo Cocciante a dover cambiare un verso nella sua canzone Bella senz'anima: e quando a letto lui ti chiederà di più..., diventa e quando un giorno lui ti chiederà di più.. (del resto c'è bisogno di chiederlo proprio a letto?)

 
Ma ormai siamo a metà degli anni Settanta. Le radio private sono diffusissime e tra poco arriveranno anche le tv commerciali. La censura sui testi delle canzoni si affievolisce. Tant'è vero che perfino
Pensiero stupendo, di Patty Pravo, passa quasi inosservata il vaglio dei censori. E dire che è una canzone che descrive, con una certa cura dei particolari, una scena d'amore a tre!

Nello stesso periodo la cantante Mina, forse ormai troppo sicura di sé e del suo carisma di miglior cantante italiana, si dice - chissà se è vero - che volesse presentare una canzone dal titolo "L'importante è venire" (sì sì, non c'è un doppio senso: intendeva proprio quello!). La canzone del resto parla di un amplesso non proprio soddisfacente.  Il titolo sarebbe poi diventato: L'importante è finire.
 

Altri piccoli episodi senza importanza caratterizzano gli anni successivi: un verso della canzone "Compagno di scuola" di Antonello Venditti, per esempio, diceva quella del primo banco che l'ha data a tutti meno che a te".  Di che cosa parlerà mai? Forse della pansé? La censura ottiene che il verso sia modificato in filava tutti meno che te. E siamo nel 1977.

In tempi più moderni la censura sessuale colpisce soprattutto Elio e le Storie Tese (e in Matdid abbiamo già pubblicato il testo della canzone Cara ti amo). Ma, da qualche anno a questa parte il sesso cantato e i cantanti non fanno più paura. La censura ha scelto ben altri bersagli.

 

Sulla censura vedi in MatDid: Scandali del passato; Vietato vietare; Tolleranza? Zero!