« Caro e illustre
amico, la prego di calmarsi. Vorrei anzitutto
osservare che non sono venuto qui a Washington per
chiedere quattro miliardi di dollari. Purtroppo, per
uscire dalla crisi, l'italia ha bisogno di molto di
più. Almeno quattro miliardi di dollari ogni sei
mesi, da versare per un periodo di tempo che,
purtroppo, non può ancora essere determinato»
Kissinger, ormai esausto, non aveva la minima
reazione.
«Io credo di sapere che i servizi segreti americani
hanno infiltrato molti informatori fra le nostre
Forze Armate per capire se i nostri generali sono
disponibili a organizzare un colpo di stato. Ma i
vostri agenti potevano risparmiarsi tempo e fatica.
Potevano infatti venire da me e io senza difficoltà
potevo spiegargli in due parole perché un golpe,
in Italia, è impossibile.
Anzitutto l'Esercito Italiano non è tecnicamente in
grado di fare un colpo di stato. Le nostre divisioni
sono disorganizzate come i nostri uffici postali: se
un generale spedisse i suoi soldati a occupare un
Ministero questi arriverebbero a destinazione dopo
un paio di settimane.
E poi i nostri generali sono più di settecento e
hanno fatto carriera con la protezione di noi
politici! Anche nell'esercito ci sono uomini di
Moro, di Andreotti, di Taviani, di Piccoli e
qualcuno mi è anche personalmente fedele. Negli
ultimi tempi sono spuntati anche molti amici dei
socialisti e perfino di Berlinguer.
Il golpe quindi, già tecnicamente
impossibile, diventa politicamente inutile.
Voi americani state commettendo un grosso errore di
valutazione: non vi siete resi conto di quanto sia
italiano il Partito Comunista Italiano
dell'onorevole Berlinguer.
Mio caro e illustre amico, i comunisti italiani
assomigliano molto di più a noi che ai compagni
sovietici. E ve lo posso facilmente dimostrare: ne
avete mai trovato uno che rispondesse con un bel sì
o con un bel no? In tanti colloqui avete fatto solo
una collezione di "ni", come vi accade quando
parlate con noi dmocristiani.
Siete mai riusciti a comprendere cosa significhi il
loro "compromesso storico"? Quali sono i loro veri
rapporti con l'Unione Sovietica? Sono d'accordo?
Credono di essere d'accordo? Fingono di andare
d'accordo? Scommetto che lei, qualche volta, ha
provato a chiedere anche a Breznev. E scommetto che
Breznev le ha risposto: magari ci capissi qualcosa!
Noi
democristiani e i comunisti siamo fratelli gemelli. Noi
abbiamo il terrore di lasciare il governo e loro hanno il
terrore di andare al governo.»
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Caro e illustre
amico - due aggettivi, uno amichevole e
informale (caro) e uno decisamente formale e di
"alto registro linguistico" (illustre). Questo inizio è una
specie di captatio benevolentiae, un modo per
ingraziarsi l'interlocutore manifestando amicizia e
stima.
Non sono venuto qui... - Non sono qui per...
ma per...: è un tipico inizio per manifestare le
proprie intenzioni, magari sorprendendo un po' chi
ascolta. Ricorda Shakespeare e il monologo
che Marco Antonio fa per l'orazione funebre dopo
la morte di
Giulio Cesare: "Non sono qui per lodare Cesare, ma
per seppellirlo!"
Io credo di sapere che i servizi segreti
americani hanno infiltrato... - Fanfani non dice
"io so" ma "credo di sapere". "Io so" suonerebbe
arrogante, quasi spionistico. "Credo di sapere"
significa che, anche non avedo fatto la spia o
indagato, comunque questa notizia è abbastanza
evidente.
Capire se i nostri generali sono disponibili
- L'interrogativa indiretta può richiedere l'uso del
congiuntivo (siano). Fanfani sceglie l'indicativo
(sono). La scelta non è casuale. Il congiuntivo
indicherebbe "argomentazione" e quindi qualcosa di
sotterraneo, un'eventualità, magari un complotto.
Fanfani sminuisce le gravità del fatto che gli
americani abbiano delle spie nelle Forze Armate e
che vogliano scoprire se c'è la possibilità di un
golpe. "Sono disponibili" è poco drammatico, come
dire "forse sì, forse no, ma non è un problema".
Uomini di Moro, di Andreotti, di Taviani, di
Piccoli e qualcuno mi è anche personalmente fedele -
L'esercito è già nelle mani di tutte le correnti
politiche italiane (con modestia: qualche generale è
anche fedele a me... e qualcuno perfino a Berlinguer
o ai socialisti).
Mio caro e illustre amico, i comunisti italiani
assomigliano molto di più a noi che ai compagni
sovietici -
Vecchia questione mai risolta: quanto erano
"comunisti" i comunisti italiani? Spie dell'Unione
Sovietica all'interno del blocco occidentale o
normali oppositori che (forti dell' "ombrello"
americano) potevano permettersi cose che i comunisti
dell'est non avrebbero mai potuto nemmeno pensare?
L'immagine presentata da Fanfani corrisponde un po'
a quella dei protagonisti dei famosi romanzi (e poi
film) di Guareschi, Don Camillo e Peppone.
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