Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma |
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1972:
Federico Fellini gira un bellissimo film che si chiama Roma
(a proposito, se non l'avete visto correte a cercare la videocassetta o
il dvd): la capitale d'Italia è presentata attraverso gli occhi del
regista con tutte le sue confusioni, contraddizioni, imperfezioni, con
tutti i suoi difetti e le sue manchevolezze. Eppure il film non riesce a
nascondere il grande amore di Fellini per questa città. Nello stesso anno Ennio Flaiano (scrittore, umorista, sceneggiatore e giornalista), che ha collaborato alla sceneggiatura di molti film di Fellini, pubblica sull'Espresso il "Diario di un turista americano a Roma": il titolo è Welcome in Rome. Dedichiamo questo brano agli stranieri che sono stati di recente a Roma (a quelli ingenui e a quelli meno ingenui) invitandoli a fare un confronto fra le loro esperienze e quelle del simpatico turista degli Anni Settanta, inventato da Ennio Flaiano. |
Lunedì. Siamo arrivati stanotte io, mia moglie Gail e mia figlia Susan da Paris (France) con molte ore di ritardo, a Feeumeesheeno, che in italiano si scrive Fiumicino. Feeumeesheeno è un brutto piccolo aeroporto ... C'era uno sciopero dei tecnici addetti all'assistenza a terra, per cui siamo dovuti scendere dalla carlinga per le uscite di sicurezza, molto sportivamente, lasciandoci scivolare su un telo. E portarci da noi i bagagli sino all'edificio dell'aeroporto, lontano un miglio. Il nostro comandante ha pregato uno dei conducenti degli autobus aeroportuali di far salire almeno le signore anziane, ma quello ha risposto : "Non mee eemporta un katzo", cioè a dire che non era interessato a quel trasporto. Katzo è una locuzione molto usata dagli italiani e significa "poco", o "nulla" secondo i casi. Ho detto al comandante se non era il caso di risalire a bordo, ripartire e dirottare l'aereo verso un paese di oltre cortina dove gli americani sono bene accolti. Magari, ha risposto, ma non era possibile, non davano il kerosene. Bisognava restare lì. ... Mi ha stupito il buio dei locali dell'aeroporto. Sembra che dopo le dieci lascino appena poche luci perché arrivano solo aerei dal Medio Oriente e dall'Africa e non è il caso di sprecare energia elettrica per turisti sottosviluppati. ... Abbiamo preso un piccolo taxi (in Italia ci sono i più piccoli taxi del mondo) dando al conducente l'indirizzo del nostro albergo. Costui non ha detto una parola oltre "Americani?" e siamo partiti nella notte. Abbiamo così attraversato molte località che sembravano balneari, le strade erano ancora animate, per lo più da uomini grassi in maglietta che passeggiavano leccando gelati e da motociclisti che facevano un rumore di almeno 130 decibels. Abbiamo visto Osteea, Castil Fuseno (il conducente ci diceva i nomi delle località), e poi, dopo circa un'ora, siamo arrivati a Albano. Il conducente ci ha spiegato che le strade per Roma erano tutte interrotte e aveva dovuto fare un detour. Dopo Frascatis abbiamo finalmente preso The Appian Way, la strada per la città, dove siamo arrivati alle due di notte. Il tassametro segnava 36.600 liras. Il nostro albergo era in una strada di tipo Hong Kong dove si fa "la dolce vita". Questo tuffo in piena Roma ci ha fatto piacere e ha messo un po' in agitazione mia moglie Gail, che voleva vedere Fellinis o Mastroiannis. Ma eravamo stanchi e siamo andati in albergo. Le nostre stanze erano al mezzanino e davano su una strada laterale, dove si stava svolgendo un raduno di motociclisti, benevolmente sorvegliato da policemen interessati ai motori. |
Una sgradita sorpresa l'abbiamo avuta dal cattivo funzionamento degli
apparecchi per l'aria condizionata, che davano soltanto caldo. Il
portiere dell'albergo, a cui abbiamo telefonato, ci ha detto che l'uomo
dell'aria condizionata non sarebbe venuto prima delle otto. Abbiamo
dovuto così dormire con le finestre aperte per non soffocare. All'alba
i motociclisti sono andati via. Altra sorpresa, il continental breakfast che ci è stato servito in camera.Era composto di dieci grammi di burro, biscotti secchi, panini molli e di un caffè "espresso" che sapeva di rame. Il cameriere ci ha spiegato che i primi caffè del mattino hanno sempre un po' del sapore dei tubi. |
Bisognava ordinare verso le dieci.Gli ho detto
di portar via la scatola di lucido da scarpe che era nel vassoio ma lui
ha detto che si trattava di marmellata che viene data in dosi
parsimoniose perché fa ingrassare. Questa colazione costava tre dollari
a testa, "Bisogna considerare - ha detto Gail - che gli italiani
hanno molto sofferto sotto il fascismo".
