SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI |
|
Materiale:
n. 183_link -
Data: 24.06.2007 autore: Giulia Grassi
UN CAFFÈ
GRECO A ROMA |
I
Caffè letterari hanno caratterizzato la vita intellettuale in
molte città europee per più di tre secoli, anche se il loro
periodo d'oro è stato nella seconda metà del XIX secolo. Davanti alle tazzine fumanti di caffè si sono intrecciate discussioni filosofiche e artistiche, sono nati manifesti politici e letterari, sono stati organizzati complotti, tanto che "non si potrebbe scrivere una pagina di storia né letteraria né artistica dell'Ottocento senza citare il nome di un Caffè" (P. Bargellini). Il più famoso Caffè letterario di Roma è il Caffè Greco, in Via Condotti, poco lontano da Piazza di Spagna. È anche il più antico. Nasce ufficialmente nel 1760, quando in un documento appare il nome del suo proprietario "Nicola di Maddalena caffettiere, levantino" (e questo spiega perché si chiama Greco). Ma forse già esisteva da alcuni anni: sarebbe infatti il "Caffè di strada Condotta" citato nel 1743 da Giacomo Casanova. Nato grazie a un levantino, diventa famoso ad opera dei tedeschi, che cominciano a frequentarlo nel 1779. Wolfgang Goethe e i suoi amici Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Jakob Wilhelm Heinse stanno sempre lì, al punto che Heinse propone di chiamarlo "Caffè Tedesco". E agli inizi dell'Ottocento è facile incontrarci il principe Ludwig di Baviera e il gruppo di pittori da lui protetti, i Nazareni.
Col passare del tempo, la clientela diventa sempre più
internazionale e sempre più variegata: qui si incontrano i
personaggi più creativi e brillanti d'Europa, cosicché è
quasi impossibile ricordare i nomi di tutti i 'grandi' che si
sono seduti ai tavoli di questo Caffè. |
"È un privilegio poter stare seduto al caffè tutto il giorno e anche la notte, in mezzo a gente di ogni ceto. È l'unico luogo dove il discorso crea la realtà, dove nascono piani giganteschi, sogni utopistici e congiure anarchiche, senza che si debba lasciare la propria sedia" (Montesquieu) |
"Caffè Greco è un luogo di Roma a cui tutti siamo in qualche modo affezionati, mi ricordo le sere con Palazzeschi, De Pisis, dopo cena: allora si andava sempre dopo cena, nel 1937-38; ci andava anche Moravia poi ad una certa ora, verso le undici. [...] In questo quadro c'è un elemento catalizzatore, Giorgio de Chirico, anche se il fascino del luogo nasce anche dalla gente che ci è passata, da Buffalo Bill a Gabriele d'Annunzio" (R. Guttuso) |
Nella copertina del 45 giri "Minuetto" (1972) Mia Martini è seduta nella sala rossa del Caffè Greco |
|