Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 
   

Roberto Tartaglione
 

ABBRONZATISSIMI 


Per chi ama le vacanze oziose, le canzoni da spiaggia che hanno accompagnato le vacanze degli italiani
 
E per chi ama le vacanze culturali, link: Turisti non per caso nel foro romano


Livello elementare 2


  
 



 
 

Negli anni Sessanta in Italia finisce il periodo del "dopoguerra".
La televisione entra progressivamente in ogni casa, l'automobile non è più un lusso per pochi, i "giovani" si trasformano per la prima volta in una categoria di consumatori, specialmente di musica. E le vacanze, che una volta esistevano solo per l'alta borghesia, pian piano cominciano a diventare "vacanze di massa".
Con le vacanze nasce la "musica da spiaggia": canzoni che accompagnano la stagione estiva, i balli della sera, l'amore del mese di agosto. 
Canzoni che rappresentano un determinato anno, insomma: come questa Abbronzatissima del 1963, di Edoardo Vianello (una canzone leggerissima certo, ma i più bravi ascoltatori riconosceranno l'arrangiamento di Ennio Morricone, in quella battuta iniziale "a...a...a...a... abbronzatissima" tipica trovata del grande musicista)


 
 
 

A  Abbronzatissima
sotto i raggi del sole,
com'è bello sognare,
abbracciato con te.
A  Abbronzatissima
a due passi dal mare,
come è dolce sentirti
respirare con me.
Sulle labbra tue dolcissime
un profumo di salsedine
sentirò per tutto il tempo
di questa estate d'amor.
Quando il viso tuo nerissimo
tornerà di nuovo pallido,
questi giorni in riva al mar
non potrò dimenticar.
A  Abbronzatissima
sotto i raggi del sole,
a due passi dal mare
abbracciato con te.
A  Abbronzatissima
  
  
 



 
 

Ma proprio negli anni Sessanta, anni di allegria e spensieratezza secondo gli stereotipi della storia d'Italia, nasce anche la canzone d'autore, la canzone impegnata, seria, poetica e magari un po' esistenzialista. E nasce proprio con una "canzone da spiaggia", certo più raffinata e intellettuale delle solite, ma di grandissimo successo nei Jukebox e sulle piste da ballo. Si tratta di Sapore di sale, di Gino Paoli, 1963.
E guardate nel filmato qui sotto com'era casta la televisione anni Sessanta! Lei sulla spiaggia è coperta come se fosse sull'Himalaya e lui, be', non ha certo la faccia dei "belli da tv" che circolano oggi...


 
 
 

Sapore di sale, sapore di mare
che hai sulla pelle, che hai sulle labbra
quando esci dall'acqua e ti vieni a sdraiare
vicino a me, vicino a me.
Sapore di sale, sapore di mare
un gusto un po' amaro di cose perdute
di cose lasciate lontano da noi
dove il mondo è diverso, diverso da qui.

Il tempo è nei giorni che passano pigri
e lasciano in bocca il gusto del sale
ti butti nell'acqua e mi lasci a guardarti
e rimango da solo nella sabbia e nel sole.
Poi torni vicino e ti lasci cadere
così nella sabbia e nelle mie braccia
e mentre ti bacio sapore di sale
sapore di mare, sapore di te.
  
  
 



 
 

