Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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I tabù linguistici riguardano parecchi aspetti del nostro modo di comunicare. Alcuni - quasi per superstizione - ci impediscono di dire parole "brutte" che, soltanto a pronunciarle, potrebbero portare sfortuna (il mal sottile per la tubercolosi, il brutto male per il cancro e poi tutti i modi di dire per sostituire il verbo "morire": se n'è andato, non c'è più, è scomparso, si è spento ecc.) Ci sono poi quelli legati alla sfera sessuale: sull'omosessualità abbiamo già detto in passato (vedi "Europa culattona"); ma il vocabolario in questo campo è ricchissimo. E quindi una ragazza vergine può essere anche pura e illibata (se non addirittura come mamma l'ha fatta) mentre una prostituta diventa una di quelle, una donnaccia, una donna di facili costumi o perfino una donnina allegra. L'organo sessuale maschile passa dall'innocente pisellino alla ben nota espressione cazzo (lemma che occupa un ruolo altissimo nel dizionario di frequenza della lingua italiana); il tutto attraverso un'infinità di eufemismi dialettali e non (vedi Er padre de li Santi) Se fare l'amore (che prevede partecipazione sentimentale) è il nemico numero uno di scopare (che prevede invece solo partecipazione fisica), entrambi questi modi di dire si confrontano con i freddissimi fare sesso, copulare, avere un rapporto sessuale, congiungersi carnalmente, e più che mai con l'ironico conoscersi in senso biblico (del genere Abramo conobbe Rebecca e nacquero 18 figli). |
Ma
è nel "sociale" che i tabù linguistici ci regalano gli
effetti più gustosi, in particolare quando il tabù si trasforma in
politically correct e poi in censura. Chi non aveva un
lavoro stabile fino a qualche mese fa si chiamava co.co.co,
parola foneticamente bellissima che ha avuto una discreta fortuna
nella lingua parlata. L'origine di questo termine sta nel tipo di
contratto di lavoro, di collaborazione coordinata e
continuativa. La precarietà di questo lavoro richiedeva
però un radicale cambiamento. E infatti oggi finalmente i co.co.co
non esistono più. Oggi si fanno "contratti a progetto"
che garantiscono un ruolo di lavoro parasubordinato. |
diventa non-udente, handicappato diventa portatore
di handicap, disabile o diversamente abile. In un
recente
articolo (La Repubblica, 6 novembre 2004, pag. 39) Umberto Eco, a
questo proposito, definisce Berlusconi persona verticalmente
svantaggiata intesa a ovviare una regressione follicolare (basso
e pelato). E i quattro italiani rapiti in Iraq, che lavoravano per imprese americane, che lavoro facevano? "Erano mercenari!" dicono i più accesi di sinistra; "No, erano emigranti!" rispondono quelli di destra. Meglio non prendere posizione e fare come hanno fatto molti giornali che hanno usato il termine inglese contractors (che in fondo in fondo significa co.co.co). Ma forse questi sono
problemi che non interessano troppo gli italiani. Hanno questioni
più immediate da risolvere, loro! Chi vive con 500 Euro al mese (e sono
milioni) è certamente molto felice di non essere povero. Tuttavia
si preoccupa molto di uscire dalla categoria di quelli che sono
rimasti indietro. |