Matdid: Materiale
didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni. |
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Negli
anni Sessanta in Italia finisce il periodo del "dopoguerra". La televisione entra progressivamente in ogni casa, l'automobile non è più un lusso per pochi, i "giovani" si trasformano per la prima volta in una categoria di consumatori, specialmente di musica. E le vacanze, che una volta esistevano solo per l'alta borghesia, pian piano cominciano a diventare "vacanze di massa". Con le vacanze nasce la "musica da spiaggia": canzoni che accompagnano la stagione estiva, i balli della sera, l'amore del mese di agosto. Canzoni che rappresentano un determinato anno, insomma: come questa Abbronzatissima del 1963, di Edoardo Vianello (una canzone leggerissima certo, ma i più bravi ascoltatori riconosceranno l'arrangiamento di Ennio Morricone, in quella battuta iniziale "a...a...a...a... abbronzatissima" tipica trovata del grande musicista)
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Ma
proprio negli anni Sessanta, anni di allegria e spensieratezza secondo
gli stereotipi della storia d'Italia, nasce anche la canzone d'autore,
la canzone impegnata, seria, poetica e magari un po' esistenzialista. E
nasce proprio con una "canzone da spiaggia", certo più
raffinata e intellettuale delle solite, ma di grandissimo successo nei Jukebox e sulle piste da ballo. Si tratta di Sapore
di sale, di Gino Paoli, 1963. E guardate nel filmato qui sotto com'era casta la televisione anni Sessanta! Lei sulla spiaggia è coperta come se fosse sull'Himalaya e lui, be', non ha certo la faccia dei "belli da tv" che circolano oggi...
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Non
è che la canzone d'autore comunque abbia cancellato le canzoni allegre,
disimpegnate e da ballo! Anzi, il ritornello sull'abbronzatura è sempre più di moda e nel 1964 ecco il grande successo di Sei diventata nera dei Los Marcellos Ferial. Chissà... forse gli italiani, un popolo di tradizione contadina, abituati ad avere la pelle bruciata dal sole dopo ore e ore di lavoro nei campi, per la prima volta nella loro storia si ritrovano a cercare l'abbronzatura sulle spiagge e quasi non riescono a crederci! Dettaglio: i Los Marcellos Ferial erano un gruppo italianissimo. Ma il nome spagnolo dava un fascino esotico particolarmente adatto a chi era alla ricerca di successo "estivo". E ancora oggi lo spagnolo (e il ritmo latino-americano certo) suona particolarmente adatto alla "canzone da spiaggia". .
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Con
gli impegnati e politicizzati Anni Settanta, anche nella "canzone
da spiaggia" entra un pizzico di volontà intellettuale. E così,
perfino la divertente Tutti al mare,
di Gabriella Ferri, anno 1973, con il suo dialetto, con il suo richiamo
alla tradizione della "canzone popolare", con il suo
linguaggio semitrasgressivo (be', le chiappe chiare non sono
certo scandalose, ma non fanno parte del tipico linguaggio della canzone
italiana), ma soprattutto con la melodia trascinante e la voce urlata,
arriva alle nostre orecchie da un lato festosa, ma dall'altro anche
disperata.
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Abbiamo
già detto che la lingua spagnola e il ritmo latino-americano sono
percepiti come particolarmente adatti a evocare vacanze al mare. Così, durante gli "Stupidi Anni Ottanta" (precisamente nel 1983) un duo di cantanti, i Righeira, italianissimi ovviamente, raggiunge un successo incredibile con questa canzone: Vamos a la playa. Ancora oggi l'espressione Vamos a la playa fa parte del bagaglio di frasi fatte e modi di dire degli italiani.
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Ma
perfino in quelli che abbiamo scherzosamente definito "gli Stupidi
Anni Ottanta" la canzone d'autore mantiene il suo ruolo. E nel 1982
ecco arrivare forse l'ultima canzone "da spiaggia" scritta da
un autore considerato prestigioso, Franco Battiato, e cantata da una
cantante che aveva voce davvero particolare, Giuni Russo. La canzone è Un'estate al mare.
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Nel
1985 ancora una "canzone da spiaggia" dei Righeira, una
canzone dedicata stavolta all'estate che finisce e all'amore estivo che
naturalmente non scorderemo mai. E con L'estate
sta finendo finiscono forse anche le "canzoni da
spiaggia". Dagli anni Novanta i successi dell'estate sono i normali successi internazionali. Finisce forse l'idea stessa di vacanza così come era stata per vent'anni e comincia un nuovo modo di immaginare il tempo libero. E spariscono anche i cantanti come i Righeira.
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Cosa
resta quindi delle "canzoni d'estate" della seconda metà del XX
secolo? Be', oltre a quelle riportate in questa lettura ce ne sono certo molte altre: ma, se proprio dovessimo pensare alla canzone di maggior successo degli ultimi cinquant'anni e collegata al mare, al sole e alle vacanze estive, non avremmo dubbi. Penseremmo subito a Questo piccolo grande amore (1972), di Claudio Baglioni, che comincia proprio con il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia. Canzone di enorme successo e certamente
un po' "adolescenziale" Questo piccolo grande amore è stata
perfino oggetto di una censura:
e infatti nella prima versione destinata alla radio e alla tv il verso
e la paura e la voglia di essere nudi si trasforma
miracolosamente in e la paura e la voglia di essere soli. E
anche il verso che parla di lui e lei sulla spiaggia con mani sempre
più ansiose di cose proibite diventa per la tv e la
radio
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