Non è che la canzone d'autore comunque abbia cancellato le canzoni allegre, disimpegnate e da ballo!
Anzi, il ritornello sull'abbronzatura è sempre più di moda e nel 1964 ecco il grande successo di Sei diventata nera dei Los Marcellos Ferial.
Chissà... forse gli italiani, un popolo di tradizione contadina, abituati ad avere la pelle bruciata dal sole dopo ore e ore di lavoro nei campi, per la prima volta nella loro storia si ritrovano a cercare l'abbronzatura sulle spiagge e quasi non riescono a crederci!
Dettaglio: i Los Marcellos Ferial erano un gruppo italianissimo. Ma il nome spagnolo dava un fascino esotico particolarmente adatto a chi era alla ricerca di successo "estivo". E ancora oggi lo spagnolo (e il ritmo latino-americano certo) suona particolarmente adatto alla "canzone da spiaggia". 
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Sei diventata nera nera nera
sei diventata nera come il carbon
sei diventata nera nera nera
sei diventata nera come il carbon
distesa ogni giorno tra il mare e la sabbia
dal sole che scotta ti lasci bruciar
sul naso e sulle spalle sei pelata che matta
hai forse deciso di farmi dispetto
di giorno ti vedo di sera però
purtroppo se non c'è la luna piena
non ti distinguo perché
sei diventata nera nera nera
sei diventata nera come il carbon
il sole d'agosto ti ha dato alla testa
consumi ogni giorno tre litri di spray
hai l'aria di una mummia imbalsamata,
che matta
con gli occhi socchiusi tu pensi soltanto
a quando gli amici rimasti in città
tornando dalla tua villeggiatura
diranno tutti che tu
sei diventata nera nera nera
sei diventata nera come il carbon
  
  
 



 
 

Con gli impegnati e politicizzati Anni Settanta, anche nella "canzone da spiaggia" entra un pizzico di volontà intellettuale. E così, perfino la divertente Tutti al mare, di Gabriella Ferri, anno 1973, con il suo dialetto, con il suo richiamo alla tradizione della "canzone popolare", con il suo linguaggio semitrasgressivo (be', le chiappe chiare non sono certo scandalose, ma non fanno parte del tipico linguaggio della canzone italiana), ma soprattutto con la melodia trascinante e la voce urlata, arriva alle nostre orecchie da un lato festosa, ma dall'altro anche disperata. 



 

 

 

 

 


 

Tutti ar mare tutti ar mare
a mostrar le chiappe chiare
co li pesci, in mezzo all'onne
noi s'annamo a diverti'

(tutti al mare, tutti al mare,
a mostrar le chiappe chiare,
con i pesci, in mezzo alle onde
noi ci andiamo a divertire)

  
  
 



 
 

Abbiamo già detto che la lingua spagnola e il ritmo latino-americano sono percepiti come particolarmente adatti a evocare vacanze al mare. 
Così, durante gli "Stupidi Anni Ottanta" (precisamente nel 1983) un duo di cantanti, i Righeira, italianissimi ovviamente, raggiunge un successo incredibile con questa canzone: Vamos a la playa.
Ancora oggi l'espressione Vamos a la playa fa parte del bagaglio di frasi fatte e modi di dire degli italiani.


 

 

 

 

 

Vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh.
vamos a la playa la bomba estallo'
las radiaciones tostan y matizan de azul.
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh.
vamos a la playa todos con sombrero
el viento radioactivo despeina los cabellos.
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh.
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh.
vamos a la playa al fin el mar es limpio
no mas peces hediondos sino agua fluorescente.
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh, oh, oh, oh
vamos a la playa, oh, oh.
  
  
 



 
 

Ma perfino in quelli che abbiamo scherzosamente definito "gli Stupidi Anni Ottanta" la canzone d'autore mantiene il suo ruolo. E nel 1982 ecco arrivare forse l'ultima canzone "da spiaggia" scritta da un autore considerato prestigioso, Franco Battiato, e cantata da una cantante che aveva voce davvero particolare, Giuni Russo.
La canzone è Un'estate al mare
 

 

 

 

 
 

Per le strade mercenarie del sesso
che procurano fantastiche illusioni
senti la mia pelle come è vellutata
ti farà cadere in tentazioni.
Per regalo voglio un harmonizer
con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest'estate ce ne andremo al mare per le vacanze.

Un'estate al mare, voglia di remare
fare il bagno al largo
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un'estate al mare, stile balneare
con il salvagente per paura di affogare...

Sopra i ponti delle autostrade
c'è qualcuno fermo che ci saluta
senti questa pelle com'è profumata
mi ricorda l'olio di Tahiti
Nelle sere quando c'era freddo
si bruciavano le gomme di automobili
Quest'estate voglio divertirmi per le vacanze...
 
