Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Giulia Grassi
 


NAPOLI  RITROVATA
 
Qualche informazione su alcune eccezionali scoperte archeologiche degli ultimi anni a Napoli (antica Neapolis)
 

 
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Lo confessiamo: abbiamo un debole per Napoli, città bellissima come poche, per sei secoli (dal 1266 fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1860) capitale di un Regno indipendente.
È anche una delle più antiche città italiane. Fondata dai Greci alla fine del VII secolo a.C. sulla collina di Pizzofalcone col 

nome di Partenope, diventa Neapolis (città nuova) intorno al 470 a.C., quando viene ampliata; nel 211 a.C. viene conquistata dai Romani. La struttura urbanistica greco-romana si
è conservata, ed è ancora riconoscibile nel centro storico della città moderna, mentre i resti archeologici sono sopravvissuti al di sotto dei monumenti medievali, rinascimentali e barocchi, e in alcuni casi sono visitabili: ad esempio le aree archeologiche del Duomo, di San Lorenzo Maggiore, di Santa Chiara, di Vico Carminiello ai Mannesi.

Pianta di Napoli greco-romana (1994)

Ma gran parte della città antica è ancora
da scoprire, un po' come succede a Roma. Negli ultimi anni gli scavi archeologici si sono intensificati, in particolare in connessione con la costruzione della metropolitana, e sui giornali si sono susseguite le notizie relative a scoperte veramente eccezionali, tanto che la linea 1 si configura come una vera e propria "metro archeologica".
Raccontiamo due delle scoperte più affascinanti, ma l'elenco è veramente lunghissimo.
 

IL TEATRO ROMANO (fine I secolo a.C.)
 

Il teatro romano (A) della città è oggi inglobato in una serie di costruzioni - comprese fra via Anticaglia, via San Paolo ai Tribunali e vico Giganti - la cui forma è stata determinata da quella dell'antico edificio.
 
       
Foto aerea dell'area, da 'La Repubblica' del 24 giugno 2006
 
Si trovava tra il decumanus superior (
F, odierna Via Anticaglia) e il decumanus maior (E, attuale Via dei Tribunali) e quindi a nord del Foro (B), che appariva

Rielaborazione di una immagine da 'Neapolis', a cura di F. Zevi, Napoli 1994

caratterizzato dal Tempio dei Dioscuri (C, inglobato nella chiesa di San Paolo Maggiore) e dal macellum o mercato (D, odierna area archeologica di San Lorenzo Maggiore). E poteva ospitare circa seimila spettatori.

Un primo scavo c'era stato tra 1881 e 1891, ma le indagini scientifiche sono iniziate solo nel 1997. L'idea di abbattere le costruzioni posteriori, che era stata proposta in passato, è stata saggiamente abbandonata, in modo da lasciare il teatro inserito all'interno della stratificazione urbanistica creatasi nei secoli. Nel mese di giugno (2009) l'area verrà aperta al pubblico per lo spettacolo teatrale "Il Teatro Sommerso", permettendo di riscoprire questo luogo incantato della città.
 

 

 
Disegno di Roberto Einaudi

L'area della cavea con le gradinate

Gli ambulacri a sostegno della cavea

 
 
 
IL PORTO ROMANO (I secolo d.C.)
 
Una delle scoperte più emozionanti effettuate durante i lavori di costruzione della metro (Linea 1) è stata quella dell'antico porto romano nella zona di Piazza Municipio, proprio alle spalle del porto moderno, segno che la
linea di costa era molto più arretrata. Lo scavo è sceso ben diciassette metri al di sotto della strada, fino al livello del IV-III secolo a.C., ed ha quindi 'tagliato' stratigraficamente più di due millenni di storia della città.
Tra la fine del 2003 e il 2004 gli archeologi hanno ritrovato le strutture portuali di epoca romana, e hanno riportato alla luce
il fondale marino del I secolo d.C., a quota -2,50 metri sotto il livello del mare. Tra i tanti reperti (anfore da trasporto, monete, ceramiche, gioielli, attrezzi per la pesca ecc), è stato entusiasmante il ritrovamento

Lo scavo in Piazza Municipio. Sullo sfondo, la Stazione Marittima

dei relitti di tre navi (a), una delle quali di
un tipo poco noto a chiglia larga e prua piatta (horeia) e databile al III secolo d.C. (circa due secoli dopo le altre). Le navi, in legno di abete, sono state rimosse dal fondale alla fine del 2004 per essere restaurate e permettere la prosecuzione dei lavori.
Una parte dei reperti sia dell'area portuale (
b) che di altre zone di scavo (come quella, anch'essa eccezionale, della vicina Piazza Nicola Amore), sono al
momento esposti presso la stazione della metro Neapolis, in un

 

   

allestimento molto curato e ben illustrato (c).
Come si fa a non amare Napoli?

a

a. Le tre navi e i pali di legno che formavano il molo (foto della
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Provincie di Napoli e Caserta)
b. Il molo e le tre navi in un disegno ricostruttivo (studio grafico InkLink)
c. L'esposizione dei reperti nel corridoio che collega la stazione della metro Neapolis con il Museo Archeologico Nazionale (foto di Daniele Pizzo)

b

 

c