Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

ANCHE I DUCI SBAGLIANO

 La faticosa storia editoriale dei "Colloqui con Mussolini"

  

  

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Nel 1932 la Casa Editrice Mondadori termina la stampa del libro "Colloqui con Mussolini" di Emil Ludwig. Prima di pubblicarlo l'editore va da Mussolini che fa alcune correzioni autografe sulle bozze e ne autorizza la pubblicazione.
Il giorno prima che il libro finisca nelle librerie all'editore arriva il divieto assoluto di pubblicare il libro. La stampa fascista attacca Arnoldo Mondadori scrivendo che l'editore vuole mettere in commercio un testo su Mussolini senza aver avuto l'approvazione del duce. La vendita del libro viene sospesa per un po'. Mussolini sostiene che l'italiano usato nel libro è pessimo e ne autorizzerà la pubblicazione solo quando sarà "tradotto" in una lingua accettabile.
Intanto però i Colloqui cominciano a essere pubblicati all'estero in altre lingue e per evitare scandali Mondadori viene autorizzato a vendere solo le copie della prima stampa, circa ventimila copie che finiscono in pochi giorni. Un anno dopo Mussolini modifica leggermente il testo che viene ristampato: ma di questa seconda stampa si venderanno solo pochissime migliaia di copie.

Nel 1950 Arnoldo Mondadori, che aveva conservato le bozze originali con le correzioni autografe di Mussolini (soprattutto per difendersi dall'accusa di voler pubblicare il libro senza le dovute autorizzazioni), pubblica proprio queste prime bozze in cui si può vedere come Mussolini, di suo pugno, abbia modificato alcune parole che non gli piacevano.
Nell'introduzione l'editore racconta la complicata storia della pubblicazione di questo libro e si domanda: come mai Mussolini, all'improvviso, aveva vietato la vendita del libro? Si era improvvisamente reso conto che alcune sue dichiarazioni potevano essere politicamente pericolose?
Non lo sapremo mai: ma a noi piace pensare che Mussolini era stato maestro di scuola e alcune ripetizioni, alcune strutture sintattiche e alcune frasi della prima stesura... sì, erano davvero da correggere.
Ma ora andiamo a vedere alcune delle (poche) correzioni autografe di Mussolini apportate al testo la prima volta che lo aveva avuto sotto gli occhi:
 


 

PRIME BOZZE CORREZIONI DI MUSSOLINI
 
1 Il Tirolo L'Alto Adige
2 Eppure quest'uomo attivo si era assunto la parte più passiva immaginabile indulgente
3 A quell'età si è ora entusiasti, ora scoraggiati. Soprattutto si è ribelli cancellato
4 Prima erano loro che mi mettevano dentro. Ora li metto dentro io Prima andavo dentro io. Ora la vicenda è cambiata. Io compio il mio dovere
5 È un grande esercizio per i nervi rimanere fermi sotto la pioggia delle palle del piombo
6 Se Lei considera il giornalismo una così alta scuola perché lo imbavaglia? ostacola
7 Il nostro vino nostrano paesano
8 Ciò in Europa è maledettamente difficile straordinariamente
9 La massa è una femmina donna
10 Perciò Lei accennava ultimamente alla Sua gioventù come a quella di un comunista socialista
11 Lei ha detto che il sabotaggio deve avere uno scopo morale, che si possono distruggere i telegrafi, ma non far deviare un treno neutrale cancellato
12 Presentemente non vi sono che due forze in Italia: io e il re il Re ed io
13 L'ordine e la pedanteria nella cui disciplina lavoro diligenza
14 Ma allora si dovrebbe giudicare Cesare dal fatto che Egli ha torturato Vercingetorige incarcerato
15 La donna deve essere passiva obbedire
16 Scatenare un movimento iniziare
17 Noi eravamo stati stuzzicati provocati
18 Io sono un viandante marciatore
19 L'interesse del pubblico popolo
  
NOTERELLE

  
1.
Tirolo o Alto Adige? Be', ancora oggi usare una o l'altra espressione per indicare quella regione dell'Italia del nord al confine con l'Austria, può caratterizzare politicamente una persona. Per fortuna da quelle parti c'è il bilinguismo e entrambe le forme sono oggi ammesse.
 
2. Il duce "passivo"? Mamma mia! Sembra quasi un'offesa alla sua ben nota virilità! Meglio, molto meglio "indulgente"... 
  
3. Si sa, i giovani sono tutti un po' "ribelli", ma è meglio non mettere strane idee in testa alla gente.
 
4. "Andare dentro", cioè in prigione, è già un'espressione abbastanza popolare. Ma se gli altri "mandavano dentro" Mussolini, lui è ben diverso: lui compie il suo dovere.
 
5. "Le palle" nel senso di "pallottole" è una vecchia e tollerabilissima espressione. Ma chissà quanti giochi di parole e doppi sensi a immaginarsi Mussolini sotto la pioggia delle palle. Molto più maschio parlare del piombo.
 

6. Qui è facile: i giornalisti non devono certo essere imbavagliati. Al massimo un po' "ostacolati" se sono disonesti (ma questa storia l'ho già sentita...)
 
7. "Nostro vino nostrano" suona malissimo dal punto di vista fonetico. Ecco qui che esce fuori l'animo di Mussolini maestro di scuola.
 
8. "Maledettamente" non è certo una parolaccia, ma suona un po' parola da bar, tipica di una persona che non controlla le sue emozioni. Il duce è sempre calmo e fiero e quindi una cosa, per lui, può essere solo "straordinariamente difficile".

 
9. La massa è una donna (più che una femmina). Perché? Mah, probabilmente la femmina ha quella sua carica animalesca che le dà un po' troppa indipendenza. La donna, la donna fascista, ha tutto un altro portamento.
 
10. Va bene un passato socialista (e al giorno d'oggi chi non ce l'ha?), ma addirittura comunista è davvero troppo!
 
11. Parlare di sabotaggi e di terrorismo come di una cosa giustificabile in determinate circostanze è, ancora una volta, un discorso pericoloso: e se poi la bomba finisce sotto la mia poltrona? No, meglio cancellare l'argomento.
 
12. "Io e il re" diventa "Il Re ed io": diplomazia politica, finta modestia o ancora il maestro di scuola che esce fuori?
 
13. Diligente sì... pedante forse è un po' troppo.
 
14. Mussolini come Cesare sarà giudicato dalla storia. E non si può giudicare Cesare solo perché ha torturato quel barbaro di Vercingetorige. E poi, per quanto ne sappiamo noi lo ha solo messo in galera. E Amnesty International non ha mai protestato per il trattamento nelle carceri degli antichi romani.

 
15.
Questa parola "passivo" a Mussolini non piace proprio. Che la donna debba obbedire non c'è dubbio, è naturale (e la massa è donna...): ma passiva no! Un po' di partecipazione, perbacco, sennò che noia!
 
16. Un movimento politico si "inizia", non si "scatena". E se qualcuno lo "scatena" sono guai!
 
17. I fascisti reagiscono alle provocazioni, naturalmente. Se sono stuzzicati... ma no, ma chi mai avrebbe il coraggio di "stuzzicare" un fascista?
 
18. Ma come "viandante"? Uno che ha fatto la "marcia su Roma"?
 
19. A Mussolini piace la parola "popolo": del resto non era socialista? Il pubblico lasciamolo ai libri, ai film o ai giornali. In politica c'è il popolo. Oggi no. Oggi si preferisce "la ggente", con la doppia "g" tipica dei giornalisti che mostrano così la loro provenienza da Roma.