Un'estate al mare, voglia di remare...
Quest'estate ce ne andremo al mare
con la voglia pazza di remare
fare un po' di bagni al largo
e vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
  
  
 



 
 

Nel 1985 ancora una "canzone da spiaggia" dei Righeira, una canzone dedicata stavolta all'estate che finisce e all'amore estivo che naturalmente non scorderemo mai. E con L'estate sta finendo finiscono forse anche le "canzoni da spiaggia". 
Dagli anni Novanta i successi dell'estate sono i normali successi internazionali. Finisce forse l'idea stessa di vacanza così come era stata per vent'anni e comincia un nuovo modo di immaginare il tempo libero. E spariscono anche i cantanti come i Righeira.

 

 

 

 


 

 

 

L'estate sta finendo e un anno se ne va
sto diventando grande lo sai che non mi va.
In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più
è il solito rituale ma ora manchi tu.
Languidi brividi come il ghiaccio bruciano
quando sto con te.
Baciami siamo due satelliti
in orbita sul mar.
È tempo che i gabbiani arrivino in città
L'estate sta finendo lo sai che non mi va.
Io sono ancora solo non è una novità
Tu hai già chi ti consola a me chi penserà.
Languidi brividi…
L'estate sta finendo e un anno se ne va
sto diventando grande lo sai che non mi va.
Una fotografia è tutto quel che ho
ma stanne pur sicura io non ti scorderò.
L'estate sta finendo e un anno se ne va
sto diventando grande anche se non mi va.
L'estate sta finendo l'estate sta finendo
  
  
 



 
 

Cosa resta quindi delle "canzoni d'estate" della seconda metà del XX secolo?
Be', oltre a quelle riportate in questa lettura ce ne sono certo molte altre: ma, se proprio dovessimo pensare alla canzone di maggior  successo degli ultimi cinquant'anni e collegata al mare, al sole e alle vacanze estive, non avremmo dubbi. Penseremmo subito a Questo piccolo grande amore (1972), di Claudio Baglioni, che comincia proprio con il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia.

Canzone di enorme successo e certamente un po' "adolescenziale" Questo piccolo grande amore è stata perfino oggetto di una censura: e infatti nella prima versione destinata alla radio e alla tv il verso e la paura e la voglia di essere nudi  si trasforma miracolosamente in e la paura e la voglia di essere soli. E anche il verso che parla di lui e lei sulla spiaggia con mani sempre più ansiose di cose proibite  diventa per la tv e  la radio 
mani sempre più ansiose e scarpe bagnate.
 
A guardare la televisione di oggi viene proprio da dire: " Come passa il tempo eh..."

 

Quella sua maglietta fina,
tanto stretta al punto che
mi immaginavo tutto.
E quell' aria da bambina
che non glielo detto mai 
ma io ci andavo matto
E chiare sere d' estate 
il mare i giochi e le fate
e la paura e la voglia di
essere nudi
un bacio a labbra salate 
un fuoco quattro risate
e far l' amore giù al faro... ti amo davvero ti amo lo giuro... ti amo ti amo davvero!

E lei lei mi guardava con sospetto
poi mi sorrideva
e mi teneva stretto stretto
ed io io non ho mai capito niente
visto che ora mai non me lo levo dalla mente
che lei lei era un piccolo grande amore
solo un piccolo grande amore
niente più di questo niente più!
mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire
adesso che saprei cosa fare
adesso che voglio un piccolo grande amore

Quella camminata strana
pure in mezzo a chissà che
l'avrei riconosciuta. Mi diceva
"sei una frana"
ma io questa cosa qui mica l' ho mai creduta
e lunghe corse affannate
incontro a stelle cadute
e
mani sempre più ansiose di cose proibite
e le canzoni stonate urlate al cielo lassù
"chi arriva prima a quel muro..."
non sono sicuro se ti amo davvero
non sono...non sono sicuro...
 
E lei tutto ad un tratto non parlava
ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva
ed io io non lo so quant' e' che ha pianto
solamente adesso me ne sto rendendo conto
che lei lei era un piccolo grande amore
solo un piccolo grande amore
niente più di questo niente più!
mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire
adesso che saprei cosa fare
adesso che voglio un piccolo grande amore