Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 
  Roberto Tartaglione


ROMA FAQ
 
 

 
 
Le più frequenti domande poste dagli stranieri per la prima volta a Roma e risposte più o meno plausibili
Un brano di Ennio Flaiano
Immagini di Roma vista da illustratori americani contemporanei, ispirate al tema Roma 2000 (a cura di Giulia Grassi)

LIVELLO INTERMEDIO
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INDICI MATDID:    cronologico   |  per argomento   |   per livello   |   analitico

 





 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

Benton Mahan

Anita Kunz

ROMA 2000

 
 
Si può andare in due su uno scooterino? No. Però se i due hanno il casco e se il guidatore non commette grosse infrazioni, normalmente i vigili non dicono niente. Ma se ti fermano non li provocare dicendo "Ma in italia lo fanno tutti!". Molto meglio dire "Sì scusi ho sbagliato."
   
Perché la signora che mi ha invitato a cena, quando sono arrivato a casa sua e le ho offerto un mazzo di fiori mi ha cacciato via? Perché non dovevi offrirle un mazzo di crisantemi che, in Italia, si usano specialmente come fiori da portare al cimitero e da mettere sulle tombe
   
Perché il controllore in autobus mi ha fatto pagare una multa? Perché non hai fatto il biglietto. Perciò paga senza fare tante storie (comunque è permesso dire ai-dont-spik-italian oppure nichts kapiren, nichts kapiren!)
   
A che ora passa l'autobus? Prima o poi passa. Solo poche linee hanno un orario indicato alle fermate
   
Perché il taxi che mi ha portato in albergo mi ha fatto fare una strada più lunga? Probabilmente per evitare una strada trafficata. L'idea che i tassisti facciano una strada più lunga per guadagnare di più è quasi sempre sbagliata: il massimo del guadagno, per un tassista è alla partenza. Quindi molto meglio 2 passeggeri che fanno un chilometro che un passeggero che fa tre chilometri, no?
   
Perché a Roma passano tutti con il semaforo rosso e quando sono passato io la polizia voleva arrestarmi? Perché non è vero che a Roma passano tutti con il rosso. Succede a certi semafori "poco importanti" e comunque non sorvegliati dalla polizia. Se passi con il rosso ad un grande incrocio è probabile che, come all'estero, tu ti possa ammazzare.
   
Perché in molti negozi i commessi si ostinano a parlare con me in un orribile inglese anche se io parlo abbastanza bene l'italiano? Perché lo considerano una gentilezza e non pensano che tu ti offenda per questo. Se proprio ti dà fastidio, rispondigli nel tuo perfetto inglese: loro non capiranno niente e riprenderanno a parlare italiano.
   
Perché in centro non si vedono bambini? Perché non ci sono bambini
   
Perché le donne e specialmente le ragazze se vanno anche a comprare solo un chilo di frutta si vestono come se andassero in discoteca? Questa cosa l'ho sentita spesso. Ma non ci ho mai fatto caso. Quindi la risposta è: non lo so
   
Perché gli italiani hanno l'ossessione della digestione (Non ho digerito, bevi questo che fa digerire, non fare il bagno per tre ore durante la digestione, ecc. ecc.)? Altra domanda difficile a cui non so rispondere (queste domande mi stanno rovinando la digestione!)
   
Perché quando in un bar chiedo a un amico italiano se vuole un cappuccino lui guarda l'orologio prima di rispondere? Perché il bere, come il mangiare, ha i suoi riti e i suoi ritmi. Perciò è strano un cappuccino nel primo pomeriggio, un Campari dopo cena, il caffè di sera. E soprattutto ricorda: giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa.
   
Perché quando dico che sono nato venerdì 17 novembre alle ore 17 molti italiani mi fanno le corna? Non ti fanno le corna, ma fanno le corna come gesto di scaramanzia. Infatti il 17 è il "numero nero" dei superstiziosi, come il 13 in molti altri paesi. Il 13, in Italia, porta sfortuna solo a tavola.
   
 

  Mark Ulriksen

 
 
WELCOME IN ROME
 
Il brano è tratto da un articolo di Ennio Flaiano pubblicato sull'Espresso n.31, nell'anno 1972 quando il turismo di massa cominciava a prendere d'assalto la capitale. Nell'articolo si narra prima una avventura-disavventura di una famiglia di "tipici" turisti americani a Roma; alla fine della storia, uno dei turisti protagonisti dell'avventura scrive un piccolo "manuale situazionale" ad uso dei suoi connazionali che, in futuro, decideranno di passare le vacanze in Italia
 

 
In treno: "Signore, vuol togliere i suoi piedi, le sue mani, la sua testa, la sua valigia, dalle mie gambe, dal mio costato, dal mio ventre, dal mio esofago?"

In albergo: "Questa camera, questa stanza, questa singola, questa matrimoniale è piccola, stretta, buia, e dà, guarda, affaccia, su un cortile, un vicolo, un chiassiuolo, e ha il bagno guasto, rotto, in riparazione, inservibile"

Al museo: "Non desidero una guida, un opuscolo, una monografia, un atlante, una riproduzione, una cartolina, una copia del celebre quadro. Voglio soltanto vedere, visitare, percorrere il museo, la galleria, la pinacoteca, la gipsoteca"

A passeggio: "Mi dispiace, signor mendicante, non ho denaro spicciolo, moneta spicciola, soldi spicci, pezzi da cinque, da dieci, da cinquanta, da cento lire, ma solo banconote, carta moneta, biglietti di stato da mille, cinquemila, diecimila lire"

Al ristorante: "Cameriere, vuol dire, raccomandare, imporre al suonatore di violino, di chitarra, di mandolino, di fisarmonica di non mettermi l'archetto, il braccio, il gomito, le mani, lo strumento nel piatto?"

 
Guy Billout "Cameriere, nella minestra, nell'arrosto, nel contorno c'era un capello, una ciocca di capelli, una parrucca, bionda, bruna, castana, rossa"

A teatro: Signore, ciò che lei sta dicendo, fischiando, canticchiando, raccontando mi impedisce di godere, di ascoltare, di sentire, la musica, la commedia, la farsa, il balletto, la rivista, il duetto, la romanza"

All'ufficio postale: "No, signor ufficiale postale, non voglio collezionare, possedere, acquistare, comprare biglietti della lotteria, calendari, francobolli di beneficenza, ma inviare, spedire, mandare un telegramma, una raccomandata, un vaglia, un'assicurata"

 
Alla polizia: "No, signor Commissario, c'è un equivoco (un qui-pro-quo, un malinteso). Io non sono il falsario (il ladro, il truffatore, il conducente) ma il derubato, l'ingannato, il truffato, il passeggero, il turista"
 

L'intero articolo di Flaiano (con un link biografico sull'autore) è pubblicato in Matdid: 
Welcome in Rome

 

 

 

   

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