Martedì. È evidente che gli americani del Nord sono considerati in
Italia un popolo stupido. Questa impressione mi viene dai pochi contatti
avuti con italiani e può anche essere un mio errore statistico. Però i
pochi italiani che ci hanno avvicinato ci hanno sempre proposto di
acquistare diapositive a colori (eppure ci vedevano con le nostre
macchine fotografiche) , o ciondoli di nessun valore che, mi dicono,
vengono ora rifiutati anche dalle tribù dell'Australia centrale. .... In
peeazza dee Spagna, dove siamo
andati per cambiare i nostri Traveler's cheques, un distinto signore ci
ha chiesto se eravamo interessati all'acquisto di quella colonna che è
proprio davanti all'American Express. Era una sua colonna di famiglia e
l'avrebbe volentieri ceduta per duemila dollari, che non erano molti
visto il valore della colonna; ma ho avuto il dubbio che quel signore
volesse vendermi cosa non sua ma della comunità. Gli ho risposto
gentilmente che a me la cosa non eemportava un katzo e lui è rimasto
molto sorpreso, forse della mia insensibilità artistica. Quando ne ho
parlato al cassiere dell'American Express, questi mi ha detto che la
colonna era già stata venduta due volte l'anno scorso, ma che l'uomo
non era stato arrestato perché mai preso in flagrante. |
Queste ragazze sono sorvegliate non dalla polizia, ma da giovani isolati o in bande, che arrivano con motociclette giapponesi e persino con potenti Ferrari. La loro sorveglianza è molto dura, ma io penso che questi giovani volontari facciano qualcosa di buono per il loro paese sorvegliando severamente la pubblica prostituzione. Probabilmente non ne ricavano altro profitto che quello di sentirsi utili alla comunità, difendendo la morale. Ho visto infatti un giovane prendere a schiaffi una ragazza. E mi ha fatto piacere quando mi hanno detto che a Roma questi giovani sono migliaia e operano in varie zone, giorno e notte. |
Mercoledì. Abbiamo fatto ieri sera il Rome by night. Ci hanno portato in un autobus a vedere i monumenti, tutti illuminati di luce gialla, e così sembrano merce esposta al sole nelle vetrine e difesa dalla luce violenta con cellophane colorato. Sulla Appian Way siamo entrati in una farm molto vecchia e deserta che doveva essere un ristorante: lo spiazzo antistante era ornato di tavolini e di lampioncini. Ci hanno fatto sedere ai tavoli, dandoci un bicchiere di vino bianco a testa, e tre suonatori hanno cantato per noi gli inni nazionali italiani, Santa Lucia e Arrivedershi Roma. Erano grassi, sudati e stanchi. Quando è arrivato un altro autobus, ci hanno fatto risalire in fretta sul nostro. Io non ho fatto in tempo a bere il vino, ma Gail che l'aveva bevuto ha passato poi un'ora nel bagno con dolori al ventre. Sembra che noi americani stentiamo ad abituarci ai vini caratteristici italiani. La mattina dopo, entrando nella stanza di Susan, ho trovato che un giovane cameriere dell'albergo le stava insegnando, facendovela sedere sopra, come si usa il bee-day (the continental bidet), questa cosa indecente che si trova in tutti gli alberghi europei. Susan sembrava molto interessata all'operazione e io non ho voluto turbare la sua esperienza col giovane cameriere che le stava dicendo: "You discover a new dimension in complete vaginal cleanliness and perineal therapy". Giovedì. Gail è rientrata in albergo dal suo shopping dicendo che le
strade di Roma sono piene di tecnici ed esperti tessili, che le hanno
spesso toccato il vestito davanti e di dietro, per esaminare la stoffa,
dicendole ogni volta "You bona". Eppure si tratta di un
modesto dacron. Gli italiani devono essere molto indietro nei tessili. |
Domenica. Ieri non ho scritto il diario perché abbiamo dovuto cercare Susan che era andata al Colosseo, per quelle amicizie poetiche, con un giovane conosciuto in albergo. Alle due di notte non era rientrata. Alle quattro ci hanno telefonato dalla Police, dicendo che l'avevano ritrovata in un prato vicino Osteea, un po' depressa e stanca ma viva. Quando è tornata in albergo non le abbiamo fatto domande. Sembra che al suo giovane amico se ne siano aggiunti altri cinque e che siano andati in gita notturna per vedere la luna. Nella confusione ha perso la borsa. Ho sentito che usava violentemente il continental bee-day e che piangeva, forse per le emozioni artistiche provate. Gli italiani sono tutti poeti. |
Abbiamo visto Saint Peter, comprato una serie di francobolli del Pope, ma non abbiamo visto il Pope. Avremmo potuto vederlo stamattina, affacciarsi a una finestra del suo appartamento, per darci la benedizione, ma purtroppo abbiamo deciso di riprendere l'aereo per New York. Al Kennedy Airport ci hanno detto che i nostri bagagli erano stati mandati per sbaglio da Roma ad Ankara. Forse li riavremo tra una settimana. Torniamo a casa portando tutto sommato dell'Italia un dolce ricordo. Per le vacanze del prossimo anno abbiamo deciso di andare in Scotland o in Norway. |
L'articolo si conclude con un breve dizionarietto per turisti che il nostro americano avrebbe scritto per facilitare la vita a chi sarebbe venuto dopo di lui. Il "Dizionarietto" lo abbiamo già pubblicato in un'altra lettura: Roma faq |