Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 
  Roberto Tartaglione


FANTAPOLITICA
MA NON TROPPO

Da "Berlinguer e il Professore", Rizzoli 1975 (autore "Anonimo" poi riconosciuto nel giornalista Gianfranco Piazzesi)
Questioni di stile; Colpo di stato; Vedi anche I (terribili?) Anni Settanta


LIVELLO INTERMEDIO 2


 

 

     

INDICI MATDID:    cronologico   |  per argomento   |   per livello   |   analitico


 
 
 
 

 

 
 

  Oggi molte persone parlano del recente passato... ma qualche volta senza sapere bene come stavano le cose.
Si parla per esempio degli Anni Settanta ricordando che in Italia c'era il grande Partito Comunista di Enrico Berlinguer (vicinissimo ad avere la maggioranza dei voti e a diventare quindi partito di governo): e si parla di quel periodo come di un grande e leale scontro tra destra e sinistra, così diverso da oggi dove "non si capisce più niente", con la nuova sinistra sempre più moderata e con una "coalizione innaturale" di destra e sinistra al governo.
Chi ragiona così dimentica che l'Italia è sempre stato il paese dove "tutto deve cambiare perchè tutto possa restare uguale."
Nel 1975 il giornalista Gianfranco Piazzesi scrive un libro di "fantapolitica" in cui immagina il futuro. Un futuro in cui i personaggi chiave della politica italiana sarebbero stati sempre gli stessi, Amintore Fanfani capo della Democrazia Cristiana e Enrico Berlinguer capo dei comunisti.

Il libro si chiama "Berlinguer e il Professore".
 

(adattamento pagine 71-78)

Henry Kissinger, il Segretario di Stato americano, è arrabbiatissimo, anzi inviperito. Nel suo studio urla con tutti i suoi collaboratori contro l'Italia e contro il partito di governo, la Democrazia Cristiana.
Amintore Fanfani, capo della Democrazia Cristiana italiana, ha chiesto infatti agli Stati Uniti un prestito di quattro miliardi di dollari (!) per uscire dalla crisi. Ma tutti i sondaggi dicono che alle prossime elezioni vincerà il Partito Comunista guidato da Enrico Berlinguer (e infatti gli americani in quel momento stanno pensando di organizzare un colpo di stato militare

in Italia per fermare l'avanzata comunista).
Ma come può Fanfani, in questa situazione, chiedere tutti questi miliardi agli americani? Non sa che in pochi mesi (dopo la vittoria dei comunisti alle elezioni) quei miliardi finiranno nelle mani dagli amici dell'Unione Sovietica?

L'incontro fra Fanfani e Kissinger avviene a Washington. Kissinger è rosso in viso, quasi isterico: vuole sentire con che coraggio Fanfani può chiedergli i quattro miliardi.

Fanfani invece è calmissimo. E dice:

«Caro e illustre amico, la prego di calmarsi. Vorrei anzitutto osservare che non sono venuto qui a Washington per chiedere quattro miliardi di dollari. Purtroppo, per uscire dalla crisi, l'italia ha bisogno di molto di più. Almeno quattro miliardi di dollari ogni sei mesi, da versare per un periodo di tempo che, purtroppo, non può ancora essere determinato».
Kissinger, ormai esausto, non aveva la minima reazione.
«Io credo di sapere che i servizi segreti americani hanno infiltrato molti informatori fra le nostre Forze Armate per capire se i nostri generali sono disponibili a organizzare un colpo di stato. Ma i vostri agenti potevano risparmiarsi tempo e fatica. Potevano infatti venire da me e io senza difficoltà potevo spiegargli in due parole perché un golpe, in Italia, è impossibile.
Anzitutto l'Esercito Italiano non è tecnicamente in grado di fare un colpo di stato. Le nostre divisioni sono disorganizzate come i nostri uffici postali: se un generale spedisse i suoi soldati a occupare un Ministero questi arriverebbero a destinazione dopo un paio di settimane.
E poi i nostri generali sono più di settecento e hanno fatto carriera con la protezione di noi politici! Anche nell'esercito ci sono uomini di Moro, di Andreotti, di Taviani, di Piccoli e qualcuno mi è anche personalmente fedele. Negli ultimi tempi sono spuntati anche molti amici dei socialisti e perfino di Berlinguer.
Il golpe quindi, già tecnicamente impossibile, diventa politicamente inutile.


Fanfani ("tappo" perché era basso)
è sconfitto al referendum per l'abrogazione del divorzio. Vincono i NO. Il divorzio è legge

 

Vignetta contro Berlinguer in vestaglia a casa che prende
il the mentre fuori c'è una dimostrazione di operai
 
Voi americani state commettendo un grosso errore di valutazione: non vi siete resi conto di quanto sia italiano il Partito Comunista Italiano dell'onorevole Berlinguer.
Mio caro e illustre amico, i comunisti italiani assomigliano molto di più a noi che ai compagni sovietici. E ve lo posso facilmente dimostrare: ne avete mai trovato uno che rispondesse con un bel sì o con un bel no? In tanti colloqui avete fatto solo una collezione di "ni", come vi accade quando parlate con noi democristiani.
Siete mai riusciti a comprendere cosa significhi il loro "compromesso storico"? Quali sono i loro veri rapporti con l'Unione Sovietica? Sono d'accordo? Credono di essere d'accordo? Fingono di andare d'accordo? Scommetto che lei, qualche volta, ha provato a chiedere anche a Breznev. E scommetto che Breznev le ha risposto: magari ci capissi qualcosa!

Noi democristiani e i comunisti siamo fratelli gemelli. Noi abbiamo il terrore di lasciare il governo e loro hanno il terrore di andare al governo.»

«Ma fra qualche mese ci saranno le elezioni!» provò a dire Kissinger.

«Mister Kissinger, lasci perdere le elezioni. Il vero argomento di cui dobbiamo discutere è un altro. Quanto gli Stati Uniti sono costretti a pagare, pardon... a prestare, per mantenere in vita l'attuale quadro politico di centro-sinistra?
Noi riteniamo che un prestito semestrale di quattro miliardi di dollari, all'interesse del 3% all'anno, e rinnovabile a tempo indeterminato, possa impedire che questo quadro si spezzi.»

«E le elezioni?» bisbigliò Kissinger con un filo di voce.

«Glielo dico per l'ultima volta. Lasci stare le elezioni. E per l'ultima volta torno a ripeterle: Ci sta o non ci sta? Sì o no? Non sarà mica diventato anche lei comunista o democristiano, vero?»

«E va bene. Se lei sarà capace di mantenere quello che dice d'accordo. I promise».

 
 

 

   

 


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