Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 
I SICILIANI DEL NORD
  

Sempre più spesso arrivano in Italia studenti islandesi: sarà bene conoscerli un po' meglio 

Consigli a un italiano che va in Islanda: Benvenuto ad Akureyri 

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Livello: per islandesi



 
Una aurora boreale islandese

Dal 1988 ho occasione di andare a Reykjavík una o due volte l'anno per fare corsi di lingua italiana agli islandesi. Dalla prima volta ad oggi molte cose sono cambiate: nell'88 il corso era un po' pionieristico e sperimentale, oggi l'italiano si insegna all'università e anche in diverse scuole, pubbliche e private. Un certo numero di studenti islandesi arriva anche in Italia per frequentare corsi di lingua e non solo. Per quelli che con gli islandesi non hanno troppa confidenza (per intenderci: quelli che domandano se in Islanda ci sono i pinguini e se la gente viva negli igloo) diamo qualche informazione su questo paese che sembra così lontano..

 
L'Islanda è quel paese che sui nostri giornali compare quasi sempre nella pagina delle previsioni del tempo: "Il maltempo viene dall'Islanda", "Il freddo arriva dall'Islanda", "Ondata di gelo dall'Islanda". Questa cosa disturba un po' gli islandesi che, giustamente, sono un po' infastiditi per il fatto di essere considerati sempre come i responsabili dei nostri raffreddori. E sarà forse per questo che quando arrivi lì, se per caso il tempo è brutto, tutti si scusano con te e ti raccontano che "però quest'estate nel mese di agosto ha fatto 30 gradi!"
A questo si deve poi aggiungere che il freddo islandese non è poi troppo più freddo di un normale freddo. Il problema è psicologico: il fatto è che "Islanda" significa "Terra del ghiaccio" e questo la fa immaginare terribilmente gelida. Ma è  un errore: così come sarebbe un errore andare in Groenlandia in calzoncini corti solo perché "Groenlandia" significa "Terra verde". Anzi, si racconta che un furbo vichingo abbia dato questi due nomi a queste due terre proprio per depistare i viaggiatori dei mari del nord: condizionati dal nome tutti se ne andavano alla ricerca del verde groenlandese, mentre la nostra vecchia volpe vichinga se ne stava tutta tranquilla in Islanda a godersi il bagnetto nelle pozze di acqua calda naturale che si trovano un po' dappertutto.


Una sorprendente foto della spiaggia di Reykjavik in estate

 
In realtà la cosa che colpisce di più in questa isola di 250.000 anime non è tanto il clima, quanto tutto un insieme di elementi che rendono il paese decisamente unico.

 
I nomi per esempio: incontrare qualche Anna, qualche Maria o qualche Jon è estremamente confortante per un viaggiatore italiano che si trova certo un po' a disagio a dover memorizzare tipici nomi islandesi come Adalsteinn,  Guðlaug, Guðmundur, Hrefna, Ragnheiður, Sigurborg o Þuríður, tanto per dire i più facili. E la situazione non migliora certo con i cognomi che cambiano di generazione in generazione a seconda del nome del padre. 
Per questo il signor Ragnar si chiamerà Ragnar Gunnarson se suo padre si chiama Gunnar e la sorella di Ragnar, anche lei figlia di Gunnar, si chiamerà Gunnarsdóttir. 

Ma quando Ragnar avrà due figli  - in Islanda si devono avere sempre come minimo due figli! - un maschio che chiameremo Sigurdur e una femmina che chiameremo Bergþóra, il maschio si chiamerà Sigurdur Ragnarson mentre la femmina si chiamerà Bergþóra Ragnarsdóttir. Facile no?

E attenzione a consultare l'elenco del telefono. Inutile cercare i cognomi: le persone sono elencate in ordine alfabetico per nome e non per cognome. Se cercate quindi il numero di telefono di una vostra amica che si chiama per esempio Þórarinn Bjarkadóttir, attenzione a cercarla sotto la lettera "Þ" e non sotto la "B".

Gli islandesi sanno benissimo di non essere il centro del mondo, sono grandi viaggiatori e tollerano benevolmente quegli stranieri che quando sentono dire "Islanda" reagiscono con un: "Ah, bella l'Islanda: un giorno voglio andare anch'io a Dublino". (In questo sono molto differenti dagli italiani: da noi anche un abitante di Foligno resta a bocca aperta se uno straniero ammette di non sapere qual è il santo protettore di questa città).

Tuttavia l'amore degli islandesi per l'Islanda è fuori discussione e per quanto siano grandi viaggiatori  loro vivono nella certezza che in patria troveranno sempre e comunque un porto sicuro e protetto: ed è forse per questo che uno dei loro argomenti preferiti è proprio l'Islanda.
 
Una famosa attrice di Reykjvik mi ha raccontato anni fa a questo proposito una significativa storiella:
C'è un grande concorso internazionale: ogni nazione deve presentare un trattato su un determinato tema e il trattato migliore sarà premiato con una cifra astronomica. 

Il tema da affrontare è : "L'elefante".
 
Gli italiani presentano la loro ricerca intitolata : "L'elefante nell'arte del Rinascimento".
I giapponesi presentano "L'elefante più piccolo del mondo"
I tedeschi presentano "L'elefante come macchina da guerra"
I francesi presentano "L'origine francese dell'elefante"
I danesi  presentano un trattato dal titolo: "Cento modi per cucinare la carne di elefante"
E gli islandesi?
Gli islandesi, naturalmente,  presentano un trattato dal titolo "L'Islanda e gli islandesi"!


Reykjavik: il laghetto ghiacciato